Area riservata

Ricerca  
 
Siti amici  
 
Cookies Policy  
 
Diritti d'autore  
 
Biografia  
 
Canti celtici  
 
Il cerchio infinito  
 
News  
 
Bell'Italia  
 
Poesie  
 
Racconti  
 
Scritti di altri autori  
 
Editoriali  
 
Recensioni  
 
Letteratura  
 
Freschi di stampa  
 
Intervista all'autore  
 
Libri e interviste  
 
Il mondo dell'editoria  
 
Fotografie  
 
 
 

  Letteratura  »  Amore e psiche, di Raffaele La Capria, edito da Bompiani e recensito da Piera Maria Chessa 15/03/2020
 
Amore e psiche - Raffaele La Capria – Bompiani – ISBN 9788845206146 – Euro 20,00


Uno strano libro Amore e psiche, di Raffaele La Capria, pubblicato da Bompiani nel 1973. Un libro complesso, in alcuni passi quasi difficile da decifrare.
Il protagonista è un uomo di mezza età che quotidianamente si reca al lavoro. Nel suo ufficio la scrivania è letteralmente sommersa da manoscritti e copioni che aspettano di essere letti e studiati, storie che probabilmente non si trasformeranno mai in film. Lui stesso è impegnato nella stesura di un romanzo che, con fatica, cerca di portare avanti, per la verità senza molto successo.
La vicenda, molto probabilmente ambientata a Roma negli anni settanta, nei cosiddetti anni di piombo, si svolge tutta nell’arco di una giornata. Il protagonista esce al mattino per andare al lavoro, lungo il percorso rimane in coda per diverso tempo e lui stesso non ne comprende subito il motivo, nell’attesa, scopre che sono in atto dei preparativi per un comizio che si terrà quella stessa sera. Una manifestazione che non promette nulla di buono, tanto è vero che la polizia incomincia ad organizzarsi per evitare probabili derive.
Mentre lui attende di poter raggiungere l’ufficio, o eventualmente trovare un parcheggio per proseguire poi a piedi, incomincia ad “almanaccare”, termine che nel racconto viene usato diverse volte. Pensa a se stesso, ad alcuni fatti abbastanza insoliti che gli sono accaduti nell’ultimo periodo, al suo estraniarsi rispetto a tutto senza neppure rendersi conto, quel percepire in sè una sorta di sdoppiamento.
Ricorda un suo collega e amico, Gianni, uno dei pochi personaggi che nel racconto hanno un nome. Un uomo che amava scrivere, dal carattere bizzarro e non facile, e che a un certo punto della sua vita manifesta dei problemi mentali che, col tempo, lo porteranno ad entrare e uscire con frequenza dagli ospedali psichiatrici.
Il ricordo di Gianni inquieta non poco il protagonista che ha paura di trovarselo di fronte, perché in qualsiasi momento potrebbe manifestare comportamenti non previsti e neppure gestibili. Un uomo che avrà un ruolo importante nell’intera vicenda.
Ad un certo punto, almanaccando, sempre in attesa della partenza, la storia si sposta sul suo rapporto con la moglie. Si tratta di una donna dalla personalità complessa, niente affatto lineare, che lo accusa di essere assente e lontano e di non sentirsi capita, lui che non riesce a spiegare neppure a se stesso questa sua estraneità a ciò che lo circonda. Oltretutto è lacerato dal dubbio che la moglie possa tradirlo, un dubbio che, in determinati momenti, si trasforma in certezza.
L’unico punto fermo della sua vita sembrerebbe il rapporto con la figlia, una bambina ancora piccola che gli chiede spesso di raccontarle storie. Con lei riesce in qualche modo a dialogare. L’accompagna a scuola, e talvolta, quando si ricorda, la va a riprendere. Quando si ricorda…
Alla sera, ecco che vediamo il protagonista accingersi, dopo il lavoro, a rientrare finalmente a casa. Ma non sarà facile. Quel che si è preparato al mattino prende forma, la manifestazione politica non sarà per niente pacifica, lui si ritroverà, non si sa come e perché, in mezzo ai tafferugli. Avvengono parecchie cose non previste, e quest’uomo di mezza età senza nome, in fondo pacifico, si ritroverà catapultato in una situazione surreale. Vera o immaginaria?
E’ bene fermarsi qui. Come si è detto all’inizio, si tratta di una storia complessa, forse perché è la vita stessa ad esserlo, e la nostra mente, col suo “almanaccare”, lo è ancora di più.

Dopo diversi giri arriva sul Corso, dove sono avvenuti gli scontri. Il tratto cosparso dei detriti dell’esplosione è ancora chiuso al traffico. Una camionetta dei carabinieri staziona da un lato, più avanti, di fronte a un negozio con la saracinesca sfondata, un gruppo di agenti fa cerchio intorno a un commissario. Vorrebbe evitarli, ma teme di dare nell’occhio, così prosegue loro incontro senza cambiare di marciapiede, col cuore che gli batte. Si sente osservato, qualcuno potrebbe averlo notato tra i dimostranti, potrebbero fermarlo,domandargli i documenti. Ma nessuno lo ferma.”.

***

Raffaele La Capria è nato a Napoli, l’8 ottobre del 1922, è uno dei più importanti narratori del dopoguerra, ma è anche sceneggiatore, traduttore e saggista.
Nel 1961 ha vinto il Premio Strega col romanzo Ferito a morte, nel 2001 il Premio Campiello alla carriera, nel 2002 il Premio Chiara, sempre alla carriera, nel 2005 il Premio Viareggio con la raccolta L’estro quotidiano, nel 2011 il Premio Alabarda d’oro alla carriera, per la letteratura, nel 2012 il Premio Brancati. Le sue opere sono numerose, voglio ricordarne solo alcune.
Ha esordito, nel 1952, con il romanzo Un giorno d’impazienza, il suo secondo libro è stato Ferito a morte, pubblicato nel 1961, nel 1973 è uscito Amore e psiche. Questi tre romanzi sono stati poi raccolti nel volume Tre romanzi di una giornata.
Ha pubblicato anche raccolte di racconti, tra queste La neve del Vesuvio e Fiori giapponesi, e poi diversi saggi. Tra gli altri, False partenze, Il sentimento della letteratura, e anche un’autobiografia: Cinquant’anni di false partenze.
Inoltre ha tradotto per il teatro diverse opere di autori molto noti, tra cui J.P. Sartre, J.Cocteau, T.S.Eliot, G.Orwell.



Piera Maria Chessa


 
©2006 ArteInsieme, « 014034309 »