Ida
mater – Augusto Benemeglio – Youcanprint –
Pagg. 184 – ISBN 9788831638296 – Euro 26,00
Vi
dico, parenti e amici, che questo è un racconto ancora e
sempre da scrivere e riscrivere, da leggere e rileggere, che non avrà
mai un inizio né una fine, è un racconto che attraversa
le galassie e altri universi invisibili, sconosciuti, rottami di
stelle morte che fanno ancora musica
“Perché”
la madre – dice Victor Hugo – “è un angelo
che ci guarda e ci insegna ad amare e mai, mai ci abbandona”
Per
un figlio, la perdita di un genitore in tenera età è
uno squarcio immenso, la perdita di una madre è una recisione
che mai rimarginerà.
Augusto Benemeglio si racconta e
narra la sua grande perdita quando ancora era troppo piccolo perché
possa conservarne il ricordo. Con l’aiuto di una cugina
ricostruisce il passato, nel percorso della mamma delineandone così
la figura tra fotografie e racconti di amici e parenti.
Che
cos’è l’amore? Volete imprigionare la luce? Vi
sfuggirà tra le dita.
“Tua
madre era una maga, sapeva vedere oltre le cose, era nata per dare
gioia agli altri”, scrisse mio padre in una sorta di tardiva
resipiscenza, nell’unica volta che mi parlò di te, ed
eravamo entrambi già vecchi.
Augusto
ci racconta della madre in “Ida Mater” quando, come lui
stesso scrive, è già “vecchio” eppure tra
le righe vedo due occhi di bimbo che si illuminano nel momento in cui
ricorda, in cui apprende, in cui si accoccola e accetta la perdita di
questa madre venuta a mancare troppo giovane. Accettazione che
Benemeglio non avrà in giovane età, un’elaborazione
del lutto lunga anni e anni di vita, ma che alla fina arriva con la
consapevolezza che nulla muore, ma tutto si trasforma. Un angelo che
non ha mai abbandonato veramente i figli e i famigliari, perché
viva nei ricordi.
Svegliati!
Il giorno ti chiama alla vita. Il tuo dovere: nient’altro che
vivere.
Una
foto è per sempre
È
come una canzone,
è
lo specchio dove ritrovarsi,
guardarsi
dentro un liquido
è
scoprire un po’ di più chi sei.
Non
distruggere mai questa luce
E’
una piccola storia dell’anima.
Ma
i ricordi di Augusto Benemeglio vanno oltre la mamma naturale e
ripercorre la vita con la nonna paterna che si è presa cura di
lui e il fratellino, senza la quale sicuramente i piccoli sarebbero
stati destinati a un orfanotrofio. L’autore ricorda i sacrifici
e le rinunce della donna per poter dar “tutto e il meglio”
a quei nipoti tanto sfortunati… e il rimorso per non aver
detto un grazie al momento giusto riaffiora alla mente dell’autore.
Penso
a lei, mi commuovo e piango, per tutte le mie viltà, la mia
ingratitudine, le parole più semplici che le ho fatto mancare,
anche un semplice grazie nonna, ti voglio bene!
Unica
pecca di questo meraviglioso libro di memorie, è la
punteggiatura e gli spazi prima e dopo di essa, ma una pecca che si
fa perdonare dal cuore immenso che l’autore mette nella
narrazione.
Un libro, Ida Mater, che ricorda la vita in tutta la
sua cruda beltà.
Katia
Ciarrocchi
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