Il
calamaio dell’Inquisitore – Domenico
Massaro – Cult – Pagg. 180 – ISBN 9788863920574
– Euro 12,00
Il
castello dei Conti Guidi di Poppi, superba costruzione dalle linee
essenziali che si staglia nelle alture del Casentino, dove anche
l’esule Dante soggiornò, farà da cornice alla
presentazione ufficiale del nuovo romanzo di Domenico Massaro “Il
calamaio dell’inquisitore” (Cult Book, 2010): e non
poteva essere altrimenti, dato che proprio nello storico castello e
nel paese si svolge principalmente la vicenda narrata, un ben
costruito thriller ambientato nella prima metà del Settecento,
durante il granducato dei Lorena.
L’opera
di Massaro si snoda come un vero e proprio giallo, con tanto di morte
misteriosa, inquietanti dubbi, rivelazioni a sorpresa, indagini
affidate ad un detective ‘sui generis’, lucido e colto,
Tommaso Crudeli, affiancato da un aiutante, il dottor Cocchi,
entrambi degni eredi di analoghi personaggi usciti dalla fantasia di
romanzieri famosi. Solo che in questo caso i due sono personaggi
reali, radicati nelle pagine della ‘historia’ vera e
quello che si svolge sotto gli occhi del lettore è la
ricostruzione romanzata, ma fedele nei fatti e nello spirito, del
processo in cui venne coinvolto Tommaso Crudeli, dottore in legge
nativo di Poppi, animo aperto alla ragione e alla tolleranza e suo
malgrado stretto nella maglie di una vicissitudine che ne minò
duramente il fisico.
Allievo
a Pisa di Bernardo Tanucci, Crudeli si legò al mondo culturale
inglese durante il lungo soggiorno a Firenze, dove nel 1739 lo colpì
la Santa Inquisizione con un durissimo carcere e la condanna per
eresia. Il paesaggio urbano fiorentino infatti si alterna a quello
più severo e altrettanto incantato del Casentino, con la sua
gente semplice e austera e i ritmi di vita scanditi dalla natura,
sfondo ideale per questa indagine condotta con “metodo
baconiano: prima i fatti, poi le ipotesi” come afferma Crudeli,
e, come ribadisce Cocchi, “dagli effetti possiamo risalire alla
causa”. Ma l’indagine tesa a sciogliere l’enigma
della morte del priore della sperduta Abbazia di San Fedele di Poppi
porterà ad esiti sconcertanti attraverso vie che passano per
quella cultura europea (Spinoza, Locke...) che ormai si oppone allo
strapotere di una Chiesa arroccata nella difesa dei suoi dogmi,
contrapponendole l’esaltazione del libero pensiero e del giusto
confine tra Chiesa e Stato.
E’
contro questo pensiero nuovo che si scaglia lo strale omicida e
soprattutto l’oscura trama dell’Inquisitore Ambrogi,
personaggio ben delineato anch’esso nella sua impostazione cupa
e manichea, e il cui ‘calamaio’ colpisce tetramente vari
personaggi, vergando poi quello che sarà l’ultimo atto
di condanna del tribunale da lui presieduto. Così, attraverso
una ben scandita serie di eventi, figure, descrizioni, che tengono
avvinto il lettore fino all’ultima pagina, Domenico Massaro ci
consegna anche, tra le righe di una prosa chiara, essenziale, ricca
di citazioni ben collocate e suggestive domande, un’occasione
eccellente di recupero di un angolo di storia solo in apparenza
minore, uno spunto di riflessione su certe voci coraggiose da cui è
faticosamente nata la civiltà dei Lumi e quello che ne è
seguito a tutt’oggi.
Non
a caso l’autore apre il libro con una citazione di Herta
Muller, Premio Nobel 2009, voce dei perseguitati politici
tedesco-rumeni, e lo chiude con il ricordo di Leopoldo II di Lorena
che nel 1782 abolì il Tribunale del Santo Uffizio. E il
Granducato di Lorena - vale la pena ricordarlo - fu il primo Stato ad
abolire la pena di morte...ovvero la vicenda trattata dal libro è
ancora suscettibile di molte considerazioni sull’epoca attuale,
che ci auguriamo scaturiscano soprattutto da e per le nuove
generazioni.
E
se il 14 luglio celebra la presa della Bastiglia del 1789, ben venga
il 15 luglio 2010 a battezzare un romanzo imperniato su Tommaso
Crudeli, in quella stessa Poppi che lo vide nascere, battersi e
morire nel nome della libertà della coscienza e dei popoli. La
presentazione, prevista per le ore 17,30 nella sala del castello,
avrà vari relatori, tra cui Alberto Mancini, Alberto Asor
Rosa, Franco Sbarberi e Corrado Ocone, ma è prevista la
partecipazione anche di Riccardo Nencini, Presidente del Consiglio
Regionale della Toscana e l’esecuzione di brani musicali del
‘700 ad opera del maestro Giannino Giannini. All’evento,
sicuramente di grande interesse e concluso da un buffet, sarà
presente, oltre all’Autore, il pittore casentinese Mario Fani,
il cui dipinto “Notturno”, riprodotto in copertina, ben
si addice al volume: una candela accesa nel buio, sul desco terso
della mente.
Patrizia
Fazzi
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