La
storia – Elsa Morante – Einaudi –
Pagg. XXXII-672
– ISBN 9788806219642
– Euro 16,00
Storia
e storie
Come
tutte le piccole storie umane, anche quella di Ida e Useppe Ramundo
si perde nella grande Storia e a essa s'intreccia, al tempo stesso,
correndo in parallelo.
Elsa
Morante, con una maestria disarmante e forse unica, ci narra la loro
povera vicenda in questo romanzo che definire monumentale è
poca cosa. Una voce coinvolgente, la sua, capace di scandagliare
sentimenti ed emozioni di protagonisti e personaggi vari, nonché
di accompagnare il lettore fra le strade di una Roma misera e ferita,
ben lontana dai fasti baldanzosi e arroganti del Ventennio. Ed ecco
riemergere da queste pagine di una intensità sconvolgente le
macerie ancora fumanti di San Lorenzo o la sfollata desolazione di
Pietralata o, ancora, i vicoli ormai condannati del Ghetto; dal
baratro affannoso del tempo si leva anche il vocio incessante dei
vagoni bestiame con il proprio tragico carico umano, in attesa di
partenza dalla stazione Tiburtina.
E
poi la miseria più nera, la fame, sprazzi di lotta partigiana,
mentre la Storia prosegue indifferente il suo cammino e la carne da
macello continua a essere immolata sull'altare blasfemo della
guerra.
Una
scrittura magnifica e potente che si fa strepito di fucili e stupore
di bambino, canzoni d'anarchia e ninnenanne perdute tra parentesi
evanescenti d'infanzia; una scrittura altresì commovente e
profonda che si cala nei vernacoli o nel cuore parlante delle bestie
di sincera umanità e, con discrezione, s'insinua nella stantìa
promiscuità di periferia, così come nei ricordi e nelle
speranze deluse, nei pensieri e nei deliri incoscienti, raccontando
ritorni e non ritorni da una guerra che, in verità, non
finisce mai del tutto perché, per riprendere le parole di
Primo Levi, “guerra è sempre”.
Struggenti
e destinati a persistere nella memoria i personaggi di Useppe e Ida,
meri pulviscoli in quel cielo sterminato di fragili stelle che è
il mondo. Travolgente quello di Nino, drammaticamente sfuggente e
ombroso quello di Davide. Ogni presenza all'interno dell'intreccio
narrativo è ben collocata, nessun incontro sembra essere
lasciato al caso, nemmeno quelli di passaggio che spargono “4
parole in tutto d'italiano” e altrettante poche noncuranti
gocce di vita. Non ci sono parole con cui riassumere la trama de “La
storia”, se non quelle dell'autrice stessa. Un'opera, dunque,
da leggere e custodire dolorosamente nel cuore.
Laura
Vargiu
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