Harrouda
– Tahar Ben Jelloun – Giunti – Pagg. 160 –
ISBN 9788809214095
– Euro 3,00
In
Marocco tra Tangeri e Fes
Onirico
e poetico, "Harrouda" non è proprio un romanzo, ma
un libro di pensieri e memorie dove il tempo e la forza della parola
s’intrecciano in un racconto surreale che si svolge tra le
città di Fes e Tangeri, all’interno di un Marocco antico
e moderno al tempo stesso, sulle orme di una sensuale prostituta
chiamata appunto Harrouda che popola i sogni dei ragazzini. In
verità, una lettura non semplice, ma molto affascinante.
Tra
i temi trattati in queste pagine, la circoncisione, l’hammam
delle donne e il café degli uomini, i tre mariti della madre
dell’autore, l’oblio dell’hashish, l’omosessualità
e la prostituzione dei ragazzi con gli stranieri che giungono a
Tangeri, città della menzogna e del tradimento, Tariq ibn
Ziyad che nel 711 attraversò lo Stretto alla conquista di al
Andalus.
Mi
piace la scrittura di Ben Jelloun, anche nella versione originale
francese, coraggiosa e non ipocrita, in particolare il suo dar voce
alle donne: senza dubbio un libro scandaloso all’epoca della
sua pubblicazione (1973), specie in una cultura come quella
marocchina e araba in generale.
Seppure
meno noto e molto diverso rispetto ad altri più apprezzati
romanzi di questo scrittore, come per esempio "Partire" e,
più recentemente, "La punizione", anche questo offre
nel complesso una buona lettura.
Laura
Vargiu
|