Un’amica
indimenticabile
di
Piera Maria Chessa
Oggi
è un giorno particolare perché è l’8
settembre, e tutti sappiamo che proprio in questo giorno, nel 1943,
entrò in vigore l’armistizio firmato con gli alleati dal
governo Badoglio.
Ma l’8 settembre per me ha anche un
valore personale, perchè oggi è il primo anniversario
della morte di una mia e nostra cara amica poetessa e
narratrice, Graziella
Cappelli, che
proprio un anno fa, andò via in punta di piedi, con la
discrezione che le era propria, lasciandoci attoniti.
E’
trascorso un anno, e ancora oggi viene difficile accettare questa
perdita.
Non voglio parlare dei suoi numerosi pregi, l’ho
fatto più volte, anche se non mi stancherei mai di farlo, ma
voglio dire che sono ancora tanto dispiaciuta per il fatto che non ci
sia più. Questo sì, lo voglio ribadire.
Per questo
motivo, anche quest’anno, voglio proporre alcuni suoi scritti.
E’ un modo per sentirla più vicina a noi.
Il primo
è un brano in prosa tratto dal suo bel libro “Rossella
– tra sogno e realtà”- 2019 – A & A
Marzia Carocci Edizioni, il
secondo è un testo poetico tratto da ”
Nel
palazzo dell’ombra” – 2015 – Ibiskos Editrice
Risolo”.
“Natale
era volato come uccello migratore, dopo una breve sosta in quella
casa di freddo. Aveva lasciato momenti da ricordare, due gondole in
vetrina, un giocattolo, caramelle e cavallucci. La bambina aveva
ripreso la scuola, la donna a rivestire i fiaschi e l’uomo a
girare in bicicletta alla ricerca di un lavoro.
Fu un inverno
lungo, freddo, scandito dal vento di tramontana a scorrazzare, a
fischiare sulla campagna brulla.
La notte, il vento strisciava
sui muri, sui vetri delle finestre che risuonavano come un gemito
d’animale.
La bambina dormiva quatta quatta sotto le
coperte, che gelide erano al tatto.
Rossella era la sua ombra,
la seguiva la mattina alla scuola e nel pomeriggio al doposcuola
dalle suore. Quando pioveva forte, l’uomo l’accompagnava
sulla bicicletta con l’ombrello grande d’incerato verde.
Rossella riudiva con emozione il rumore grave delle gocce
tamburellare sulla tela e assaporava profumi vecchi, come quello
della terra inzuppata.”
Cap.
13, pg. 54.
(Dal
libro “Rossella – tra sogno e realtà”)
Immersa
nel verde
In
questo scampolo
di
terra
incuneato
tra
il bosco e olivi
si
stempera
il
dolore
in
acquerello
di
foglie giada.
Evapora
il
disagio dell’essere
nel
calore
del
meriggio
e
il cuore leggero
danza
con
tre farfalle
nero
– avorio
sui
gerani.
Nuova
linfa
m’irrora
le
vene
mentre
gli
occhi
sono
granai
d’erbe
e polline
riserva
per
un incerto
domani…
Pg.
35 e 36
(Dalla
silloge “Nel palazzo dell’ombra”)
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