Il
viaggio – Laura Vargiu – Youcanprint –
Pagg. 62 – ISBN 9788891182067 – Euro 7,00
Ho
appena concluso la lettura del racconto “Il viaggio”, di
Laura Vargiu, e ancora avverto intorno a me la danza delle parole
arabe e berbere pronunciate dai protagonisti. E mi sembra di vedere
nitidamente anche i colori di una terra, quella del Marocco, così
particolare e unica, che non puoi dimenticare.
“Il
viaggio” è un racconto molto interessante, bello per
come è stato scritto, ma altrettanto bello per le atmosfere e
certe caratteristiche del territorio in cui la vicenda si svolge.
Sono delle brevi pennellate quelle di Laura, ma così incisive
da rimanere impresse a lungo.
“Il
viaggio” racconta una storia difficile, un dolore che si è
protratto nel tempo, per circa vent’anni, che si è
nutrito di nostalgia e rimpianto, ma anche di inquietudine e
delusione. Racconta la storia di una bambina che lascia il suo borgo,
e non per sua scelta, e poi i suoi vent’anni successivi, quelli
che intercorrono tra i dieci/ undici della partenza e i trenta del
rientro nella casa dell’infanzia. Un viaggio realmente
compiuto, ma anche un viaggio interiore, passando attraverso una
sofferenza psicologica profonda e convinzioni che poi si dimostrano
fallaci.
In
questo importante viaggio dentro la memoria “incontriamo”
la protagonista, alcuni dei suoi numerosi parenti, la compagna di
classe, e l’autrice ce li presenta in quel modo particolare che
la contraddistingue. Si sofferma sulla carnagione ambrata di Aicha,
sul suo carattere determinato, forse lo stesso di sua madre, così
coraggiosa nelle scelte, ci presenta la più piccola delle sue
sorelle, il suo sorriso accogliente, e poi ancora la severità,
l’austerità, mi viene da dire, della sorella maggiore,
ed evidenzia il carattere riservato del padre, forse lui non sempre
coraggioso nelle scelte, ma con tratti poetici, un po’
“sognatore”, come dice Laura. Quel padre molto amato ma
troppo silenzioso.
L’importanza
delle parole, quelle giuste, per far sì che non si creino
degli equivoci, perché, il racconto insegna, possono fare
molto male, se non dette. E ugualmente, possono ferire a lungo, se
dette, come nel caso della compagna di scuola, che pur così
piccola, in una determinata circostanza, ha pronunciato le parole
meno adatte.
Sarà
invece una nipotina ad aiutare la protagonista nel vedere finalmente
chiaro dentro di sè, e lo farà con la spontaneità
dei bambini sensibili, e con una tenera stretta di mano.
Laura
dimostra di conoscere molto bene la cultura marocchina, i luoghi che
descrive, le usanze della gente, le sue consuetudini, ma anche di
amare profondamente quel mondo così lontano dal nostro, di
capirlo nelle sue peculiarità, di rispettarlo nella sua
essenza.
Una
scrittura, la sua, che non si può non apprezzare, così
coinvolgente e pertinente, così attenta com’è lei
ai particolari, ai sentimenti dei protagonisti della sua storia.
Piacevole
davvero la lettura di questo racconto, piacevole e istruttiva.
Piera
Maria Chessa
https://pieramariachessa.wordpress.com/
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