Amore
e psiche - Raffaele La Capria – Bompiani –
ISBN 9788845206146
– Euro
20,00
Uno
strano libro Amore e psiche, di Raffaele La Capria, pubblicato da
Bompiani nel 1973. Un libro complesso, in alcuni passi quasi
difficile da decifrare.
Il protagonista è un uomo di
mezza età che quotidianamente si reca al lavoro. Nel suo
ufficio la scrivania è letteralmente sommersa da manoscritti e
copioni che aspettano di essere letti e studiati, storie che
probabilmente non si trasformeranno mai in film. Lui stesso è
impegnato nella stesura di un romanzo che, con fatica, cerca di
portare avanti, per la verità senza molto successo.
La
vicenda, molto probabilmente ambientata a Roma negli anni settanta,
nei cosiddetti anni di piombo, si svolge tutta nell’arco di una
giornata. Il protagonista esce al mattino per andare al lavoro, lungo
il percorso rimane in coda per diverso tempo e lui stesso non ne
comprende subito il motivo, nell’attesa, scopre che sono in
atto dei preparativi per un comizio che si terrà quella stessa
sera. Una manifestazione che non promette nulla di buono, tanto è
vero che la polizia incomincia ad organizzarsi per evitare probabili
derive.
Mentre lui attende di poter raggiungere l’ufficio,
o eventualmente trovare un parcheggio per proseguire poi a piedi,
incomincia ad “almanaccare”, termine che nel racconto
viene usato diverse volte. Pensa a se stesso, ad alcuni fatti
abbastanza insoliti che gli sono accaduti nell’ultimo periodo,
al suo estraniarsi rispetto a tutto senza neppure rendersi conto,
quel percepire in sè una sorta di sdoppiamento.
Ricorda
un suo collega e amico, Gianni, uno dei pochi personaggi che nel
racconto hanno un nome. Un uomo che amava scrivere, dal carattere
bizzarro e non facile, e che a un certo punto della sua vita
manifesta dei problemi mentali che, col tempo, lo porteranno ad
entrare e uscire con frequenza dagli ospedali psichiatrici.
Il
ricordo di Gianni inquieta non poco il protagonista che ha paura di
trovarselo di fronte, perché in qualsiasi momento potrebbe
manifestare comportamenti non previsti e neppure gestibili. Un uomo
che avrà un ruolo importante nell’intera vicenda.
Ad
un certo punto, almanaccando, sempre in attesa della partenza, la
storia si sposta sul suo rapporto con la moglie. Si tratta di una
donna dalla personalità complessa, niente affatto lineare, che
lo accusa di essere assente e lontano e di non sentirsi capita, lui
che non riesce a spiegare neppure a se stesso questa sua estraneità
a ciò che lo circonda. Oltretutto è lacerato dal dubbio
che la moglie possa tradirlo, un dubbio che, in determinati
momenti, si trasforma in certezza.
L’unico punto fermo
della sua vita sembrerebbe il rapporto con la figlia, una bambina
ancora piccola che gli chiede spesso di raccontarle storie. Con lei
riesce in qualche modo a dialogare. L’accompagna a scuola, e
talvolta, quando si ricorda, la va a riprendere. Quando si
ricorda…
Alla sera, ecco che vediamo il protagonista
accingersi, dopo il lavoro, a rientrare finalmente a casa. Ma non
sarà facile. Quel che si è preparato al mattino prende
forma, la manifestazione politica non sarà per niente
pacifica, lui si ritroverà, non si sa come e perché, in
mezzo ai tafferugli. Avvengono parecchie cose non previste, e
quest’uomo di mezza età senza nome, in fondo pacifico,
si ritroverà catapultato in una situazione surreale. Vera o
immaginaria?
E’ bene fermarsi qui. Come si è detto
all’inizio, si tratta di una storia complessa, forse perché
è la vita stessa ad esserlo, e la nostra mente, col suo
“almanaccare”, lo è ancora di più.
“Dopo
diversi giri arriva sul Corso, dove sono avvenuti gli scontri. Il
tratto cosparso dei detriti dell’esplosione è ancora
chiuso al traffico. Una camionetta dei carabinieri staziona da un
lato, più avanti, di fronte a un negozio con la saracinesca
sfondata, un gruppo di agenti fa cerchio intorno a un commissario.
Vorrebbe evitarli, ma teme di dare nell’occhio, così
prosegue loro incontro senza cambiare di marciapiede, col cuore che
gli batte. Si sente osservato, qualcuno potrebbe averlo notato tra i
dimostranti, potrebbero fermarlo,domandargli i documenti. Ma nessuno
lo ferma.”.
***
Raffaele
La Capria è nato a Napoli, l’8 ottobre
del 1922, è uno dei più importanti narratori del
dopoguerra, ma è anche sceneggiatore, traduttore e
saggista.
Nel 1961 ha vinto il Premio Strega col romanzo Ferito
a morte, nel 2001 il Premio Campiello alla carriera, nel 2002 il
Premio Chiara, sempre alla carriera, nel 2005 il Premio Viareggio con
la raccolta L’estro quotidiano, nel 2011 il Premio Alabarda
d’oro alla carriera, per la letteratura, nel 2012 il Premio
Brancati. Le sue opere sono numerose, voglio ricordarne solo
alcune.
Ha esordito, nel 1952, con il romanzo Un giorno
d’impazienza, il suo secondo libro è stato Ferito a
morte, pubblicato nel 1961, nel 1973 è uscito Amore e psiche.
Questi tre romanzi sono stati poi raccolti nel volume Tre romanzi di
una giornata.
Ha pubblicato anche raccolte di racconti, tra
queste La neve del Vesuvio e Fiori giapponesi, e poi diversi saggi.
Tra gli altri, False partenze, Il sentimento della letteratura, e
anche un’autobiografia: Cinquant’anni di false
partenze.
Inoltre ha tradotto per il teatro diverse opere di
autori molto noti, tra cui J.P. Sartre, J.Cocteau, T.S.Eliot,
G.Orwell.
Piera
Maria Chessa
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