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  Letteratura  »  Emily Dickinson, una poetessa straordinaria, di Piera Maria Chessa 20/11/2018
 
Emily Dickinson, una poetessa straordinaria

di Piera Maria Chessa



Leggere e ripercorrere la vita di Emily Dickinson non lascia indifferenti perché la sua esistenza non fu affatto facile.
Nacque nel 1830 ad Amherst, nel Massachusetts, e morì nella stessa città nel 1886. Fu una donna di grandissima sensibilità, amante della natura ma anche attenta agli avvenimenti del suo tempo.
La sua fu una scrittura solo apparentemente semplice, di grande profondità e densa di contenuti. Donna dalla personalità complessa visse buona parte della vita con l’ossessione della morte, intorno ai venticinque anni prese la decisione di vivere praticamente in solitudine, interrompendo quasi del tutto i rapporti sociali. Gli studiosi hanno cercato di comprendere i motivi di una scelta così drastica, ma inutilmente. Mantenne invece, per lunghi anni, importanti rapporti epistolari con amici ed estimatori.
Scrisse moltissime poesie, 1775, ma le tenne nascoste per anni, mentre era in vita infatti ne furono pubblicate soltanto alcune. Dopo la sua morte fu la sorella a trovarle, e fu ancora lei a farle finalmente pubblicare.
Oggi viene considerata la poetessa più importante del diciannovesimo secolo, le sue poesie sono state tradotte anche in lingua italiana.

I testi che seguono, tradotti e curati da Silvia Bre, fanno parte della raccolta Centoquattro poesie”, 2011, Giulio Einaudi Editore.

****

*

Esultanza è l’andare
di un’anima di terra verso il mare,
oltre le case, oltre i promontori –
dentro l’eternità profonda –

Quanto noi, stirpe dei monti,
può capire il marinaio
la divina ubriacatura
del primo miglio al largo della sponda?

*

La differenza tra la disperazione
e la paura – è come quella
tra l’istante del naufragio
e quando il naufragio è stato –

La mente è liscia – nessun movimento –
pacificata come l’occhio
sulla fronte di un busto –
che sa – d’essere incapace di vedere –

*

La mente – è più vasta del cielo –
perché – mettili fianco a fianco –
l’una vedrai contiene l’altro
agevolmente – più te – accanto –

La mente è più fonda del mare –
perché – tienili – blu sul blu –
l’una vedrai assorbe l’altro –
come fanno – nei secchi – le spugne –

La mente pesa quanto Dio – lo stesso –
perché – tirali su – libbra per libbra –
e differiranno – tutt’al più –
come suono da sillaba –

*

Come se il mare si dovesse aprire
mostrando un altro mare –
e quello – un altro – e i tre
non fossero che annuncio –

di epoche di mari –
non raggiunti da rive –
mari che sono rive di se stessi –
l’eternità – è così –

*

Non sarai mai prigioniera –
finché ti abita –
la libertà – in persona –

*

Una parola muore
appena è detta
dice qualcuno –
Io dico che comincia
appena a vivere
quel giorno

*

Portatemi via tutto, ma lasciatemi l’estasi
e io sarò più ricca di tutti i miei simili.
Non è bene io viva tanto agiatamente
se appena alla mia porta c’è chi ha di più,
in povertà assoluta –

*
Stamani o a mezzogiorno
aleggiava così vicina
che l’ho toccata quasi
Stasera se ne sta
oltre i dintorni
oltre il ramo e la torre
Ora oltre l’ipotesi

*

Le parole che dice chi è felice
sono rozza melodia
ma quelle che il taciturno ha in sé
sono magnifiche –

(Emily Dickinson, “Centoquattro poesie”, a cura di Silvia Bre, 2011, Giulio Einaudi Editore)


 
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