Solo
la luna ci ha visti passare –
Maxima
con Maria
Francesca Ghirardelli – Mondadori – Pagg. 137 –
ISBN 9788804663812
– Euro
17,00
Una
ragazza determinata
Francesca
Ghiradelli, giornalista che raccoglie e rende note storie di
migrazioni e di popoli in movimento, incontra per la prima volta la
giovanissima Maxima nell’agosto del 2015, in Serbia, a
Belgrado. È in un parco comunale e la sua presenza agli occhi
dei passanti può suscitare fastidio, rabbia, disapprovazione.
Che ci fanno buttati lì, accampati, quegli straccioni, a
disturbare, a deturpare una quiete fatta di normalità? Eppure
Maxima è ancora una bimba, una quattordicenne, in viaggio,
senza la sua famiglia, con accanto a sé una coetanea e degli
adulti che sono dei parenti ma potrebbero essere chiunque…
Pochi mostrano la comprensione necessaria, altri ignorano che lei è
in viaggio da quasi un mese e poco ormai la separa dall’arrivo
in Olanda, dopo aver scampato i pericoli dell’attraversamento
del Mar Egeo in gommone, dopo aver sfidato i confini politici
attraversandoli in modo clandestino o con lasciapassare temporanei
utili almeno al passaggio nei diversi Paesi. Quella è la sua
meta, lì i suoi genitori, curdi siriani, l’hanno fatta
nascere per poi tornare ad Aleppo dove è cresciuta tranquilla
fino allo scoppio della guerra che oltre a sconvolgere il vivere
quotidiano e a costringerli a dimorare in una zona rurale prossima al
confine con la Turchia, l’ha deprivata della più grossa
possibilità di crescita che un’esistenza comune può
sperimentare: l’approccio con la cultura nella scuola. E
pensare che molti suoi coetanei occidentali invece non hanno ancora
compreso quanto essa sia importante per la loro formazione di uomini
e donne che saranno i futuri cittadini del domani, quelli che magari
avranno una sensibilità diversa e una cultura più
elevata utile a comprendere e gestire i flussi migratori e a gestire
la profonda disuguaglianza che contraddistingue le diverse aree del
nostro pianeta.
Il
suo viaggio terminerà a casa di un’amica dei genitori
alla quale verrà affidata dalle autorità competenti che
si occupano della gestione dei flussi di rifugiati politici e lì
Francesca Ghiradelli ha la possibilità di incontrarla
nuovamente e di raccogliere il suo dettagliato racconto che possiamo
conoscere attraverso questa pubblicazione. Colpisce sicuramente il
tono sobrio che accompagna la narrazione, a mediazione zero direi,
simile a un racconto di un’adolescente che, pur essendo
consapevole della grandezza del suo successo: aver affrontato un
viaggio così pericoloso, lasciando la casa, i suoi genitori e
il resto della sua famiglia e la sua bellissima terra, ha il tono
della speranza che è tipico dei giovani senza mai condannare
il rifiuto dei nostri sguardi e facendo leva sulla determinazione
personale, l’unica risorsa alla quale ognuno di noi può
rivolgersi per rendere possibile ciò che di primo acchito pare
impossibile.
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