Il
nostro tempo è breve – Anna Maria Balzano
– Talos – Pagg. 55 – ISBN 9788832120042
– Euro 10,00
Da
donna a donna
Chi
era Caterina? Caterina Martinelli. Chi era? Una donna come tante,
certamente. Eppure una donna speciale. Oggi basterebbe dire che la
sua specificità è insita nel suo essere donna, moglie e
madre come è impensabile esserlo nel tempo attuale ma come lo
sono state, e neanche in giorni lontanissimi, le nostre madri o, per
le più giovani, le nostre nonne. Sette gravidanze, sei figlie
viventi, il primogenito morto, una delle bimbe malate, un marito con
un modesto lavoro, le incombenze quotidiane ma soprattutto la guerra
e con essa la povertà e la fame. Noi non sappiamo cosa sia.
Eppure non è tutto ciò a rendere speciale Caterina,
quella era la normalità e non solo negli anni bui del secondo
conflitto mondiale sui quali si incentra il prezioso lavoro di Anna
Maria Balzano, in particolare sui faticosi, tristi, incerti giorni
successivi all' 8 settembre del '43. Il suo essere speciale è
invece da ricercarsi nella sua mente vigile e attenta che, nonostante
la modestia della sua condizione, alimenta un atto di ribellione
necessario per rifiutare le condizioni di vita a cui la guerra la
sottopone. Sono i giorni disperati della primavera del '44, l'aumento
dei prezzi ha reso la fame insostenibile e le code ai forni
interminabili, infruttuose e disperate. Perché aspettare
diligentemente una razione sempre più misera e neanche certa?
Questo dubbio, mosso e alimentato dall'impotenza crescente di non
poter nutrire i propri figli, la portano alla necessaria
disobbedienza e con essa alla morte, brutta, secca, ossimorica, se
accostata allo “sfilatino” che l'ha generata: morte per
il pane, da sempre simbolo di vita.
Scrivo
queste poche righe a cavallo di due date importanti il 25 aprile,
Festa della Liberazione, e il 2 maggio, la data del decesso di
Caterina, 75 anni fa, e le scrivo soprattutto per ringraziare
l'autrice che ha restituito, con preciso scrupolo storico e
un'importante bibliografia a corredo delle sue ricerche, un piccolo
vissuto, anonimo, anche se ampiamente ricordato in quel dell'ex
Tiburtino III, nella nuova realtà urbana, sapientemente
evocando le bellissime pagine manzoniane dell'assalto ai forni ma
soprattutto aderendo in pieno ad una poetica che celebrava “il
principio di necessità”:.. “che la poesia, e la
letteratura in genere debba proporsi l’utile per iscopo, il
vero per soggetto, e l’interessante per mezzo”. Grazie
Anna Maria.
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