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  Letteratura  »  Di bene in meglio, di Renzo Montagnoli 21/02/2019
 
Di bene in meglio

di Renzo Montagnoli



Ne avevo parlato, tracciandone un breve profilo artistico, nell’ottobre dello scorso anno, e avevo evidenziato una ben netta personalità poetica, caratterizzata anche da una multiformità delle tipologie adottate. Nell’occasione avevo delineato le caratteristiche di due sillogi tematiche, dedicate, rispettivamente, agli animali e ai fiori, due aspetti preminenti della natura evidente fonte di ispirazione per Gianluca Ferrari.

Nel frattempo l’autore, che mi è stato indirizzato da un comune amico e che non conosco personalmente, tanto che nemmeno so se sia giovane o vecchio (ma comunque, dal tenore delle poesie non posso inserirlo né fra quelli in verde età né fra coloro che hanno i capelli bianchi), ha provveduto a scrivere altri versi e poi, come ormai penso sia sua abitudine, li ha fatti stampare in proprio, e non da un editore. La nuova raccolta si intitola Il posto delle fragole, con sottotitolo “e di una mano efferata”. Il richiamo al famoso film di Bergman che, se ben ricordo parla di un viaggio da Stoccolma a una università svedese di un famoso medico per ritirare un premio per i suoi cinquant’anni di attività, un viaggio in auto con la nuora che rappresenta l’occasione per fare il punto sulla sua vita, non è casuale, perché in effetti anche Ferrari fa un percorso a ritroso nel tempo, scandaglia la memoria in cerca di quei ricordi che più degli altri siano stati testimoni e parte della sua esistenza; mi è più oscuro il sottotitolo, perché quell’efferato sembrerebbe indicare una violenza inaudita che non ho riscontrato, a meno che non si possa considerare tale rimuginare, rivivere con la mente ciò che è stato. La mente in particolare corre a un luogo di villeggiatura, su in montagna, di chissà quanto tempo fa, ma che prepotentemente si riaffaccia, chiede udienza e l’istanza viene accolta (Il paesino bianco come una scheggia / di luna arenata a mezza costa / sul monte dinnanzi; arca di luce, latte, genuina purezza. /…). Si sa che quanto avvenuto in quell’età più bella che è la gioventù assume un alone mistico, come una luce intensa che squarcia le tenebre; questa emozione è stata senz’altro provata da Gianluca Ferrari che ritorna con altri versi alla mano efferata (Dalle nostre stanze / vista camposanto / dormivamo nel sonno senza tempo delle poche / anime di queste parti. / C’era, più morta degli altri, la povera Assunta Brugioni / che mano efferata / fece a pezzi nel bosco / ai primi del Novecento. / …). Mi sono incuriosito, ho cercato di sapere chi mai fosse questa vittima, ma non sono riuscito ad andar oltre un cenno di notizia che riferisce che fu uccisa a stilettate al Lago Santo Modenese e questo abbozzo di un fatto criminoso, unitamente ad altri riferimenti presenti nei versi mi ha fatto ragionevolmente ipotizzare che questo luogo di amena villeggiatura si trovi sull’Appennino modenese. Al di là del titolo lì esiste o esisteva proprio un posto delle fragole, tanto che una poesia ne parla; comunque l’andar per sentieri, l’immersione nella natura sono tutti argomenti che vengono affrontati in una prima parte, perché poi ce n’è una seconda dedicata a figure maschili e femminili, che non so se propri di quel luogo montano o che l’autore ha avuto modo di conoscere o con cui è in relazione di parentela; ce ne sono un bel po’ e, sorpresa, ritorna ancora il nome della Assunta Brugioni, a cui è dedicata una canzone (Assunta che l’assassino ti ridusse / a ceppo / a una radice come altre / là nella faggeta sopra Ca’ di Gallo; / …). Riappare quando meno te lo aspetti come un fantasma che pretende un po’ di attenzione, ma non posso credere a ectoplasmi e cose varie, quel che penso invece è che al bambino (all’epoca) Gianluca il racconto di questa tragica fine sia rimasto scolpito nella mente, come uno sfregio a un ricordo nel complesso irripetibile e stupendo.

Lo ammetto, mi viene difficile parlare ancora e più approfonditamente di questa raccolta, ma non perché non mi sia piaciuta, anzi, perché Ferrari ha fatto un salto di qualità rispetto alle precedenti veramente notevole e se consideriamo che Bestiario e Fiori sono sillogi di eccellente valore, il fatto che questa le superi può dare solo una pallida idea di quel che effettivamente valgono. Al riguardo sono sempre più dispiaciuto per il fatto che non siano state pubblicate da un editore e che così non possano essere proposte a una più ampia platea di lettori, perché i miei complimenti sono poca cosa, ma il gradimento che senz’altro potrebbero avere altri costituirebbe un viatico determinante per la prosecuzione dell’attività artistica dell’autore.

 
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