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  Letteratura  »  Tracce dell’anima, di Carlo Castellaneta, edito da Mondadori e recensito da Grazia Giordani 20/05/2023
 

Tracce dell´anima - Carlo Castellaneta - Mondadori - Pagg. 221 - ISBN 9788804474852 - Euro 17,99



Non avrebbe proprio bisogno di presentazioni, poiché anche ai lettori più distratti non sarà sfuggita la statura letteraria di uno scrittore e giornalista della qualità del milanese, per nascita, Carlo Castellaneta, di cui basterebbe ricordare Viaggio col padre(58); Villa di delizia ('65); Progetti di allegria ('78); Una città per due (81); L'età del desiderio ('90);Le donne di una vita ('93); la città e gli inganni ('95); L'amore immaginario ('98), per avere un quadro completo della sua capacità di scrittore attento alle proustiane "intermittenze del cuore" e con l'orecchio proteso alle vibrazioni dell'anima.

Tracce dell'anima - per i tipi della Mondatori - si intitola appunto la sua ultima fatica letteraria, un romanzo di coinvolgente pathos (e, quando un autore riesce a farci letteralmente "patire" con lui le vicende descritte, in termini teatrali si direbbe che "ha passato la ribalta", ovvero la sua opera è giunta al cuore dei lettori); una storia inquietante in quanto atta a spingerci ad un processo di immedesimazione.

La pagina non è mai affollata di personaggi. Castellaneta è uno scrittore intimista, capace di fare romanzo con monologhi o duetti.

A grandi linee la trama: incontriamo subito il protagonista maschile, Lorenzo, un attore di prosa di successo che ha un momento di acuta introflessione alla ricerca della sua anima, e quindi Rossana, il suo struggente amore elusivo e mutevole, per ragioni che indagheremo. Ai due protagonisti del duetto, si affiancano comprimari di grande pregnanza psicologica, quali la prima moglie dell'attore, Natalia, e soprattutto Sissi, una donna di rara generosità e schiettezza che riuscirà a chiarire allo stesso Lorenzo qualche lato oscuro della sua personalità.

Dicevamo un amore "elusivo e mutevole" - quello di Rossana per Lorenzo.

In effetti se io, da lettrice, ho provato istintiva simpatia per il protagonista maschile e meno "comprensione"per Rossana, che mi è apparsa molto legata al proprio tornaconto sentimentale, un motivo deve esserci. Procedendo nella lettura mi sono chiesta quale fosse, e ne ho dedotto che dentro la figura complessa di Lorenzo è racchiusa la centralità del romanzo, ovvero la ricerca spasmodica della sfuggente "anima-laica", presenza-assenza che perseguita il protagonista, e con essa il desiderium, la brama irrisolta di raggiungere spiritualmente e fisicamente la donna amata, nella più assoluta completezza, e il senso di colpa, e il "dubbio", pungolo continuo nell'interiorità dell'attore.

Rossana è elusiva all'inizio, concede baci rubati - che non è poi così difficile sottrarle - si dà negandosi; e, quando finalmente si concede, in una ardente notte d'amore, non è del tutto chiaro se lo faccia per pura pulsione amorosa o se vi concorra fortemente un senso di vendetta nei confronti di Sergio, il marito regista, ampiamente fedifrago, eppure fortemente carismatico nei suoi confronti.

È vero che Lorenzo non sa cogliere un momento di schiettezza dell'amata che gli propone di confessare tutto al marito, ma questa è l'unica traccia di amletico comportamento del protagonista maschile, innamorato della donna, fino al raggiungimento di un'ossessione amorosa, martellante come la "goccia"nel famoso preludio di Chopin.

L'ossessione amorosa e quella sulle tracce dell'anima, camminano di pari passo nel tessuto narrativo del romanzo, tanto che ci pare di sentire l'ansimare ansioso di Lorenzo, forse all'unisono con quello dell'autore, in un continuo transfert di sensazioni ed emozionati pensieri.

