Ana
Macarena – Daniele Semeraro – Castelvecchi
– Pagg. 432 – ISBN 9788832824735
- Euro 19,50
Il
primo libro di Semeraro che leggo è Scrivere
polvere edito
Lupo Editore e credo che sia uno dei migliori libri scritti da
un’emergente, ricordo che rimasi incollata alle pagine fino
alla fine, e oggi, a distanza di anni, ne porto ancora un ricordo
limpido.
Mi approccio a Ana
Macarena con
una certa titubanza, ho paura di perdere la magia che l’autore
mi aveva regalato con la sua prima pubblicazione e invece sono felice
di dire che mi sbagliavo. Daniele Semeraro è una conferma e
sono certa che farà moltissima strada!
Ana
Macarena è
tratto da una storia vera, una realtà sconvolgente che spesso
ci è molto vicina, nonostante veliamo gli occhi per non
guardare.
Quando
caddi al mondo aveva quattordici anni. Erano coetanee, lei e la mia
prima madre.
Ana
è una degli abitanti delle fogne di Bucarest. Al di
sotto di Bucarest vive una città che nessuno immagina, è
la città sotterranea che si snoda attraverso la rete fognaria
dove migliaia di persone si sono rifugiate dopo il crollo del regime
di Ceausescu.
“Quelli
che all’epoca erano bambini e orfani, oggi sono adulti che
continuano a resistere per sopravvivere nei sotterranei della
capitale romena.
Il
capo della città sotterranea è un uomo sulla trentina
che si fa chiamare Bruce Lee i gli abitanti sotterranei girano per la
città, chiedendo l’elemosina o frugando nella
spazzatura, usata per reperire tutto quello di cui hanno bisogno. È
una vita fatta di violenze in cui, soprattutto i bambini, vengono
usati per rapporti sessuali a pagamento da turisti che a volte si
recano là proprio per questo. È inoltre, e soprattutto,
una vita di droga in tutte le sue forme, tra cui spicca l’aurolac
una vernice sintetica dalle forti qualità allucinogene che
viene sniffata da tutti, ragazzini compresi, ma che ha forti
ripercussioni sulla salute delle persone che ne fanno uso. È
la droga più popolare in questo mondo perché costa poco
(meno di un euro a bottiglia) e permette di evadere dalla realtà.
Il dimenticare la propria situazione è l’obiettivo che
spinge queste persone a rifugiarsi nella droga e negli effetti che
questa
procura.” (https://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2014/04/15/news/traffico_di_esserei_umani-83662247/?refresh_ce)
Non
conoscevo questa realtà, non in tutta la sua crudezza.
Ana
Macarena è un il triste viaggio, un viaggio della speranza di
una bambina, ma che si rivelerà il viaggio versoi soprusi,
violenze, fatica… verso una morte crudele.
Un
popolo costretto a estirpare le proprie radici per trapiantarle
altrove non può che inselvatichirsi e riavvicinarsi allo stato
brado tipico delle bestie.
Ana
da Bucarest arriva in Italia e qui si apre il mondo spietato del
traffico degli esseri umani, Ana Macarena vuol essere una denuncia, e
per quanto mi riguarda, è doloroso scoprire che il tuo paese è
una delle destinazioni preferite del traffico di esseri umani, un
fenomeno che riguarda tutti i migranti, persone fatte arrivare con
l’inganno di una vita migliore ma che in realtà
diverranno “animali da fatica” sfruttati fino all’osso
una volta arrivati a destinazione.
Ana viaggia da Bucarest al
Tavoliere delle Puglie, qui inizia la sua schiavitù fino ad
arrivare mesi dopo in Sicilia. “Liberata” arriva a
Firenze, dove vedrà uno spiraglio di vita “normale”,
ma si dimostrerà una piccola illusione prima della catastrofe.
Più
forzato è il distacco dalle proprie radici, più il
vuoto negli occhi di chi arriva in un Paese straniero per restarci
assomiglia a un pozzo senza fondo. Il mio era di una fissità
superficiale, senza profondità. I miei occhi, allora, erano
simili a uno specchio dalla facciata opaca, privo della funzione
riflettente, organi incapaci di far trasparire emozioni, di svelarle
all’esterno.
Nonostante
i soprusi Ana non riesce a ribellarsi, per lei che veniva dalle
fogne, nulla è peggio di ciò che aveva lasciato a
Bucarest.
Noi
figli delle fogne abbiamo un rapporto particolare col Signore, con la
sua opera, con la sua presenza. Per noi Dio è rassegnazione.
Siamo nelle sue mani e sappiamo per certo che Lui è grande,
come sappiamo che dobbiamo morire. Questa è una delle risposte
autoconsolatorie che vi darebbe un bambino delle fogne alla domanda:
cosa pensi della tua situazione? Come la vedi? Cosa chiedi a Dio?
Daniele
Semeraro si
conferma un grande narratore, la sua scrittura è pulita e
diretta, non usa fronzoli e non ha paura di raccontare. Un grande
plauso all’autore.
Ana
Macarena è
un libro da leggere perché certe cose non si possono più
accettare nel ventunesimo Secolo.
Katia
Ciarrocchi
www.liberolibro.it
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