Emily
Dickinson, una poetessa straordinaria
di
Piera Maria Chessa
Leggere
e ripercorrere la vita di Emily Dickinson non lascia indifferenti
perché la sua esistenza non fu affatto facile.
Nacque nel
1830 ad Amherst, nel Massachusetts, e morì nella stessa città
nel 1886. Fu una donna di grandissima sensibilità, amante
della natura ma anche attenta agli avvenimenti del suo tempo.
La
sua fu una scrittura solo apparentemente semplice, di grande
profondità e densa di contenuti. Donna dalla personalità
complessa visse buona parte della vita con l’ossessione della
morte, intorno ai venticinque anni prese la decisione di vivere
praticamente in solitudine, interrompendo quasi del tutto i rapporti
sociali. Gli studiosi hanno cercato di comprendere i motivi di una
scelta così drastica, ma inutilmente. Mantenne invece, per
lunghi anni, importanti rapporti epistolari con amici ed
estimatori.
Scrisse moltissime poesie, 1775, ma le tenne
nascoste per anni, mentre era in vita infatti ne furono pubblicate
soltanto alcune. Dopo la sua morte fu la sorella a trovarle, e fu
ancora lei a farle finalmente pubblicare.
Oggi viene considerata
la poetessa più importante del diciannovesimo secolo, le sue
poesie sono state tradotte anche in lingua italiana.
I
testi che seguono, tradotti e curati da Silvia
Bre,
fanno parte della raccolta “Centoquattro
poesie”, 2011, Giulio Einaudi Editore.
****
*
Esultanza
è l’andare
di un’anima di terra verso il
mare,
oltre le case, oltre i promontori –
dentro
l’eternità profonda –
Quanto
noi, stirpe dei monti,
può capire il marinaio
la
divina ubriacatura
del primo miglio al largo della sponda?
*
La
differenza tra la disperazione
e la paura – è come
quella
tra l’istante del naufragio
e quando il
naufragio è stato –
La
mente è liscia – nessun movimento –
pacificata
come l’occhio
sulla fronte di un busto –
che sa
– d’essere incapace di vedere –
*
La
mente – è più vasta del cielo –
perché
– mettili fianco a fianco –
l’una vedrai
contiene l’altro
agevolmente – più te –
accanto –
La
mente è più fonda del mare –
perché –
tienili – blu sul blu –
l’una vedrai assorbe
l’altro –
come fanno – nei secchi – le
spugne –
La
mente pesa quanto Dio – lo stesso –
perché –
tirali su – libbra per libbra –
e differiranno –
tutt’al più –
come suono da sillaba –
*
Come
se il mare si dovesse aprire
mostrando un altro mare –
e
quello – un altro – e i tre
non fossero che annuncio
–
di
epoche di mari –
non raggiunti da rive –
mari
che sono rive di se stessi –
l’eternità –
è così –
*
Non
sarai mai prigioniera –
finché ti abita –
la
libertà – in persona –
*
Una
parola muore
appena è detta
dice qualcuno –
Io
dico che comincia
appena a vivere
quel giorno
*
Portatemi
via tutto, ma lasciatemi l’estasi
e io sarò più
ricca di tutti i miei simili.
Non è bene io viva tanto
agiatamente
se appena alla mia porta c’è chi ha di
più,
in povertà assoluta –
*
Stamani
o a mezzogiorno
aleggiava così vicina
che l’ho
toccata quasi
Stasera se ne sta
oltre i dintorni
oltre
il ramo e la torre
Ora oltre l’ipotesi
*
Le
parole che dice chi è felice
sono rozza melodia
ma
quelle che il taciturno ha in sé
sono magnifiche –
(Emily
Dickinson, “Centoquattro poesie”, a cura di Silvia Bre,
2011, Giulio Einaudi Editore)
|