L’hammam
– Tahar Ben Jelloun – La nave di Teseo – Pagg. 60 –
ISBN 9788893447911
– Euro 9,00
Il
diavolo è un uomo come gli altri
Dopo
aver letto negli ultimi anni diversi suoi lavori (alcuni dei quali
anche in lingua francese), è sempre piacevole tornare a Tahar
Ben Jelloun, la cui scrittura ha per me qualcosa di indefinibilmente
affascinante e “familiare”. Pubblicato una ventina d'anni
fa, il racconto in questione, per quanto breve, offre una prosa molto
scorrevole e coinvolgente che trascina il lettore di nuovo in quel
Marocco così caro all'autore, immancabile terra di memorie,
affetti, tradizioni che la vita in Europa non riesce a oscurare,
tanto da essere sempre, in un modo o nell'altro, al centro delle sue
innumerevoli narrazioni.
Per
il protagonista di queste pagine, un musicista maghrebino di successo
residente ormai da tempo a Parigi, la terra natia ricompare
all'improvviso all'orizzonte di un'esistenza che si scopre d'un
tratto fragile e in balia della maldicenza e cattiveria
altrui.
"Nella
nostra buona società ci si lascia sempre più andare
alla maldicenza. In tal modo è facile mascherare le proprie
incapacità. La gente si annoia e passa il tempo a giudicare
gli altri, innalzando forche e diffondendo pettegolezzi."
Soltanto
attraverso il recupero delle proprie radici e delle sane abitudini di
una volta, come quella di frequentare l'hammam (elemento fondamentale
dell'urbanistica arabo-islamica) dove ci si dedica alla pulizia e al
benessere del corpo, l'uomo riuscirà a venire a capo di una
strana malattia della pelle che, nonostante i continui lavaggi, lo
tormenta facendogli continuamente sentire un odore insopportabile.
L'antica medina di Fes con i suoi vicoli labirintici (e chi ha avuto
occasione di visitarla almeno una volta la riconoscerà senza
alcun dubbio) e soprattutto il vecchio hammam frequentato negli anni
della giovinezza, per non parlare di alcuni personaggi caratteristici
che ancora animano quei luoghi, primo fra tutti l'anziano
massaggiatore Bilal detto “il filosofo”, impreziosiscono
una trama in apparenza semplice, ma in realtà densa di
significati.
Un
gran bel racconto che parla di false amicizie, dell'invidia e del
male che da esse possono scaturire, nonché dell'importanza di
saper dimenticare e procedere oltre. Presto o tardi, come mostra
l'epilogo di questa curiosa vicenda narrata con inconfondibile
maestria, la resa dei conti arriva e la vita ritrova così i
suoi equilibri, a condizione che si sappia voltare pagina fino in
fondo.
“Come
lottare contro le carogne? [...] Il loro scopo è demolirti.
Non importano le ragioni. Ma non fare il loro gioco. È meglio
che ti vedano vivo, non intaccato dalle loro porcherie, anziché
rassegnato, abbattuto e finito. La tua esistenza, il tuo talento, il
tuo successo li disturbano. E allora tu disturbali con più
grinta, con genio!"
Laura
Vargiu
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