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  Letteratura  »  Il sentiero dei figli orfani, di Giovanni Capurso, edito da Alter Ego e recensito da Katia Ciarrocchi 26/10/2019
 
Il sentiero dei figli orfani – Giovanni Capurso – Alter Ego – Pagg. 204 – ISBN 9788893331463 - Euro 14,00




Noi tutti non siamo che un pensiero, un’intuizione di Dio, in carne e ossa, un pensiero che è destinato a ritornare da dove è venuto, dal grembo del Creatore. E un giorno, prima o poi, quando Lui vorrà, ci rincontreremo in un luogo che non conosciamo, un luogo speciale.

Giovanni Capurso, docente di filosofia, giornalista e scrittore ci regala il suo ultimo lavoro “Il sentiero dei figli orfani” edito Alter Ego, una storia di formazione che narra il delicato passaggio dall’infanzia all’adolescenza di Savino nella sua San Fele, paese dell’entroterra lucano.
Savino ci parla già adulto quando i ricordi famigliari e amorosi ritornano ad affollare la sua mente, un viaggio in quel mondo dove tutto era, ancora, un’avventura, dove ci si sente protetti dalla famiglia finanche i primi fallimenti, le prime mancanze non ci fanno oltrepassare quella soglia che dall’infanzia varca all’adolescenza fino a sfociare nella maturità.

Da sarta del paese, inoltre, la nonna realizzava gli abiti per tutte le spose sanfalesi, ma a ognuna diceva che quello valeva solo per un giorno e una notte, mentre la più importante era la veste dell’anima, che doveva ricucire ogni volta tutti gli strappi della vita.

L’incontro con Adamo, un uomo “straniero” venuto a stabilirsi a San Fele cambierà le sorti del suo destino, mostrando a Savino un nuovo modo di concepire la vita.
Il sentiero dei figli orfani è un libro che sa di buono, sa far sentire l’odore del vivere sano, di piccole cose, sa far avvertire il dolore delle perdite e la crudezza del crescere.
Intorno a Savino girano diversi personaggi che hanno qualità apprezzabili, e Capurso per ognuno ha costruito una trama importante, i personaggi sono ben disegnati e nessuno di quelli che abita Il sentiero dei figli orfani passa in secondo piano o inosservato al lettore.
L’autore ha un modo di narrare delicato, quasi poetico, ti afferra per mano e ti accompagna in un viaggio tra i meccanismi della vita semplice di paese, un viaggio che rimane impresso nel cuore.
È che alla fine della lettura mi sono profondamente riconosciuta in Savino e probabilmente in tutti gli altri personaggi, c’è da dire che non sono meridionale, ma in tutti i paesini del mondo, si sentivano certi sapori e odori che oggi ho ritrovato tra le pagine di Il sentiero dei figli orfani.
Una lettura che consiglio!

Mi spiegò cos’era per lui il peccato. “È nato con il nostro io, la più terribile invenzione della natura (…) Con esso è sorta la capacità di fare male. L’innocente non ne è in grado. Una tempesta o un uragano non hanno colpe; un batterio che aggredisce un organismo, una vipera che morde o un’aquila che punta dall’alto la sua preda sono innocenti.”



Katia Ciarrocchi



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