Tracce
dell´anima - Carlo Castellaneta - Mondadori
- Pagg. 221 - ISBN 9788804474852 - Euro 17,99
Non
avrebbe proprio bisogno di presentazioni, poiché anche ai lettori
più distratti non sarà sfuggita la statura letteraria di uno
scrittore e giornalista della qualità del milanese, per nascita,
Carlo Castellaneta, di cui basterebbe ricordare Viaggio col
padre(58); Villa di delizia ('65); Progetti di allegria ('78); Una
città per due (81); L'età del desiderio ('90);Le donne di una vita
('93); la città e gli inganni ('95); L'amore immaginario ('98), per
avere un quadro completo della sua capacità di scrittore attento
alle proustiane "intermittenze del cuore" e con l'orecchio
proteso alle vibrazioni dell'anima.
Tracce
dell'anima - per i tipi della Mondatori - si intitola appunto la sua
ultima fatica letteraria, un romanzo di coinvolgente pathos (e,
quando un autore riesce a farci letteralmente "patire" con
lui le vicende descritte, in termini teatrali si direbbe che "ha
passato la ribalta", ovvero la sua opera è giunta al cuore dei
lettori); una storia inquietante in quanto atta a spingerci ad un
processo di immedesimazione.
La
pagina non è mai affollata di personaggi. Castellaneta è uno
scrittore intimista, capace di fare romanzo con monologhi o duetti.
A
grandi linee la trama: incontriamo subito il protagonista maschile,
Lorenzo, un attore di prosa di successo che ha un momento di acuta
introflessione alla ricerca della sua anima, e quindi Rossana, il suo
struggente amore elusivo e mutevole, per ragioni che indagheremo. Ai
due protagonisti del duetto, si affiancano comprimari di grande
pregnanza psicologica, quali la prima moglie dell'attore, Natalia, e
soprattutto Sissi, una donna di rara generosità e schiettezza che
riuscirà a chiarire allo stesso Lorenzo qualche lato oscuro della
sua personalità.
Dicevamo
un amore "elusivo e mutevole" - quello di Rossana per
Lorenzo.
In
effetti se io, da lettrice, ho provato istintiva simpatia per il
protagonista maschile e meno "comprensione"per Rossana, che
mi è apparsa molto legata al proprio tornaconto sentimentale, un
motivo deve esserci. Procedendo nella lettura mi sono chiesta quale
fosse, e ne ho dedotto che dentro la figura complessa di Lorenzo è
racchiusa la centralità del romanzo, ovvero la ricerca spasmodica
della sfuggente "anima-laica", presenza-assenza che
perseguita il protagonista, e con essa il desiderium, la brama
irrisolta di raggiungere spiritualmente e fisicamente la donna amata,
nella più assoluta completezza, e il senso di colpa, e il "dubbio",
pungolo continuo nell'interiorità dell'attore.
Rossana
è elusiva all'inizio, concede baci rubati - che non è poi così
difficile sottrarle - si dà negandosi; e, quando finalmente si
concede, in una ardente notte d'amore, non è del tutto chiaro se lo
faccia per pura pulsione amorosa o se vi concorra fortemente un senso
di vendetta nei confronti di Sergio, il marito regista, ampiamente
fedifrago, eppure fortemente carismatico nei suoi confronti.
È
vero che Lorenzo non sa cogliere un momento di schiettezza dell'amata
che gli propone di confessare tutto al marito, ma questa è l'unica
traccia di amletico comportamento del protagonista maschile,
innamorato della donna, fino al raggiungimento di un'ossessione
amorosa, martellante come la "goccia"nel famoso preludio di
Chopin.
L'ossessione
amorosa e quella sulle tracce dell'anima, camminano di pari passo nel
tessuto narrativo del romanzo, tanto che ci pare di sentire
l'ansimare ansioso di Lorenzo, forse all'unisono con quello
dell'autore, in un continuo transfert di sensazioni ed emozionati
pensieri.
