Guerra
e pace – Lev Tolstoj – Garzanti –
Pagg. 1463 – ISBN 9788811686200
– Euro 16,00
Un
minimo giro di storia
Tolstoj
mi piace.
Tolstoj
mi commuove.
Tolstoj
cerca il buono e il bello anche dove non sono.
Tolstoj
descrive, regala quadri fitti di immaginazione: un ballo, un
banchetto, una battaglia e si ha come l'impressione di essere lì,
in quegli stessi luoghi e di viverli gli ambienti, penetrare nelle
storie, scambiare quasi delle battute con i personaggi, carpire
perfino i loro intimi segreti.
Tolstoj
con pochi tratti d'autore infonde l'essenza umana, tendenzialmente
rivolta sl bello e al buono, di ogni singolo personaggio. La carta si
anima.
A
me piace Tolstoj, potrebbe sembrare buonismo, il suo, e di riflesso
il mio, eppure io vedo altro. Il respiro di una possibilità,
di un'alternativa quando intorno tutto è buio.
Che
sciocco non dedicare il proprio tempo a questa lettura, essere dunque
schiavi di quelle resistenze che non concedono dilatazione alcuna,
che impongono quasi un parossistico consumo letterario, rifuggendo
una carezza quotidiana, alla fine cercata e desiderata, priva di noia
alcuna. Riguadagnare un vero piacere senza condizionamenti dovuti a
futili categorie spazio-temporali, temere il momento del congedo e la
parola fine ancora felicemente ammorbati dall imperante vanitas
vanitatum, ma paradossalmente certi che in tutto ciò che ci
circonda, nulla si impone di più di un grandioso romanzo come
Guerra e pace.
E
poi arrivi al tanto sospirato "Sorse l' ultimo giorno di Mosca"
e le famiglie nobili stanno fuggendo e i feriti eccellenti,
moribondi, stanno rientrando, e il climax è giunto a tali
livelli che sembra di essere russi e di gemere e soffrire con loro e
con mamma Russia. Infine la vita riprende a scorrere placida e noi
tutti a chiederci qual è il suo senso ultimo, se basta tutto
sommato un minimo giro di storia per annientarci,
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