Dedalus
– James Joyce – Adelphi – Pagg. 304 – ISBN
9788845907630
– Euro 12,00
L’anima
di un uomo
In
un’Irlanda claustrofobica, colonizzata dagli anglosassoni,
paralizzata dalle sue stesse paure e da tradizioni gaeliche quasi
misconosciute e all’uopo rivitalizzate, in una terra dove
fervono le anticipazioni dei moti separatisti e si preparano i futuri
moti civili che porteranno, dopo la prima guerra mondiale,
all’agognata libertà a prezzo dell’eterna
schiavitù dell’Ulster, cresce un bambino. Questa è
la sua storia, o meglio una parte, fino a lambire una sorta di
maturità adolescenziale, trampolino di lancio per un salto
notevole: oltre il mare, oltre il confine, oltre i limiti di ogni
genere.
Si
tratta di Stephen Dedalus e non so se mi è piaciuto di più
il bambino della “muuuuuucca”o il collegiale che non
subisce il sopruso gesuitico o il giovane alla scoperta timida,
impacciata e peccaminosa del sesso o quello che si sottrae alle
grinfie di una pericoloso abbordaggio in terra votiva ( leggi:
proposta di farsi sacerdote) o ancora e di più quello che
matura, in coscienza, il proprio destino, seguendo le sue
inclinazioni, i suoi pensieri, affinando un senso estetico
sconosciuto ai più. Personaggio complesso dunque il nostro,
alter ego dell’artista da giovane a voler calcare lo stesso
titolo dell’opera che Pavese confinò a sottotitolo
preferendogli il più incisivo Dedalus. Un uomo ormai quasi
fatto quello che lasciamo nell’ultima pagina mentre affida a
striminzite pagine di diario i primi cocci della sua giovane vita
trascorsa: le conoscenze, l’amico, l’amore, i genitori e
tutti gli amen e gli alleluia del piccolo mondo che lo ha formato in
ottica cristiana, soffocandolo o tentando di farlo. Eppure non c’è
astio, nessun rancore, solo la lucida consapevolezza di voler
preservare l’anima…
”
-
L’anima(…) nasce anzitutto in quei momenti di cui ti ho
parlato. La nascita è lenta e tenebrosa e più
misteriosa di quella del corpo. Quando, in questo Paese, nasce
l’anima di un uomo, subito la si irretisce per impedirle di
fuggire. Tu mi parli di nazionalità, di lingua, di religione;
ebbene io cercherò di sottrarmi a tali reti.- “
Gradevole
lettura, inizialmente stentata e poco scorrevole perché
incentrata sulla rappresentazione dei pensieri del personaggio in
stile mimetico rispetto all’età narrata, condita da
evidente frammentazione, procede in crescendo, alternando blande
sequenze narrative che generano una certa progressione sempre utile a
soddisfare la curiosità del lettore con più frequenti
inserti riflessivi via via più interessanti e utili a chiarire
il contesto storico, culturale ma soprattutto l’avvenuta
formazione del giovane uomo e la sua scelta di lottare per se stesso.
Lo consiglio sicuramente.
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