L'anima laica, così spasmodicamente cercata, avulsa da quella di agostiniana memoria, ora è l'"angelica farfalla" che Dante cita nel Purgatorio - e il suo fremito d'ali fa vibrare la pagina - ora è una "misteriosa essenza" che fa trepidare, ora è un "eccesso di felicità che punta verso l'infinito", ora è "un filo di voce", un "fiato" da ànemos - appunto - che potrebbe essere sfuggito dalle labbra dell'amata -, ora "la percezione di una totalità che si riesce a trovare solo attraverso il sentimento", ora è una "fitta dolorosa", un" bisbiglio", quindi una "scintilla di luce" che "esiste solo se la si interroga".

Lorenzo indaga anche il dualismo tra "anima e coscienza" e pensa alla commozione che si prova davanti ad un'opera d'arte, tale da farci sentire la "presenza dell'anima"; anima potrebbe anche essere la "fine della dicotomia tra carne e sentimento" che sempre lo ha lacerato, e quindi giunge a pensare che la sua anima si sia dissolta dentro i tanti personaggi che ha interpretato, che questa pluralità interpretativa l'abbia distrutta. . A tratti l'anima del protagonista si fa cattiva, ghignante, motteggiatrice, ma questo flatus vitae, nutrito dai sentimenti e dalle passioni che ha vissuto, pur mutando volto, riaffiora presenza-assenza di inquietante consistenza. E sembra farsi viva soprattutto nei momenti di estasi erotica o di lacerante sofferenza, elusiva come una fata morgana, impalpabile come una seta invisibile.

Dicevamo che centralità del romanzo oltre alle ossessioni dell'anima e del desiderio amoroso, è anche il senso di colpa del protagonista: Lorenzo ha fatto soffrire terribilmente la moglie, Natalia, ha spinto una ragazza all'aborto, per non assumersi la responsabilità di una paternità non voluta.

Quello del senso di colpa è un tema classico nella letteratura mondiale, basterebbe pensare a Dostoevskij e a Bulgakov, solo per scomodare due grandi russi, ma Castellaneta non è scontato nell'affrontare un tema già così noto, perché vi aggiunge la sua parola letteraria mai urlata, il suo dire sussurrato: se fosse un pianista userebbe molto il pedale della sordina: pochi personaggi ben scelti, nel suo romanzo; pochi strumenti in armonia, nel suo concerto.

Anche la trovata del romanzo nel romanzo, già molto sfruttata da altri autori e persino nel cinema da Truffaut, in lui con la trouvaille dei dialoghi di Pinter recitati da Lorenzo e Reginella, verso l'epilogo della narrazione, assume una significanza nuova: qui siamo di fronte al teatro nel romanzo, la vis scenica regala una nota forte e innovatrice all'azione.

L'aspirante lettore si chiederà a questo punto: Lorenzo ha trovato in fine questa benedetta anima e soprattutto ha conquistato stabilmente l'amore di Rossana ?

Sarebbe arrecare un grave dispetto a Castellaneta, lo svelarvi questo enigma che deve restare tale, anche perché un'anima ed un amore duraturo non si comperano al supermercato e il dubbio è bene che resti, io non mi prendo la responsabilità di scioglierlo...

Prima però di scaricarlo tra le mani dell'autore, voglio dirvi che - pur recensendo libri da oltre quindici anni per mestiere - raramente ho incontrato un'opera che parlasse cosi intimamente al mio cuore, tanto da farmi sentire come Madame Strass che - ricevendo capitolo per capitolo la Recherche da Proust -, usava dire a se stessa: leggerò solo un quarto d'ora un quarto d'ora ancora, non riuscendo a staccarsi dalla pagina. A me è capitato lo stesso. Quindi devo mettervi in guardia: questo è un libro "pericoloso" che vi allontanerà da ogni altro interesse, finché non avrete raggiunta l'ultima pagina.


Grazia Giordani




 
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