Area riservata

Ricerca  
 
Siti amici  
 
Cookies Policy  
 
Diritti d'autore  
 
Biografia  
 
Canti celtici  
 
Il cerchio infinito  
 
News  
 
Bell'Italia  
 
Poesie  
 
Racconti  
 
Scritti di altri autori  
 
Editoriali  
 
Recensioni  
 
Letteratura  
 
Freschi di stampa  
 
Intervista all'autore  
 
Libri e interviste  
 
Il mondo dell'editoria  
 
Fotografie  
 
 
 

  Letteratura  »  Alla ricerca del tempo perduto, di Marcel Proust, edito da Einaudi e recensito da Siti 21/08/2019
 
Alla ricerca del tempo perduto – Marcel Proust - Einaudi – Pagg. 2376 – ISBN  9788806234898 – Euro 55,00


Dalla parte di Swann


Il buon angelo della certezza” veglia su di noi ad ogni risveglio, ci posiziona nello spazio e nel tempo e ci dota di bussola, necessaria per navigare nel mare della vita, uniche coordinate a disposizione l'identità e la memoria. Siamo il prodotto di una stratificazione incessante che si compie lungo tutto il corso dell'esistenza e che concorre a definirci, a plasmarci e a restituirci un senso di appartenenza talmente fugace che basta il sonno successivo a destabilizzare ma anche a riplasmare. Identico processo di stratificazione si compie in noi ogni qualvolta un' opera letteraria si situa così profondamente nel nostro Io da concorrere, da allora in poi, a fornire una chiave di lettura della realtà, una sorta di materiale galleggiante nella nostra memoria letteraria che altre letture successive sapranno richiamare da questo mare magnum fluttuante che siamo noi: idee, emozioni, immagini, sensazioni, ricordi. Questi, tuttavia, non è semplice attivarli, il ricordo spesso non è un atto volontario, è piuttosto un processo di innesco, imprevedibile; nella vita non è raro che il richiamo passi per la sfera sensoriale: un odore, un sapore, mentre nella città di carta l'unicuum rappresentato dalle parole stampate su foglio bianco non pare offrire alcun riscontro. È la decodifica di quei segni, i significanti, che attiva i significati, ricostruisce immagini, forgia concetti, propone quadri visivi, genera storie. E alcune volte, quelle storie, le hai già sentite, non tali e quali: ecco è a quel punto che ti accorgi che sono state richiamate. Proust chiama Balzac. Per fortuna mi accade questo corto circuito solo nella seconda delle tre parti che compongono il primo tassello di questo romanzo, “Un amore di Swann” ,mentre “Combray” e “Nomi di paesi:il nome” mi iniziano prima e mi riportano poi alla meravigliosa unicità di questo autore e al suo tratto distintivo. Una scrittura, restituita dalla splendida traduzione di Giovanni Raboni, dalla prosa limpida ed efficace, nutrita di capacità visionaria che niente ha del fantastico e dell'irreale ma di essa imbevuta all'atto del sigillo operato dal ricordo. All'autore la maieutica della liberazione. Nel primo volume il narratore bambino, le sue paure, i suoi affetti, i suoi luoghi e gli adulti in una società che pare ciecamente cristallizzata in un tempo che non c'è più. Una paralisi inutile in un'incessante divenire che il ricordo riuscirà forse a restituire in quella breve porzione temporale che chiamiamo il nostro tempo.


Siti

 
©2006 ArteInsieme, « 014026004 »