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  Letteratura  »  La milionesima notte, di Carla Malerba, edito da Fara e recensito da Alessandro Ramberti 20/04/2023
 

La milionesima notte - Carla Malerba - Fara - Pagg. 64 - ISBN 978-88-9293-038-0 - Euro 12,00




Postfazione


"fino a trovare la gloria della luce"



È molto femminile la voce di Carla Malerba, si sente che ha vissuto, viaggiato, incontrato, assaporato, amato... il suo canto vola alto e leggero e si abbassa dolcemente per incoraggiare, per donarci quel luogo prezioso che è lei stessa, bussola necessaria a non perdersi, anzi ancora di più a ritrovarsi, a riscoprire in sé stessi risorse latenti e dimenticate, ad accettare e curare le ferite lasciate da eventi funesti.

La notte è lo spazio in cui i pensieri si rincorrono, si fissano sulla tela effimera dei sogni, si intersecano a pulsioni, sentimenti, desideri, in un gioco chiaroscurale, in cui si crea quella tensione che ci mette a un po´ a nudo, con amorevolezza, come abbiamo, ad esempio, appena visto nell´ultima poesia della raccolta,


Al buio scrivo parole

che la mente illumina

e guida la mano

il pensiero del nulla che siamo.


o in quelle alle pagine 17 e 18 da cui stralciamo i brani seguenti


La notte era flusso

di maree

si consumava l´amore

fino all´alba

le barche parevano

smarrite in alto mare.


La notte come uno sposo

mi accudisce

mi circonda

col suo silenzio

mi regala spazi lucenti.


C´è una intensità concreta e saggia nelle poesie di Carla, e se il suo sguardo appare abbastanza disilluso ("guardarci attorno / non ci basta a vivere", p. 21) non è mai però venato di pessimismo: si constata certo con piglio qohletiano la realtà, ma gli occhi sanno percepire altro e infondere una speranza senza enfasi eppure, di fatto, illimitata per cui, se "Sembra caduto il cielo / su di noi", la poetessa libico-aretina non si perde d´animo, ma ci ricorda con fiducia a p. 53 che "siamo stelle destinate / a effondere parabole di luce" e che (p. 52) "La solitudine dell´anima si allarga / eppure è solitudine compagna" (v. anche la poesia introduttiva di sezione a p. 28).

C´è dunque un timbro musicale mozartiano diffuso in questa Milionesima notte che dispiega immagini radiose ed altre senza infingimenti, con le loro asperità e crudezze, ma al contempo, con la sua musica, il flusso poetico riesce a riscattare la negatività, ci offre il modo di considerare le situazioni nella loro impegnativa e a volte dolorosa complessità (evidenti, ad esempio, i riferimenti alle restrizioni imposte dalla pandemia) e a farne memoria, dunque a reagire. Già la condivisione e il ricordo sono infatti un modo per non restare inerti in una passiva accettazione, ma per sentirsi in relazione, membri di una comunità, consapevoli di essere sulla stessa barca. Abbiamo davvero bisogno di recuperare i tratti di una umanità che non isoli le persone e non dimentichi di essere frutto di un tessuto di incontri, di vicendevoli gesti di attenzione e di amore (rileggiamo in tal senso la splendida poesia a p. 23, "Se dopo la notte / ci fosse un giorno estremo...").

Anche la morte, se abbiamo amato, se ci siamo donati, viene accolta come avvenimento naturale che apre a una nuova incognita e folgorante dimensione, cfr. la poesia dedicata Ad Alfredo R. (p. 49):


È l´ultimo giorno

avido di vita.

Quanto vicino al nostro

il morire del fiore

quando sapremo

di quell´ultimo giorno

l´estremo suo fulgore.



Alessandro Ramberti

 
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