L’inverno
del nostro scontento – John Steinbeck –
Bompiani – Pagg. 324 – ISBN 9788845268410
- Euro 13,00
Splendidi
giorni a venire
Ethan
appare sulla scena di questo struggente romanzo in un “mattino
biondo oro di aprile”; è a letto con la moglie che lo
chiama “scemo” perchè “con i mignoli in
bocca le faceva le smorfie". Venerdì santo, giornata
impegnativa al lavoro, commesso nella bottega di alimentari del
terrone Marullo, lui discendente degli Hawley, stirpe di Padri
Pellegrini e di facoltosi balenieri caduti in disgrazia. Poche
battute, al risveglio, e il personaggio è abilmente delineato:
scanzonato, malinconico, acuto osservatore, relitto della società
in fermento, estroso oratore ( comunica la sua visione della società
alla banda di lattine che popola gli scaffali del negozio), ottimo
commerciante, vivo spessore culturale, ottimo ascoltatore. Un
tentativo di rialzarsi, andato male…
“Se
avessi voglia di svaligiare una banca, lo farei prima di una festa
lunga. La grana è tutta là dentro che
aspetta.”
Indizi,
buttati lì con una noncuranza che è magistrale perché
permette di recuperarli, avendoli finalmente collocati nel giusto
ruolo di dettagli da non trascurare, solo quando la storia è
così ben avviata nel suo lento procedere che ci si rende conto
che qualcosa è sfuggito. Una trama invisibile, tanti piccoli
indizi. A chi ha la fortuna di leggere per la prima volta questo
romanzo, mi sentirei di dire proprio questo : nulla è casuale,
tutto è affidato alla parola, compito del lettore è
quindi dipanare la trama. Compito non facile perché molto è
affidato ai dialoghi con il piccolo universo del microcosmo che ruota
intorno a Ethan: la moglie, Joey Morphy, cassiere alla banca First
National, l’ amante di Joey, Margie Youg-Hunt, il signor
Marullo, il signor Baker, presidente della banca, l’amico
d’infanzia; Danny Taylor, perso nell’alcool, i due figli
di Ethan. La narrazione inoltre, dopo i primi due capitoli, passa
dalla terza persona alla prima persona e l’ottica per tutta la
prima parte è quella di Ethan: funzionale a farci trascorrere
i giorni fino alla Pasqua e oltre mentre vengono ripercorse le
principali tappe della sua vita. In maniera speculare la seconda
parte, che si sofferma maggiormente sulla realtà della
cittadina di New Baytown, segue la stessa disposizione delle voci
narranti, il tempo scorre fino alla festività nazionale del
Quattro luglio, ma sono sicuramente i periodi precedenti le “feste
lunghe” a essere i più interessanti quando tutto pare
possibile e succede ciò che non si era previsto. Una seconda
parte ricca di avvenimenti, di salite vertiginose e di cadute morali
che sveleranno la vera essenza di ogni singolo personaggio in una
sintesi mirabile di corruzione e corruttibilità che lascia
aleggiare su tutto il vago e profondo senso del nostro scontento.
Sempre attuale.
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