Una
notte a Kalinteri – Konstantinos Kavafis –
Via del Vento - Pagg. 44 – ISBN 9788862261166
– Euro 4,00
Un
“artigiano del lògos
“
Pubblicato
alla fine del 2020 dalle Edizioni Via del Vento, il volumetto dal
titolo Una notte a Kalinteri di Kavafis (n. 81, collana «Ocra
gialla») amplia e arricchisce la conoscenza dell’opera
del celebre autore greco nato e scomparso ad Alessandria d’Egitto
(1863-1933), proponendo una serie di sorprendenti prose rare che ben
testimoniano la versatilità dell’intellettuale in
questione. Come precisa la curatrice Claudia Ciardi nella sua gran
bella postfazione, esse sono parte di “[…] una
produzione meno nota e dispersa in edizioni fuori stampa o troppo
frammentata nelle poche ristampe.” Un corpus, dunque, ancora
cospicuamente da esplorare negli archivi, uno studio tutto in
divenire che preannuncia risultati molto interessanti.
Dai
testi qui raccolti, per lo più brevi articoli, annotazioni,
riflessioni, emerge una scrittura degna di nota e assai coinvolgente
che cattura ben presto il lettore accompagnandolo in un viaggio
particolarmente affascinante. Spicca, tra queste pagine, il racconto
fantastico Alla luce del giorno, estratto da una edizione risalente
al 1896, del quale si offre una nuova traduzione in lingua
italiana.
“[…]
La stanza era buia. Ho acceso la luce. Il sogno era così
reale, così vivido che sono rimasto sbalordito e sopraffatto.
Ho avuto la debolezza di andare a vedere se la porta fosse chiusa a
chiave. Chiusa come sempre. Ho controllato l’orologio: erano le
tre e mezzo. Mi ero coricato alle tre in punto. […]”
La
trama, animata dall’elemento soprannaturale, se non addirittura
demoniaco, che sembra mescolare con abilità realtà e
sogno, viene impreziosita da vivide atmosfere mediterranee che le
fanno da sfondo.
Avvezzo
a un’esistenza riservata, emblematicamente rischiarata dalla
luce delle candele nella propria abitazione egiziana (come ci ha
raccontato a suo tempo la penna del compianto Guido Ceronetti, che
definì Konstantinos Kavafis un “artigiano del lógos”),
il poeta nel 1910 di sé scriveva:
“La
mia vita scorre in voluttuose fluttuazioni, in pensieri inclini
all’erotismo che talvolta arrivano a realizzarsi. La mia opera
è invece governata dal ragionamento. Va bene così,
forse. […] Opero come gli antichi. Costoro hanno discettato
sulla storia, la filosofia, composto drammi a partire da radici
mitologiche ed erano – molti almeno lo erano – malati
d’amore, esattamente come me.” (dal brano “Vita e
arte”)
Colpiscono,
inoltre, i suoi ragionamenti in Le parole (1902) in merito
all’importanza dell’esprimersi in vari contesti, anche al
fine di dare forza a idee che possano un giorno cambiare il
mondo:
“[…]Un
uomo semplice […] ha un’idea, critica un’istituzione
o un’opinione generale; sa che la stragrande maggioranza pensa
il contrario, quindi tace […] È un errore grossolano.
Io mi comporto diversamente. Critico ad esempio la pena di morte. Non
appena si presenta l’occasione, lo dico, non perché
penso che gli Stati la aboliranno domani, ma perché sono
convinto che dichiarando la mia contrarietà contribuisco al
trionfo della mia opinione. Non importa se nessuno è d’accordo
con me. Il mio discorso non è perso.[…]Altri avranno il
coraggio dell’azione. […]”
Un
passo di notevole profondità che si commenta da sé.
Un’altra
preziosa pubblicazione, "Una notte a Kalinteri", della
piccola grande casa editrice pistoiese, la quale, proprio lo scorso
anni, ha festeggiato i suoi primi trent’anni di attività
(www.viadelvento.it). Una lettura di certo imperdibile per gli
appassionati del poeta alessandrino, ma ottima e utilissima anche per
chi desiderasse iniziare a conoscere la straordinaria figura di
Konstantinos Kavafis che ci ha lasciato Itaca e altre liriche
meravigliose.
Laura
Vargiu
|