Libera
il futuro. Quindici lezioni dal digitale per migliorare il nostro
futuro – Mafe de Baggis – ED Enrico Damiami
– Pagg. 288 – ISBN 9788899438685
– Euro 17,00
Quindici
lezioni dal digitale per migliorare il nostro mondo
Libera
il futuro lo definirei un libro motivazionale, perché invita
il lettore a liberarsi da ogni stereotipo in modo che, si possa
aprire gli occhi su un nuovo mondo quale il Digitale e accogliere a
piene mani tutte le opportunità che offre.
Mafe De Baggis
pubblicitaria e digital media strategist freelance attraverso 15
lezioni spiega quanto sia importante il digitale e quanto, questo
possa far crescere le persone in tutti gli ambiti e rafforza questa
cosa narrando parti di vita personale, sia lavorativa sia in campo
affettivo.
L’autrice è pro al digitale in tutte le
sue forme, definisce internet una conquista per la non massificazione
nella vita dell’essere umano.
Che
cosa cambia quando il corpo incontra un’anima che conosce già
molto bene? Succedono cose molto belle, perché vedi davvero la
persona per quello che è. Corteggiarsi online ti permette di
selezionare, e non solo sulla base dell’aspetto fisico. “Se
vorrei” è il contraccettivo più efficace, dice
una battuta che circola in rete. Scoprire prima del proprio
appuntamento che uno non sa usare il congiuntivo è molto
meglio.
Mafe
De Baggis è aiutata da questo periodo storico, dove il
lockdown ci ha avvicinato moltissimo a internet facendoci comprendere
quanto importante sia, se non fondamentale, per il buon proseguo
della vita quotidiana di tutti noi e, soprattutto in questo momento,
un qualcosa che ha accomunato tutto il mondo.
A questo punto mi
sorge spontanea una domanda: Non sarà eccessivo elevare così
in alto Internet e tutti i suoi strumenti a discapito del nostro modo
di vivere al di fuori da esso? A mio avviso la via di mezzo tra il
digitale e il reale potrebbe essere il giusto compromesso.
Il
digital mindset ci aiuta a capire che lavorare con un computer è
più simile all’artigiano che alla catena di montaggio.
Un artigiano trova soluzioni dove altri vedono problemi. Il pensiero
digitalizzato è un pensiero che ci permette di comportarci
come artigiano del possibile, invece di rassegnarci alle cose come
sono e come sono sempre state.
Il
computer è una macchina programmabile: con il software puoi
progettare e realizzare mondi, non solo digitali. Mondi abitati da
persone, non da robot.
Un
libro interessante che porta a riflettere sotto molti aspetti, un
libro che, come dice la stessa autrice in un’intervista è
stato pensato prima del lockdown, ma che esce in piena pandemia,
quando internet, indubbiamente, è stato l’unico filo a
tenere unite le persone.
Una cosa mi trova in pieno accordo con
l’autrice, è che dobbiamo mettere in discussione,
sempre, quello che crediamo di sapere e aprirci a tutto ciò
che nuovo per crescere.
Citazioni
tratte da: – Libera il futuro. Quindici lezioni dal digitale
per migliorare il nostro mondo
…viviamo
in un mondo complesso, pericoloso e instabile. Tanto vale goderselo,
danzando con il cambiamento che non dipende da noi e cercando di
indirizzare quello che invece ci riguarda.
Perché
diamo per scontato di non poter cambiare la valigia? Perché
siamo tutti bravissimi ad adattarci alle circostanze, ma non abbiamo
ancora del tutto compreso che possiamo cambiarle anche nella
quotidianità, senza aspettare che qualcuno lo faccia per noi.
Mettere in valigia le cose più adatte al viaggio è un
adeguamento: alla destinazione, al contenitore, alle regole della
linea area, al tipo di viaggio. Pensare a come rendere la valigia
adatta a te è un miglioramento: dei tuoi viaggi e, fuor di
metafora, della tua vita, del tuo lavoro, delle tue relazioni.
(…)
ma questo gioco serve a vedere il recinto invisibile che ci siamo
costruiti intorno. E’ un recinto che a volte rimane tale,
soprattutto quando abbiamo a che fare con gli atomi ma sempre più
spesso è una costruzione mentale. La digitalizzazione delle
nostre vite dovrebbe averci insegnato che abbiamo molte più
possibilità di prima, mentre la nostra forma mentis precedente
ci ha convinto che ne abbiamo molte meno perché il computer, i
software, Internet ci obbligano a fare le cose in un certo
modo.
Niente
di più falso. Il computer non ha molto a che vedere con la
catena di montaggio che produce copie tutte uguali, assomiglia molto
di più a una pentola, a un pennello, a una penna: uno
strumento che, in mano alle persone, permette di realizzare oggetti
ed esperienze sempre diverse. In alcuni casi inimmaginabili prima,
nel bene e nel male.
In
sintesi è quello il cuore del mio metodo: sognare fortissimo,
sognare come pazzi, non porsi limiti e iniziare da lì, belli
carichi, a progettare qualcosa di fattibile subito con i mezzi a
disposizione.
Per
migliorare le nostre vite dobbiamo partire da questi due strumenti:
l’immaginario e la capacità di tradurlo in segni.
Le
convinzioni sono “giuste” nei limiti in cui riescono a
spiegarci tutto ciò che osserviamo, ci permettono di fare
delle previsioni corrette e, soprattutto, nei limiti in cui ci fanno
ottenere i risultati che desideriamo. Se questo non succede bisogna
avere la mente sufficientemente aperta per avere il coraggio di
cambiare le convinzioni su cui costruiamo i nostri pensieri, parole,
scelte e omissioni.
Semplice
da comprendere, ma difficile da applicare. (Claudio Pagliara,
Oncologo)
Sognare
a occhi aperti è indispensabile per progettare qualcosa che
funzioni. Se punti in basso cosa speri di far succedere? Sognare e
basta non serve a niente, sognare prima di agire fa la differenza.
Sognare da soli non basta, è molto meglio scambiare con
l’energia così prodotta con gli altri.
Katia
Ciarrocchi
www.liberolibro.it
|