Identità
alla sbarra – Ivana
Tomasetti – Ass. Terre Sommerse – Pagg. 465 – ISBN
9788869010736
- Euro 22,90
La
sua vita aveva testimoniato che l’identità si
costruisce, col caso, col desiderio, con la volontà, con
l’inganno a cui tutti alla fine, avevano creduto, perfino lui
stesso.
Eppure
dentro la popolarità e la curiosità pettegola, che lo
avevano circondato, si leggeva una certa ammirazione per il coraggio
e l’intelligenza che gli avevano permesso di appagare il
desiderio segreto di molte persone: poter scegliere.
Identità
alla sbarra è l’opera prima di Ivana Tomasetti frutto di
grande ricerca storica, un libro contro la guerra, ma soprattutto un
libro contro la violenza sulle donne.
Tratto
da una storia vera, quella di Maria Teresinha Gomes: nata
nel 1933 vicino a Madeira, Portogallo. Appena sedicenne scappò
da casa e tutti la diedero per morta. Si ignora come abbia vissuto
fino al 1974 quando, approfittando della gran confusione dovuta non
tanto alla festa del carnevale ma piuttosto alla fine imminente ed
annunciata del regime di Salazar, Maria Teresinha ricomparve
travestita in alta uniforme e con la nuova identità di
“generale Tito Aníbal da Paixão Gomes”. Il
“General Tito”, come da quel momento tutti la conobbero,
si accasò pure con tal Joaquina Costa, un’infermiera, in
un matrimonio “ratum sed non consummatum” (la “moglie”
spergiurò che non si era mai accorta di nulla se non dopo 15
anni di convivenza…), e si guadagnò da vivere chiedendo
soldi in prestito e vantando inesistenti investimenti societari e
terrieri, cioè sostanzialmente truffando, ben protetto dalla
sua condizione altolocata e dai modi educati, colti e raffinati che
ostentava.
La
sgamarono solo nel 1993, quasi 20 anni dopo, ed il processo –
al quale Maria Teresinha Gomes presenziò sempre vestita da
uomo – divenne un evento mediatico. La condannarono ad una
breve pena detentiva e lei/lui si ritirò in un paesino
isolato, tanto isolato che nel 2007 il General Tito fu ritrovato
morto, in avanzato stato di decomposizione. Nessuno si era più
ricordato di lei/lui.
Ivana
Tomasetti romanza la storia di Maria Teresinha Gomes ma non si
allontana mai dalla vicenda che fece tanto scalpore.
La
narrazione inizia prima della nascita di Teresa, quando una famiglia
umile e che vive del lavoro nei campi è segnata dalla perdita
del piccolo Tito, fratello di Teresa, la quale saprà di questa
tragedia quando già grandina e non dalla sua famiglia. La sua
è una famiglia dove la donna non ha parola e deve sottostare
alle cattiverie (spesso e volentieri) di un uomo padrone.
L’autrice
usa una scrittura leggiadra e lieve come il raccontare una favola, ma
come tutte le favole nel racconto si nascondono delle trame di
disgrazia.
“I
genitori non riescono a comprendere i nostri piccoli pensieri perché
hanno i loro che sono molto più importanti. Faremo così
anche noi, quando avremo i nostri figli, ti pare?” Teresa
rifletteva a voce alta.
La
leggiadria della giovinezza, la bellezza della scuola, il battito del
cuore del primo amore, si avvicenda all’ infelicità
famigliare nella sua chiusura mentale, ma la piccola Teresa imparerà
l’arte del ricamo, che gli permetterà di rendersi
indipendente ed è proprio quest’arte unita alla sua
intraprendenza, gli consentirà di vivere a Lisbona, dopo la
sua fuga di casa, nonostante tutte le avversità.
Identità
alle sbarre ripercorre avvenimenti storici importanti, sviscera
tratti psicologici della protagonista e di tutti quei personaggi che
si troveranno a vivere momenti di quotidianità con lei, in
maniera magistrale.
Il
passaggio dall’essere donna al voler essere uomo, perché
l’uomo tutto può, è un percorso che permette al
lettore di vederne le trasformazioni; una volontà talmente
radicata in Teresa che si smette di vederla e/o pensarla come
donna.
Le
violenze subite, sia fisiche sia psicologiche, sono state sicuramente
un passaggio importante nella trasformazione di Teresa. Il desiderio
di indipendenza, impossibile per una donna in quel momento storico, è
vista concretarsi nel divenire uomo.
Per
vivere il generale Tito ruberà e imbroglierà dando
favori in cambio, uno scambio che finirà dopo 20 anni di
anonimato. Dopo il processo, quando non avendo più la libertà
del poter essere se stesso, il generale Tito si lascerà
morire.
Un
libro quello di Ivana Tomasetti che merita la lettura, è un
libro che fa riflettere e fa vibrare tutte le corde dei sentimenti
del lettore.
Un
grande plauso all’autrice!
Citazioni
tratte dal libro:
Le
idee sono quelle che muovono il mondo, ricordatelo!
-Perché
gli uomini hanno sempre il desiderio di qualcosa che non conoscono?
Perché vanno alla ricerca di qualcosa che non sanno cosa sia?
Quali motivi li spingono a farlo? E’ così forte il
potere della nostra mente?
Era
convinto che i ragazzi imparassero la falsità del mondo degli
adulti, diventando lo specchio dei loro genitori. Assorbivano i
difetti e mostravano i pregi imitandoli dalla realtà che li
circondava.
“Non
pensi a farti una famiglia, ad avere un marito, dei figli…”
La guardò negli occhi, ma lei distolse lo sguardo.
“Lo
pensavo quando sono arrivata, quando amavo João, ma lui mi ha
tradita, non ho più fiducia negli uomini. L’ho visto con
un’altra poco tempo dopo che ci eravamo messi insieme, non c’è
da credere a quello che dicono. Una donna ama e basta, un uomo si
diverte.”
L’amore
era anche questo. Seguire una strada lontana dall’interesse del
momento, vincere il sentimento per raggiungerne un altro, più
alto e sottile, dentro un amore più completo, grande e
necessario per far vivere gli altri. Un sacrificio.
“La
vita o la morte per una cosa da niente.”
“E’
questa la libertà: una cosa da niente finché ce l’hai,
dopo diventa la differenza tra la vita e la morte.”
Era
difficile restare in equilibrio sul baratro e non precipitare.
Katia
Ciarrocchi
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