Nei
giardini di Suzhou – Valentina Meloni –
FusiliaLibri – Pagg. 120 – ISBN 9788898649228 - Euro
13,00
Haiku
Semplice,
delicata, stupenda: così si rivela la poesia di Valentina
Meloni a chi, passo dopo passo, si addentra “Nei giardini di
Suzhou”.
Giardini
più ideali che reali, questi, scolpiti dal silenzio dell’anima
e dal fluire imperturbabile del tempo; più metafora e simbolo
di una dimensione dell’io e dell’esistenza, lontana dagli
insulsi e opprimenti frastuoni del mondo, che luogo fisico
rintracciabile da qualche parte, sebbene i Giardini di Suzhou abbiano
in realtà una propria collocazione geografica nella provincia
cinese del Jiangsu e rappresentino una importante oasi naturalistica
diventata patrimonio dell’umanità dell’UNESCO
ormai da quasi vent’anni.
Per
quanto mi riguarda, è la prima volta che mi interesso e
avvicino al genere haiku, poesia di tradizione orientale che, in
tutta franchezza, è stata una piacevole e sorprendente
scoperta: in soli tre versi, in cui sono racchiuse meno di venti
sillabe, si concentrano immagini e sensazioni che lunghe poesie o
addirittura poemi non è detto sappiano esprimere con
altrettanta efficacia. La silloge di Valentina Meloni, ricca di ben
duecento componimenti e di un interessante apparato di note ai testi,
è un piccolo scrigno che custodisce gioielli in apparenza
semplici e per niente vistosi, ma comunque di straordinaria bellezza.
Dall’immensità dei cieli solcati da nuvole in corsa alla
dolcezza dei prati in fiore, dalla malinconia della musica del vento
all’incanto dei silenzi innevati, dalla stellata magia della
notte agli assolati germogli del giorno: attraverso suoni, profumi,
colori, l’autrice ci conduce in un viaggio tra le stagioni
anzitutto dell’anima, dove contemplazione della natura e
ascolto della propria interiorità s’intrecciano in un
continuo gioco di compenetrazione infine inscindibile.
Tantissimi
gli haiku che, come piccoli quadri o istantanee d’autore,
fermano un momento catturandolo nella sua eternità e a chi
legge – sublime potenza del verso! – sembra di vedere per
davvero quelle scene, quei colori, quei movimenti, che siano voli
d’uccelli, schiudersi di petali o agitarsi di fronde.
Vegliano
piano
stelle
stanche la notte
Non
hanno sonno
Campo
di grano
Un
papavero rosso
sta
solitario
Verde
brillante
Un
germano reale
scrolla
le piume
Falce
di luna
Dentro
i campi del cielo
stelle
mature
Cervi
in amore
Le
felci si muovono
dentro
la sera
Abeti
bianchi
in
cima al santuario
giunti
in preghiera
Lago
increspato
Saette
di rondini
tuffano
il capo
Anatre
in volo
Oltrepassano
svelte
nuvole
stanche
Versi
da leggere e rileggere, lentamente. Poesia da ascoltare col cuore.
Un’opera di profonda armonia, nonché di grande
sensibilità, impreziosita inoltre dalle meravigliose opere
pittoriche su carta di riso dell’artista siciliano Santo
Previtera.
“È
difficile esprimere qualcosa nella sua interezza”, recita la
massima di un monaco zen che Giovanna Iorio cita nella sua bella
prefazione al libro: sarà senz’altro così, dal
momento che indubbiamente il linguaggio, a differenza del pensiero,
ha limiti precisi, ma è pur vero che la poesia, in generale,
può tanto e quella riecheggiante nei giardini dell’anima,
come in questo caso, con poche ed essenziali parole riesce a
raggiungere livelli superbi che se non possiamo chiamare perfezione,
poco ci manca.
(I
testi riportati sono di proprietà di ©Valentina Meloni)
Laura
Vargiu
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