Ricordando
Graziella
di
Piera Maria Chessa
Graziella
Cappelli é
una carissima amica che conobbi tanti anni fa sui blog. Allora i blog
e i siti erano molto diffusi, e soprattutto piuttosto frequentati,
facebook non era altrettanto noto, perlomeno non per tutti, solo in
seguito noi abbiamo incominciato a farne parte, e un numero
considerevole di persone si è spostato sui nuovi social. Un
po’ alla volta i blog sono diminuiti, anche se non sono pochi
quelli che continuano a essere attivi.
E’
stato dunque sui blog che conobbi Graziella, i nostri commenti agli
argomenti proposti dai curatori dei siti incominciarono a girare
dall’uno all’altro. In quel periodo forse Graziella non
aveva un blog personale, ma scriveva su quelli collettivi, dove lo
spazio veniva condiviso. Tra questi, Cantiere
poesia,
che è ancora molto attivo e che ha ospitato e continua a
ospitare dei bravi poeti. Credo che il mio primo incontro con lei sia
avvenuto là.
Mi
hanno colpito subito i suoi testi. Essenziali, densi. Il suo sguardo
si posava su tutto, spaziava ovunque e affrontava numerosi temi. In
pochi versi sapeva raccontare tanto, perché non aveva bisogno
di tante parole, solo quelle necessarie.
Ora
Graziella non c’è più, pochi mesi fa ha
intrapreso un nuovo viaggio, non prima però di averci lasciato
un buon numero di testi poetici, molti dei quali aveva raccolto in
sillogi belle e suggestive, tra queste Nel
palazzo dell’ombra.
Ma
lei non è solo una poetessa, ci ha lasciato, ed è stato
il suo ultimo lavoro, anche un libro in prosa: Rossella.
Possiamo considerarlo un romanzo breve, oppure un racconto lungo. Ma
quel che conta è la storia raccontata, lo stile dell’autrice,
e il ritrovare anche tra le pagine in prosa la sua vena poetica.
Di
seguito, in questi primi giorni di un nuovo anno, ripropongo un mio
post a lei dedicato, lo scrissi diversi anni fa, nel giugno del 2014.
***
Graziella
Cappelli
Graziella
Cappelli è
un’altra cara amica che ho voluto ospite da me, ha portato con
sé non solo le sue belle poesie ma anche il profondo amore per
la natura e il rispetto per l’umanità.
In
realtà, la sua poetica è un universo tutto da scoprire,
come accade per ogni poeta, e in generale, per ogni scrittore. La sua
conoscenza, però, secondo me, avviene con gradualità,
con discrezione, mi viene da dire, è come se l’autrice
volesse svelare qualcosa di sé lentamente, quasi con ritrosia.
E’ forse per questo che l’apprezzamento dei suoi testi
diventa un poco alla volta sempre più profondo, perché
si ha il tempo e il desiderio di soffermarsi per meglio capire.
Sono
diversi i temi trattati, perché diversi gli interessi e le
curiosità, attento e sensibile il suo sguardo.
Per
questo desidero proporre alcuni suoi testi, per la loro bellezza, per
i profondi contenuti, per i motivi di riflessione che ne possono
scaturire.
***
Nella
poesia Amico traspare
la sua generosità e il rammarico per la partenza di un
conoscente, un vicino di casa, neppure un vero amico; ma
l’indifferenza non appartiene all’autrice, anzi, lei la
condanna apertamente, infatti scrive “in questa strada/
fatiscente/ d’indifferenza”.
D’improvviso
sei
partito
amico
dirimpettaio
dai
capelli di neve.
Gentile
mi
elargivi
saluti
e sorrisi
in
questa strada
fatiscente
d’indifferenza.
A
volte
attraverso
la
siepe
parlavamo
di arte
e
i tuoi occhi
s’illuminavano
come
vele sul mare.
Guardo
ora
sotto
il melograno
la
tua sedia
vuota
e
di fianco
il
pino
immenso
che
stilla lacrime.
In Toscana, amore ci
regala un bel ritratto della sua suggestiva regione, ce la presenta
come una sensuale bellissima sirena, e noi ne seguiamo i tratti,
incantati, ma poi arriviamo alla chiusa, e viene naturale condividere
con la poetessa sentimenti intimi e discreti come la nostalgia e il
rimpianto.
Sirena
emersa
dal mare
adagiata
e pigra
mostri
geometria
di forme
sinuose.
