Gli
informatori – Juan Gabriel Vasquez –
Feltrinelli – Pagg. 286 – ISBN 9788807033735
– Euro 18,00
Quello
che non si dice
Opera
del 2004, già edita in Italia e riproposta ora da Feltrinelli
nella collana “I Narratori”, interessante prodotto di uno
scrittore colombiano, Juan Gabriel Vásquez, che riesce a
catturare l’interesse dell’editoria internazionale e
viene acclamato come una delle voci più innovative della
recente letteratura sudamericana. Non delude le aspettative.
Il
romanzo è innanzitutto un libro nel libro, racconta infatti le
conseguenze accorse alla voce narrante in seguito alla pubblicazione
del suo primo libro e viene siglato da un post scriptum che inserisce
ulteriori sviluppi alla vicenda confinata in questo suo secondo libro
intitolato appunto “Gli informatori”. La struttura
narrativa è perciò complessa, originale, capace di
determinare un andamento vivace alla scrittura che si avvale,
giocoforza, di ampie analessi oltre che di inserti narrativi dal
respiro documentario.
Nei
primissimi anni ’90 del secolo scorso, Gabriel Santoro è
richiamato dal padre, di cui porta lo stesso nome, perché
l’anziano genitore che solo tre anni fa aveva bocciato in
maniera del tutto inaspettata e feroce il suo libro con una
recensione impeccabile, determinando quindi il loro allontanamento,
deve subire un importante intervento chirurgico. Questo evento
iniziale genera a cascata tutti gli sviluppi successivi: il parziale
riavvicinamento dei due e la svolta imprevista del decesso del padre,
eventi che a loro volta generano, a spirale, il riemergere di un
passato celato che Gabriel tenterà di decodificare al di là
della cortina di mistificazione che il sapiente genitore, docente di
retorica, ha innalzato.
È
la storia della Colombia, terra di arrivo per molti profughi tedeschi
durante i feroci anni del nazismo, terra che ospita inizialmente e
poi rigetta, in seguito agli sviluppi della II guerra mondiale, i
pericolosi tedeschi, tutti, a prescindere dalla loro ideologia, è
dato per scontato che siano tutti nazisti. Si tratta spesso di
tedeschi perfettamente integrati nel tessuto sociale colombiano, ne
hanno sposato le donne, hanno da loro figli che parlano spagnolo e
sono cattolici. Un centinaio vengono internati nell’ Hotel
Sabaneta di Fusagasugá, a sud di Bogotà, questo libro
parla anche di loro e di come ci siano finiti.
Tutto
ruota intorno al valore della parola e come declama lo stesso Santoro
nella sua aula universitaria qui si parla “di quello che non si
dice, di ciò che sta oltre il racconto, il computo, il
riferimento”. Spesso la verità è impossibile da
ricercare. Buona lettura.
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