La
Poesia oggi
di
Vincenzo D’Alessio
Poesia
oggi: “(…) i versi che restano sono quelli che
trasfigurano la dimensione dell’io e arrivano in profondità
a chi sa ascoltarli.” (Alessandro Ramberti).
Negli
anni trascorsi in montagna ho conosciuto degli uomini unici: i
viaticali.
Erano
rimasti in pochi, aprivano le strade al Corpo Forestale dello Stato
quando si tagliavano i boschi demaniali o dei privati.
Conoscevano
tutti i sentieri sicuri per raggiungere le faggete in alto;
conoscevano i luoghi dove c’erano le sorgenti in quota; erano
silenziosi camminatori.
Accanto
a loro ti muovevi sicuro nel fitto del bosco per raggiungere poi il
luogo aperto dove sostare, in cima ed ammirare il cielo.
Nell’intervista
realizzata poche settimana fa da Giovanni Fierro ad Alessandro
Ramberti venivano poste diverse domande che lasciano trasparire il
lavoro di scouting svolto da Alessandro come editore: scopritore dei
talenti, appassionato cultore della Lingua Italiana.
Come
guida il Nostro ha portato alla ribalta, nel corso degli anni, autori
che oggi occupano un ruolo nella poesia contemporanea: indico
soltanto alcuni scomparsi in questi anni: Narda FATTORI ( alla quale
il Comune di Gatteo (FC) ha dedicato un concorso letterario annuale);
Guido PASSINI e Katia ZATTONI (che il Comune di Forlì ha
ricordato in diverse manifestazioni letterarie) e molti altri.
Lunghissimo
sarebbe l’elenco dei poeti compresi nelle Antologie realizzate
in occasione degli incontri presso luoghi sacri (come il Monastero di
Fonte Avellana (Pesaro e Urbino) citato da Dante Alighieri); oppure
negli slam poetry dai quali è emersa raggiante la poeta
Giovanna IORIO, oggi a Londra, realizzatrice della prima Mappa
Mondiale della Poesia (Poetry Sound Library).
La
strada che Ramberti propone è raccolta in queste parole
nell’intervista: “(…) Certo alcuni possono usarla
(la Poesia ndr.) per analizzare a fondo, come espressione terapeutica
del proprio magma relazionale, esistenziale e affettivo, ma i versi
che restano sono quelli che trasfigurano la dimensione dell’io
e arrivano a chi sa ascoltarli.”
Nel
folto bosco dei poeti contemporanei, il Nostro, che nutre parlando
della Poesia: “ Amore per la lingua, per la parola, per la
capacità infinita di creare immagini, di dare suono al
pensiero, di comunicare a più livelli, di depistarci per farci
ritrovare…” accoglie l’invito che il Nobel Eugenio
Montale ha lasciato nei suoi versi: “ Dissipa tu se lo vuoi /
questa debole vita che si lagna, / come la spugna il frego /
effimero di una lavagna. / (…) La mia venuta era testimonianza
/ di un ordine che in viaggio mi scordai, / ”.
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