Ti
ornano le spalle
i
ricci capelli
d’appennino
e
gli occhi d’agata
sfumano…
nell’infinito.
La
schiena inarchi
quando
il vento
ti
solleva i veli
e
sparge profumi
nelle
conche
smeraldine.
Mia
luce
a
te ritorno
nell’ora
inquieta
là
dove
il tramonto
t’incendia
i fianchi.
Tra
silenziosi cipressi
mi
accovaccio
mentre
una
melodia
m’invade
e
dopo… piango…
E’
ugualmente bello il testo Momenti,
interamente dedicato ad un affetto profondo e totale, lo si capisce
solamente alla fine, nella bella chiusa dedicata alla figlia. Momenti
di complicità, amore, comprensione, tutto viene condiviso
durante una rilassante passeggiata.
Passeggiare
con
te
in
questa
Livorno
capricciosa
di
sole
e
mare.
Fragranza
di
ponce
nei
caffè
aromi
bucati
stesi
nel
vento.
Ascolto
parole
antiche…
note
attese
sulle
corde
del
cuore.
Sono
vele
le
nostre
ciglia
sui
canali
verderame
in
quartiere
Venezia.
Nei
riflessi
pastello
dei
palazzi
ci
sciogliamo
in
un sorriso…
figlia.
Più
malinconica è invece Immersa
nel verde,
anche se permangono il desiderio e la forza di reagire, e allora è
giusto cercare di far riserva di nuove energie in vista di momenti
più difficili.
In
questo scampolo
di
terra
incuneato
tra
il bosco e olivi
si
stempera
il
dolore
in
acquerello
di
foglie giada.
Evapora
il
disagio dell’essere
nel
calore
del
meriggio
e
il cuore leggero
danza
con
tre farfalle
nero
– avorio
sui
gerani.
Nuova
linfa
m’irrora
le
vene
mentre
gli
occhi
sono
granai
d’erbe
e polline
riserva
per
un incerto
domani…
E
poi la suggestiva descrizione notturna di un bosco, dove è la
meraviglia della natura che predomina. La poetessa osserva con
discrezione e stupore, e solo verso la conclusione sarà un
piccolo animale del bosco ad osservare lei, stupito, testimone di
quanto possa essere bello il mondo naturale.
Paesaggio
notturno
Luna
piena
fra
carovane
di
nuvole
al
balcone
del
bosco.
Nero
il
monte
pipistrelli
in
volo
tra
le querce.
Sul
sentiero
soffuse
luminarie
di
lucciole
fruscii
echi
di
rapaci.
Gorgheggio
vocali
sopite
e
un debole
canto
m’avvolge
l’anima.
Nell’erba
un
rospo
stupito
mi
guarda.
Nel
testo che segue la bella dedica ad un pino, probabilmente non più
giovane, dedica che permette un ripensamento sul tempo trascorso, per
contrapporlo al presente, in cui regna l’indifferenza e i
passanti hanno il “viso di piombo”.
Pino
silvestre
Salutarti
ogni
giorno
amico
verde
attraverso
la
nostra
strada
dolente.
Passato
è
il tempo
dei
campi
e
la semplicità…
lucciole
defunte
grilli
smarriti.
Ma
tu
resisti
a
questa
indifferenza
che
sfalda
le
facciate
delle
case
ai
passanti
dal
viso
di
piombo.
Io
non so
per
quanto
ancora…
Infine,
nell’ultimo testo, l’autrice sembra diventare parte
integrante della natura.
Dice
infatti “E il passo/si fa ritmo/con la terra”… Si
diventa un’unica cosa e la gioia è grande. Lo si avverte
in tutto il testo, ma in particolare nella bella chiusa.
Nel
verde più verde
Camminare
nel
verde più verde
delle
colline
e
adagiare
gli
occhi
su
onde di grano
mosse
dal vento.
Si
snoda
il
sentiero
tra
fiori d’erba
cremisi
e
arduo
risale
i pendii
avviluppati
di vigne.
E
il passo
si
fa ritmo
con
la terra
sui
sassi e
corone
di ginestre.
Tenero
il cuore
stringe
un
bouquet di aromi
e
sparge
sogni
e soffioni
verso
fiocchi
di
nubi vaganti.
Poi…
nel bosco
si
aggomitola
in
un gaio
ruscellare
d’acqua.
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