Uomini
di poca fede – Nickolas Butler – Marsilio –
Pagg. 271 – ISBN 9788829703470 – Euro 17,00
Nel
cuore degli uomini
Wisconsin,
nel Midwest, nel cuore della regione dei Grandi Laghi, un piccolo
paese del Wisconsin in realtà, spopolato, abitato solo da
vecchi, gente semplice, lavoratori in pensione, mariti e mogli con
alle spalle solide unioni matrimoniali o amari fallimenti. Un luogo
piccolo, dove tutti si conoscono, dove la comunità intreccia
il proprio vissuto con le gioie o i dolori degli altri. Un luogo
fatto di piccoli semplici gesti, sguardi schietti, rare le
espressioni più vive d’affetto, arrivano solo quando è
veramente necessario. Lyle, il sessantenne protagonista, vive qui con
la moglie Peg e da poco, i due coniugi, ospitano la figlia adottiva e
il suo bambino, Isaac, gioia pura per il nonno che aveva perso il suo
unico figlio maschio di nove mesi. Pochi amici, ma veri e preziosi.
Un lavoro per tenersi vivo, la cura di un frutteto di un’anziana
coppia cui presta il lavoro non tanto per la retribuzione quanto per
l’amore per i meli che vi abbondano, fragili e delicati nel
fiore e nel frutto: una varietà unica e preziosa. Le vicende
personali della figlia Shiloh portano nel cuore della famiglia le
ombre dell’incomprensione, le distanze dell’ insicurezza,
aprono ferite che un tempo si erano rimarginate; sono decisioni
adulte, percorsi individuali, quelli che un genitore, pur
disapprovando, non può contrastare perché correrebbe il
rischio di allontanare per sempre l’amore di un figlio
trascinando in questa deriva anche gli altri affetti, la moglie, il
nipote. È dunque il romanzo di Lyle, personaggio davvero ben
tratteggiato, irrisolto nella sua fede, contrastato dalle certezze
altrui, capace però di ponderare sempre il suo dubbio, di
mettersi in discussione, di tentare di capire anche quando è
evidente che ciò che accade è pura follia. Shiloh è
vittima di un manipolatore che la mette in pericolo e soprattutto
mette a rischio la vita del piccolo Isaac, ritenuto dal predicatore,
di cui si è innamorata, un guaritore. Ispirato ad un fatto di
cronaca, il romanzo non risente per niente della matrice
cronachistica e non è nemmeno affidato ai toni melodrammatici
o alla suspense che avrebbero potuto farlo scadere al rango di uno
scritto scontato e prevedibile. Il dramma è sempre sullo
sfondo, allontanato, dilatato, irrisolto; più importante è
invece perdere lo sguardo nei rapporti interpersonali, scandire i
fatti con il susseguirsi delle stagioni, avere il tempo di respirare
la natura, la vita, le sue gioie e i suoi dolori. Convincente.
Siti
|