L’esclusa
– Luigi Pirandello - Einaudi – ISBN 9788806196974
– Euro 13,50
Pirandello
doc
Certo
è che pervenire a codesta lettura digiuni di Pirandello
svierebbe il lettore dalla reale comprensione del genio narrativo che
in questo primo approccio al romanzo- composto nel 1883,
successivamente rimaneggiato e apparso in volume nel 1901- è
già ben visibile. Di contro, arrivarci conoscendo la sua
produzione romanzesca, novellistica e teatrale, permette di gustare i
princìpi di una poetica ben nota, familiare e perché
no, rassicurante. La storia di Marta Ajala, forse la protagonista del
romanzo, si ascriverebbe altrimenti a quella letteratura d’appendice
tipica del periodo, riportando infatti l’esclusione sociale
subita dalla giovane donna in seguito al ripudio del marito che la
scopre ricevere lettere da un estimatore. Marta, in realtà, è
semplicemente un ritratto di donna, è in nuce uno dei tanti
personaggi pirandelliani che si trova a darsi un ruolo, una maschera,
in una realtà composita, inafferrabile e assurda. È una
donna che lotta contro lo stigma sociale, contro un modello
familiare, un’identità netta, separata e indipendente
rispetto al mondo delle convenzioni ed è al tempo stesso la
vittima designata di tale realtà che le tocca vivere. È
la protagonista? Non penso, è esclusa anche in questo senso,
qui il protagonista è il mondo delle convenzioni sociali,
schiaccianti, brutali, limitate e limitanti. Un mondo sapientemente
rappresentato da Pirandello attraverso i ritratti maschili che
costellano la narrazione: un padre ancorato al perbenismo di
facciata, un suocero che marchia la famiglia con la convinzione che
tutti i figli maschi siano soggetti alla iettatura delle corna, un
marito che soccombe all’universo culturale di cui è
imbevuto dalla nascita, gli uomini poi che seducono, o sono sedotti
senza riuscire a vivere bene l’amore: una ghenga di idioti,
tesi al ridicolo e incapaci di amare, grotteschi e goffi al cospetto
delle donne. L’universo femminile invece, è quasi al
completo rappresentato in accezione positiva, custode della verità
ma da essa schiacciata. Il contesto geografico siciliano è poi
la degna cornice di un luogo che potrebbe essere ovunque, pur
emergendo per la sua specificità territoriale e culturale
senza imprimere marchio alcuno ma solo eccellente caratterizzazione,
uno spazio anch’esso assurto al ruolo di protagonista
sigillando in ben definiti limiti geografici anche effettivi limiti
culturali. Ecco perché vi trovo del rassicurante in questa
poetica rispetto all’amarezza di quella pregressa,
naturalistica: parliamo di vinti in entrambi in casi ma con la netta
differenza della consapevolezza e con la potente arma del tentativo
del riscatto, tutto ascritto alla volontà della persona anche
se circoscritto alla circolarità del paradosso e
all’inevitabilità della follia
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