Sorgo
rosso – Mo Yan –
Einaudi – Pagg. 476 – ISBN 9788806222154
– Euro 14,00
Metamorfosi
Il
sorgo è il vero protagonista di questo stupendo romanzo. Sullo
sfondo per tutta la narrazione, accompagna i destini dei cinesi della
regione del Gaomi, nella provincia costiera dello Shandong, una delle
più vicine al nemico durante la terribile guerra
sino-giapponese. Una terra adatta alla coltivazione, una provincia
rurale in estrema simbiosi con quel cereale che, quasi personificato,
partecipa di tutti gli eventi della vita dei suoi coltivatori, in un
ciclo vitale breve rispetto a quello dell’uomo, ma che si
protende di chicco in chicco con una continuità infinita. È
la terra dello scrittore Mo Yan, premio Nobel nel 2012, che "con
il suo realismo allucinatorio forgia racconti popolari, di storia e
contemporanei”. E questo è appunto un romanzo storico,
ripercorre infatti la devastazione prodotta dall’invasore
giapponese negli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, lo
sconvolgimento introdotto dall’invasore nelle piccole comunità
sparse dell’estremo Oriente, l’arrivo della violenza,
della distruzione e della morte. In realtà la narrazione
prende l’avvio dai ricordi dell’ultimo discendente di Yu
Zhan'ao, affonda dunque le radici in un tessuto pseudo civile fatto
di tradizioni millenarie ma anche di soprusi latenti, ancora ben vivi
negli anni Venti del XIX secolo. Un mondo atavico, perso nel mondo,
alienato e alienante; un mondo già violento e complesso. Un
mondo di banditi, come Yu Zhan'ao appunto, il nonno della voce
narrante che tenta, anche con il suo racconto, di tornare nel
territorio di appartenenza, di cercare quella simbiosi necessaria per
poterlo vivere senza essere un coniglio, privo come è, egli,
della necessaria forza che la sua permanenza in città ha
scalfito, forse per sempre. Anche il sorgo non è più
rosso, come lui, è ormai un ibrido: è cambiato e nella
sua metamorfosi ha modificato il paesaggio che forse ora è
pronto ad accogliere genti diverse. Rimarranno nella storia della
famiglia e del Paese le imprese eroiche della popolazione resistente
all’invasore, il suo coraggio, il suo sacrificio, così
come le singole storie di una famiglia come tante ma che per la
caratura dei suoi membri, ha il diritto di entrare nell’epos,
nella leggenda quasi, consegnati a noi da un’aura mitica che sa
di realismo magico. Un bellissimo romanzo, che annulla il dualismo
manicheo con l’uso sapiente della parola e del costrutto
narrativo capace di abbracciare un’ampia gamma di emozioni
riconducendoli semplicemente ad eros e thanatos.
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