La
pace mancata del 1919;gli errori del vertice di Parigi
Nella
capitale si decisero i destini del mondo dopo la Grande Guerra.
Certo
che capita raramente di leggere con lo stesso coinvolgimento che si
presta ad un bel romanzo, un saggio storico come quello di Franco
Cardini,
dal sintetico titolo «La
pace mancata» (Mondadori, pp.240, euro 22, collaborazione al
testo di Sergio Valzania).
La visione critica di Cardini ci fa entrare nel complesso milieu di
fatti storici che i testi scolastici tradizionali per imperizia o per
scarso senso critico, non avevano e non hanno contemplato con pari
lucidità. Così apprendiamo che fra il gennaio 1919 e
quello del 1920, a Parigi si decise il destino del mondo. Al termine
del grande conflitto che secondo la promessa wilsoniana, avrebbe
dovuto «porre fine a tutte le guerre», in un momento
decisivo per un possibile riscatto, dopo anni di atrocità, i
leader delle quattro potenze vincitrici si riunirono nella capitale
francese per discutere i termini della pace, ridisegnando i confini
politici e ristabilendo gli equilibri dell’Europa e del mondo.
A Parigi si riunirono Woodrow Wilson, Lloyd George, Clemenceau e
Orlando Ed ebbero un potere che nessun altro aveva mai avuto prima,
ma il loro operato fu un vero disastro.
«Accettare Parigi
come sede della Conferenza non fu che uno anche se forse il più
grave, degli errori commessi prima ancora che i negoziati avessero
inizio (. . .) il presidente Woodrow Wilson decise di assumere
personalmente il compito di plenipotenziario statunitense (. . .)
Wilson si espose senza schermi allo svolgersi delle trattative e
portò quindi le maggiori responsabilità per gli esiti
che esse ebbero».
La trattativa che avrebbe dovuto essere
un ordine fondato sulla giustizia e il rispetto dei diritti dei
popoli, anche per il razzismo e le idee arroganti di Wilson, non fu
in grado di dare al continente e al mondo intero un assetto giusto e
pacifico.
Ai vinti vennero imposte dure condizioni spesso a
scopo vendicativo o sotto la minaccia di continuare ad affamare la
popolazione civile.
Sulle rovine degli imperi sconfitti nacquero
nuovi stati in cui si affermarono i nazionalismi più gretti da
cui scaturirono problemi insolubili e numerose guerre locali.
Le
decisioni prese riguardanti la Germania sconfitta, confortata da
piccoli Stati con forti minoranze tedesche, contribuirono in maniera
fatale alla salita al potere di Hitler.
Il presidente Wilson,
del tutto digiuno di vis diplomatica -l’uomo sbagliato al posto
sbagliato -, peggiorò quella situazione già
annodatissima postbellica, portando i risultati verso la costituzione
della Società delle Nazioni, alla quale, paradossalmente, gli
stessi Stati Uniti non aderirono. Non si può operare, come
fece Wilson, in circostanze così determinanti per il mondo
intero, se si è digiuni di astuzie atte al saper negoziare.
Il
duo Cardini Vallanzania ripercorre con lucida intelligenza critica i
fatti ignoti alla maggior parte di noi, che pure amiamo la Storia,
occorsi a Parigi in quell’anno fondamentale, quel 1919 da cui
scaturì la pace mancata.
Quasi fossimo provvisti di
un’ipotetica moviola, possiamo esaminare, alla luce del
prezioso testo, le vicende che precedettero e seguirono la firma dei
trattati di pace con i paesi sconfitti. E Cardini, fin dall’incipit
del saggio afferma di essere dalla parte dei vinti. In buona
sostanza, la Conferenza di Pace del 1919 per i suoi protagonisti –
il più volte citato Woodrow Wilson e i primi ministri Lloyd
George, Clemenceau e Orlando –fu l’occasione mancata di
stabilire un giusto ordine internazionale. I quattro leader ebbero
nelle loro mani i destini del mondo, ma costruirono una pace che ha
dato solo frutti bacati.
Franco
Cardini è professore emerito di storia medievale presso
l’Istituto Italiano di Scienze umane e sociali/Scuola normale
superiore e Directeur de Recherches nell’ École des
Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, nonché
Fellow della Harward University.
Sergio
Valanzania storico e studioso della comunicazione, autore radiofonico
e televisivo, ha diretto programmi radiofonici della Rai. Scritto su
LA NAZIONE, AVVENIRE, LA REPUBBLICA, IL GIORNALE, L’INDIPENDENTE,
LIBER
Grazia
Giordani
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