L'anima
laica, così spasmodicamente cercata, avulsa da quella di agostiniana
memoria, ora è l'"angelica farfalla" che Dante cita nel
Purgatorio - e il suo fremito d'ali fa vibrare la pagina - ora è una
"misteriosa essenza" che fa trepidare, ora è un "eccesso
di felicità che punta verso l'infinito", ora è "un filo
di voce", un "fiato" da ànemos - appunto - che
potrebbe essere sfuggito dalle labbra dell'amata -, ora "la
percezione di una totalità che si riesce a trovare solo attraverso
il sentimento", ora è una "fitta dolorosa", un"
bisbiglio", quindi una "scintilla di luce" che "esiste
solo se la si interroga".
Lorenzo
indaga anche il dualismo tra "anima e coscienza" e pensa
alla commozione che si prova davanti ad un'opera d'arte, tale da
farci sentire la "presenza dell'anima"; anima potrebbe
anche essere la "fine della dicotomia tra carne e sentimento"
che sempre lo ha lacerato, e quindi giunge a pensare che la sua anima
si sia dissolta dentro i tanti personaggi che ha interpretato, che
questa pluralità interpretativa l'abbia distrutta. . A tratti
l'anima del protagonista si fa cattiva, ghignante, motteggiatrice, ma
questo flatus vitae, nutrito dai sentimenti e dalle passioni che ha
vissuto, pur mutando volto, riaffiora presenza-assenza di inquietante
consistenza. E sembra farsi viva soprattutto nei momenti di estasi
erotica o di lacerante sofferenza, elusiva come una fata morgana,
impalpabile come una seta invisibile.
Dicevamo
che centralità del romanzo oltre alle ossessioni dell'anima e del
desiderio amoroso, è anche il senso di colpa del protagonista:
Lorenzo ha fatto soffrire terribilmente la moglie, Natalia, ha spinto
una ragazza all'aborto, per non assumersi la responsabilità di una
paternità non voluta.
Quello
del senso di colpa è un tema classico nella letteratura mondiale,
basterebbe pensare a Dostoevskij e a Bulgakov, solo per scomodare due
grandi russi, ma Castellaneta non è scontato nell'affrontare un tema
già così noto, perché vi aggiunge la sua parola letteraria mai
urlata, il suo dire sussurrato: se fosse un pianista userebbe molto
il pedale della sordina: pochi personaggi ben scelti, nel suo
romanzo; pochi strumenti in armonia, nel suo concerto.
Anche
la trovata del romanzo nel romanzo, già molto sfruttata da altri
autori e persino nel cinema da Truffaut, in lui con la trouvaille dei
dialoghi di Pinter recitati da Lorenzo e Reginella, verso l'epilogo
della narrazione, assume una significanza nuova: qui siamo di fronte
al teatro nel romanzo, la vis scenica regala una nota forte e
innovatrice all'azione.
L'aspirante
lettore si chiederà a questo punto: Lorenzo ha trovato in fine
questa benedetta anima e soprattutto ha conquistato stabilmente
l'amore di Rossana ?
Sarebbe
arrecare un grave dispetto a Castellaneta, lo svelarvi questo enigma
che deve restare tale, anche perché un'anima ed un amore duraturo
non si comperano al supermercato e il dubbio è bene che resti, io
non mi prendo la responsabilità di scioglierlo...
Prima
però di scaricarlo tra le mani dell'autore, voglio dirvi che - pur
recensendo libri da oltre quindici anni per mestiere - raramente ho
incontrato un'opera che parlasse cosi intimamente al mio cuore, tanto
da farmi sentire come Madame Strass che - ricevendo capitolo per
capitolo la Recherche da Proust -, usava dire a se stessa: leggerò
solo un quarto d'ora un quarto d'ora ancora, non riuscendo a
staccarsi dalla pagina. A me è capitato lo stesso. Quindi devo
mettervi in guardia: questo è un libro "pericoloso" che vi
allontanerà da ogni altro interesse, finché non avrete raggiunta
l'ultima pagina.
Grazia
Giordani