Un
ordinato groviglio – Piera Maria Chessa –
Il Filo – Pagg. 77 – ISBN 9788861858190
– Euro 12,00
Tra
i silenzi delle parole
È
poesia di silenzi, di memorie soffuse, di lievi sussurri del cuore,
quella racchiusa tra le pagine di “Un ordinato groviglio”
dell’autrice isolana Piera Maria Chessa, silloge di cui
sorprende anzitutto l’ossimoro espresso dal titolo.
Groviglio
di sentimenti, emozioni, sensazioni che, ordinatamente, tracciano
versi che spaziano tra presente e passato, tra quotidianità e
sprazzi di mondi lontani o nostalgie di passaggio che sanno d’acqua
di fiume e affetti perduti. E così, seguendo il filo
aggrovigliato dei versi, si sprofonda nella quiete silenziosa della
casa, interrotta all’improvviso dallo squillo del telefono cui
occorre rispondere per dare avvio al giorno, così come si
assapora l’amaro vuoto lasciato da chi è appena partito,
subito mestamente annusato da un cane fedele; ci si ritrova in un
aeroporto, nel mezzo del frettoloso via vai di arrivi e partenze, in
attesa di un viso conosciuto da riabbracciare e “una valigia da
ritirare” o, ancora, si entra nelle corsie d’un ospedale,
cogliendo la muta solitudine dell’umanità più
dolente.
“[…]
Si attenua la lenta sofferenza/ rarefatta dal calore degli affetti,/
ma si accentua la certezza del dolore/ supporto amaro alla fragilità
dell’uomo.” (da “La certezza del dolore”)
La
bellezza di queste liriche consiste nella loro scrittura semplice,
lontana da ermetiche acrobazie poetiche, ma non per questo meno
preziosa ed emozionante, che traccia volti e paesaggi raccontando
tante piccole storie, molte delle quali smarrite nel vortice
impietoso del tempo, tra cui scorre anche quella dell’autrice
stessa, attenta testimone di giorni che dimostrano di saper ancora
cogliere una sommessa carezza d’amore, “il pigolio delle
prime rondini” e, nonostante tutto, il palpito arcano delle
stelle.
“Le
stelle cadono sopra di noi,/ sono occhi luminosi,/ attenti
osservatori delle cose del mondo. […] Piccole lucciole
celesti,/ sentinelle maliziose in viaggio/ per le strade
dell’universo.” (da “San Lorenzo”)
Pubblicata
nel 2008 dall’editore Il Filo, la raccolta della Chessa dona al
lettore quella buona poesia che s’incammina lungo la propria
pacata linearità, ma che spesso, attraverso parole che si
fanno fulminee immagini, non gli risparmia improvvisi scossoni né
inattesi tremori d’anima, come quando si spalanca d’un
tratto una ferita taciuta e ci si ferma a pensare. E allora sì
che anche il silenzio riesce a parlare.
“Una
moneta cade/ sul palmo aperto, in attesa,/ senza rumore.” (da
“Richiesta”)
Laura
Vargiu
|