The
Game – Alessandro
Baricco – Einaudi – Pagg. 325 – ISBN 9788806235550
– Euro 18,00
Mutatis
mutandi…
Copertina
nera, al centro, piccolo, il nostro pianeta, sospeso. Uno spazio
fisico ridotto per contrasto a quello della realtà aumentata
che la rivoluzione tecnologica ha prodotto e che noi stiamo vivendo,
forse subendo, sicuramente producendo in una spirale auto-generativa
la quale avviluppa il tutto, il reale e il virtuale, in una
commistione dall'indubbia identità ibrida.
Rivoluzione
la cui portata non è certo chiara nei suoi esiti finali,
ammesso che una fine abbia, e che sarà destinata a evolversi
in un indefinito che non è possibile immaginare. Detrattori,
pare dirci Baricco, fatevi avanti, spendete il vostro lume per
argomentare le nefandezze prodotte da tale cambiamento e vi
ritroverete arresi nel constatare che ciò in cui siamo
attualmente invischiati, altro non è che il puro e semplice
prodotto del genio umano.
Con
fare sommesso, ammiccando al lettore, pazientemente l'autore ci
prende per mano e ci conduce in un confortevole viaggio partendo
dalla tesi che domina ogni assunto: la modalità gioco, tipica
dei primi videogiochi è il linguaggio specifico sul quale è
stato costruito tutto quello che gravita oggi intorno a noi. Il
viaggio, inizialmente, nella sua prospettiva rigorosamente
cronologica, appassiona e incuriosisce in maniera proporzionale
all'età che si ha: più ci avvicina a quella
dell'autore, più ci sente coinvolti; di contro neanche il più
giovane si sente abbandonato, perché il tono colloquiale e il
registro medio lo fanno sentire degno destinatario. Per facilitare
ulteriormente la comprensione, a corredo, significative cartine che
rappresentano l'evoluzione tecnologica legata all'informatica, le
varie tappe come dorsali emergenti da un mare piatto e calmo che
custodisce nei suoi abissi, in un'ottica invertita, tutto il reale
finora esperito. Il viaggio, o meglio il percorso, ora molto simile
al volo di un drone diventa però a tratti ansiogeno come un
volo areo disturbato da più perturbazioni che fanno tremare
ogni certezza riaccendendo sopite fobie. Più volte mi sono
ritrovata a pensare a quanta resistenza iniziale abbia io usato
contro molte delle novità che si sono susseguite in modo
repentino e quante alcune di loro ancora mi siano sconosciute,
persistendo l'atteggiamento di fondo: la paura dell'appiattimento,
dell'omologazione, della manipolazione. E poi all'improvviso
razionalizzare un evento significativo quale la nascita del figlio
primogenito e richiamare alla memoria le sue fotografie scattate con
la fotocamera del telefono, quello che ritenevo accessorio fino a
pochissimo tempo prima del lieto evento. Ecco, l'intelligente sguardo
di Baricco, mi ha messo di fronte a me stessa dentro quel grande
fenomeno, mi ha permesso di leggere la mia esistenza all'ombra
dell'innovazione, andando magari a quel lontano '95 quando la prof.
all'università chiedeva un saggio in formato word e l'amico
informatico capace di scriverlo sotto mia dettatura pareva essere il
depositario della verità rivelata, o quando ancora alcuni anni
dopo andai alla faticosa ricerca di un personal computer il cui
possesso non rientrava nelle mie facoltà finanziare, fu un
medico a prestarmelo. Vero dunque che questo sistema iniziava, fin da
subito, a far percepire un digital divide che non a caso oggi
contribuisce a caratterizzare la povertà economica mentre, in
altre latitudini, alimenta povertà ideologica.
Consiglio
sicuramente la lettura perché permette uno stacco critico
necessario, una tappa di avvicinamento a una consapevolezza che è
sempre difficile raggiungere mentre un fenomeno è ancora in
corso e muta sembianze in modo imprevedibile.
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