Una
persona alla volta – Gino Strada –
Feltrinelli – Pagg. 186 – ISBN 9788807173400
– Euro 16,00
“L’utopia
è solo qualcosa che ancora non c’è”
E’
morto il 13 agosto 2021 a Rouen in Normandia. Aveva 73 anni. Nel 2015
aveva ricevuto il Nobel alternativo (Right Livelihood Award ) “per
la sua grande umanità e la sua capacità di offrire
assistenza medica e chirurgica di eccellenza alle vittime della
guerra e dell’ingiustizia, continuando a denunciare senza paura
le cause della guerra”.
Gino
non c’è più, ma Il suo spirito, contenuto in
questo libro nato postumo, può dilagare ancora ovunque e,
come direbbe Lorca, “inquietare” le coscienze, far
riflettere, armare gli animi di coraggio, perché finalmente si
raggiunga quello stato di spirito evoluto che ti fa spendere le
energie per dichiarare pubblicamente e senza tema di essere preso per
un ingenuo “guerra alla guerra”.
Semplicità,
essenzialità, chiarezza contraddistinguono il raccontarsi e
raccontare di Strada. Un taglio chirurgico che lui ben conosce e usa
anche per i suoi discorsi. E’ un’autobiografia di un
essere che non ama glorificare se stesso, ispirata e sostenuta da
quelle radici familiari e sociali “… Vivevamo in via
Lacerra, uno dei quartieri più popolari di Sesto San Giovanni.
La chiamavano la “Stalingrado d’Italia”: le grandi
industrie, gli operai, il partito, l’antifascismo…lo
capivamo anche noi bambini che al di là delle acciaierie
respiravamo etica del lavoro, responsabilità, senso di
comunità…”che lo hanno reso ciò che è
stato nella vita e che gli hanno permesso di fare miracoli,
arrivando là dove nessuno poteva immaginare, trasformando
quelli che per gli altri sono sogni in fattivi progetti di successo.
Un’autobiografia in cui i dati personali sono pochi e
marginali, tenuti appartati per pudore.
Tramite
capitoletti pieni di “senso”, ripercorriamo la sua
avventura di vita: gli studi universitari nel periodo della
contestazione giovanile, la scelta della specializzazione in
chirurgia d’urgenza, l’appassionato apprendistato
chirurgico, il rifiuto di fare velocemente carriera e soldi in un
paese (USA) “…dove per potersi curare la gente deve
tirar fuori la carta di credito…”La prima partenza
per il Terzo Mondo come chirurgo della Croce Rossa. L’esperienza
a Quetta dove giungevano i feriti scappati dall’Afghanistan.
Pieni
di energia positiva i capitoli in cui racconta l’ideazione e
la nascita di Emergency nel 1994. La moglie Teresa, la figlia
Cecilia, gli amici tutti, impegnati, grazie anche al fortunato
incontro con Maurizio Costanzo, a mettere in piedi un’associazione
che avrebbe dovuto vivere del lavoro volontario di medici e
infermieri e dei contributi della gente. Commuove constatare come la
gente sappia essere generosa quando sente qual è la cosa
giusta da fare. E la cosa giusta da fare, in mezzo ai macelli e le
carneficine scatenate da “machiavellici politici” e dai
poteri inidentificabili della società
capitalistico-consumistica, è cercare di salvare vite,
ricucire pezzi di carne, regalare protesi a chi ha è stato
derubato dei propri arti e di una vita normale; denunciare l’orrore
delle mine/giocattolo e ottenere in Italia nel 1997 l’approvazione
della legge 374: Norme per la messa a al bando delle mine antiuomo.
Scorrono
i fatti storici più terribili degli ultime trenta anni. 1998,
genocidio in Ruanda.
7
ottobre 2001 Primo bombardamento USA di Kabul di cui, grazie ad un
rientro avventuroso in Afghanistan, Emergency è l’unica
Ong testimone “ C’erano morti nelle strade, gli
ospedali erano pieni di gente fatta a pezzi da missili e bombe. La
quantità di civili che pagava i costi della guerra era
spaventosa, bambini, donne, ragazzi. Tra i feriti, tanti neanche
sapevano che cosa fosse successo l’11 settembre a più
di 10000 chilometri da casa loro.”
E
ancora Afghanistan, per vent’anni di ininterrotte carneficine;
Iraq; Sierra Leone; ma anche l’Italia che, pur non essendo
Terzo Mondo, ha visto negli anni crescere le disuguaglianze
economiche e il numero dei bisognosi di assistenza.
Le
riflessioni della seconda parte del libro sono dedicate al Diritto
alla salute di tutti gli esseri umani. “Il modo migliore per
praticare l’uguaglianza è dimostrare a chi aiutiamo che
lo consideriamo uguale a noi coi fatti, concretamente” ed
ecco che con Renzo Piano progettano e costruiscono un centro
pediatrico a Entebbe in Uganda “scandalosamente bello”.
Il
libro termina con la critica serrata alla politica sanitaria attuata
dall’Italia negli ultimi decenni e, per quanto riguarda i
vaccini anti-covid, la richiesta ai governi di reclamare dalle case
farmaceutiche il vaccino come bene pubblico e non di mercato.
Senza
retorica e spesso riportando solo i dati dei morti e feriti e delle
prese di posizione dei vari Paesi, l’autore ci coinvolge nella
lettura di pagine dense che indignano e commuovono. Ti viene da
piangere e non sai perché. Forse perché tocchi con mano
le ingiustizie perpetrate in ogni dove sulla maggioranza della gente
e senti che non possiamo dirci civili o umani o nobili o bravi o
buoni se non interveniamo in qualche modo per cambiare noi stessi
innanzitutto e le nostre società.
Strada
ci addita quella visione alternativa dei rapporti tra le nazioni che
ha fatto capolino lungo tutto il Novecento pure se non è
riuscita ad affermarsi:
Ginevra
1933 - Conferenza generale sul disarmo. Einstein dichiarò
“La guerra non si può umanizzare, si può solo
abolire.”
Parigi
1949 - Movimento dei partigiani per la pace ( Curie, Picasso,
Matisse, Neruda, Einstein, Vittorini, Einaudi, Quasimodo, Ginzburg)
1955
Manifesto Russel Einstein, dopo l’esplosione della bomba
atomica:
“Questo
è il dilemma che vi sottoponiamo, crudo, spaventoso,
ineludibile. Dobbiamo porre fine alla razza umana, o deve l’umanità
rinunciare alla guerra?...Dobbiamo cominciare a pensare in una nuova
maniera. Dobbiamo imparare a chiederci non che mosse intraprendere
per offrire la vittoria militare al proprio gruppo preferito, perché
non ci saranno poi ulteriori mosse di questo tipo; la domanda che
dobbiamo farci è: quali passi fare per prevenire uno scontro
militare il cui risultato sarà inevitabilmente disastroso per
entrambe le parti?”
Uno
dopo l’altro è un libro da leggere e rileggere per
restare ben piantati e con gli occhi ben aperti nel nostro tempo.
QUESTO
LIBRO SOSTIENE EMERGENCY
Franca
Canapini
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