Erasmo
da Rotterdam – Stefan Zweig – Bompiani –
Pagg. 173 – ISBN 9788845291661
– Euro 10,00
Umanesimo,sempre
Interessante
scritto sulla figura di maggior spicco della cultura umanista, fa
parte del filone biografico ampiamente calcato da Zweig e di fatto
dovrebbe essere ascritto a tal genere, tuttavia e per brevità
di trattazione e per taglio potrebbe definirsi maggiormente un
piccolo saggio monografico.
La
figura de Erasmo viene infatti delineata a partire da un criterio
puramente cronologico e tratteggiata attraverso i nodi cruciali della
sua esistenza, ciò ci fa avvicinare al biografia pura, ma
viene anche approfondita nella dimensione più ampia della
disputa teologica che investì l'Europa dell'epoca con
l'apparire sulla scena di Lutero e con i deragliamenti successivi che
la sua nuova dottrina assunse quando fu strumentalizzata da contadini
e principi. A partire dalla seconda metà dello scritto,
infatti, l'oggetto della trattazione è principalmente Lutero,
l' antagonista che tanto serve a Zweig per imprimere ai suoi
personaggi la giusta aura tragica che vuole far emergere- è
una costante delle sue biografie-, mentre Erasmo diventa personaggio
secondario. Con gli ultimi capitoli che avviano all' epilogo
esistenziale emerge poi il messaggio di fondo dell'austriaco: Erasmo
come “primo teoretico letterario del pacifismo”, Erasmo
uomo solo e isolato “uno spirito libero e indipendente”,
un uomo dunque che “non ha patria in terra”; Erasmo che
preferisce la morte quando vede tramontato il suo ideale di un
“impero universale umanistico concorde”, “libero
come tutti i solitari, solitario come tutti i liberi”. Vi
ricorda qualcuno?
Intese,
sentite, partecipi, trascinanti le pagine finali dove si consegna
l'eredità di Erasmo e, con insolito piglio ottimista, si
tratteggia la scia dei suoi eredi ideali: Montaigne, Diderot,
Voltaire, Schiller, Kant, Tolstoj, Gandhi e Rolland. Sono loro i
paladini della comprensione, della tolleranza,
dell'internazionalismo. Sono loro “gli araldi di un elemento di
unione fra i popoli, che accendono ferventi nel cuore umano l'idea di
una futura umanità superiore”. Bello uno Zweig
ottimista, idealista, come qualcuno mi fece notare incapace di vivere
il suo tempo perché ingenuo e ancorato ad un mondo ormai
tramontato, io lo preferisco così dimenticando per un attimo
il suo triste epilogo esistenziale.
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