Nuove
anime, di Vincenzo
D’Alessio
Testimone
assai valido della paziente Irpinia, Vincenzo D’Alessio è
autorevole poeta e scrittore delle “nuove anime” dei
borghi della sua Terra, continuamente ferita, sfruttata,
desertificata se non devastata.
“
C’era
una volta un paese felice/ dove la gente pensava al lavoro/…sono
scomparsi alberi e fiori, erbacce/ ortiche, farfalle e colori/…il
bambino immagina…/”
Con
il suo “fuoco purificatore”, con un processo vivificante,
il D’Alessio, con parole umili e semplici, rievocando i
rimpianti d’altri tempi, di quei frutti antichi, dei crepuscoli
di nature oramai scomparse, vorrebbe ridare vita “ alle anime
morte” fatte dei silenzi delle ombre dell’oggi…ma,
i suoi, sono i tristi rimpianti di amori, di sentimenti di una
madre-terra che Vincenzo D’Alessio più non ritrova
intorno a sé, anzi tutto è “ sagome di morti”…con
“ le voci ( che) hanno perso i loro nomi”.
Intorno
è solo “mal di vivere…resta il ricordo
vivificante nella solitudine della quotidiana meditazione dei segni
della vita che “ ci hanno ridotto in povertà”,
allontanandoci dalla vita vera, avvicinandoci alla morte.
Il
mondo contadino oramai è in disuso; è “ punto di
luce defunta”, con il linguaggio piano ed assai curato
dell’Autore che consola e sconsola, e disarma vieppiù
nella “ magica notte”. E’ “ stupore che
caratterizza il sublime”, che scuote lo spirito del poeta
mentre la sua “ natura” diventa epifania d’emozioni”
che dal profondo intensamente il mondo ammonisce.
Michele
Sessa
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