I
fratelli Karamazov - Fedor Dostoevskij - Mondadori
- Pagg. 864 - ISBN 9788804682752
- Euro 15,50
Il
gioco della fratellanza
Come
definire questo classico della letteratura e parlarne in termini
distesi e sintetici evitando analisi puntigliose e direi inutili,
vista la messe di studi che vanta?
Esordirei
dicendo che si tratta di un lungo romanzo con un epilogo ma senza una
fine, ultima opera inconclusa e vertice di un processo creativo
ininterrotto se non dalla morte del suo autore. Un finale aperto
dunque, semplicemente perché monco di ulteriori sviluppi tra l'altro
già pensati all´interno di un disegno più vasto, che non si è
potuto concludere.
Una
lettura che ha bisogno del giusto tempo per essere assaporata, non la
si può certo consumare, una lettura stratificata che andrà poi
reiterata, tale è la ricchezza dei temi che affronta e la
costruzione narrativa che la sorregge.
Un
parricidio, l´evento che si potrebbe definire dirimente nella
trama, accarezzato con fine arte anticipatoria, presentato solo dopo
numerose altre pagine precedenti, fitte di relazioni interpersonali
tra i membri della atipica famiglia dei Karamazov, e sebbene
posizionato centrale e come spartiacque, non rappresentato nel suo
accadere ma solo ricostruito attraverso la fitta rete dei rapporti
interpersonali che a raggiera coinvolgono tutti i personaggi
riannodando i fili della narrazione e i tasselli narrativi
posizionati in precedenza. Una pianificazione dell´intreccio
straordinaria per complessità, assimilabile al più complesso dei
romanzi gialli che si possa immaginare.
Non
è il giallo il solo colore richiamabile nei diversi moduli narrativi
che stratificano questo capolavoro; vi sono infatti le tinte fosche
del noir, quelle rosa dei romanzi d´amore, quelle ancora più
impalpabili del romanzo psicologico e quelle tutte russe che un
colore non hanno ma sono i panni stesi nelle piccole stanze della
povera gente o le ricche dimore o le bettole e le osterie di un
paesaggio urbano all´ombra della capitale.
Un
universo variopinto, magistralmente.
Un
andante, un tempo dunque opportunamente dilatato e virante al lento,
necessario per parlare di grandi temi universali: l´individuo, la
massa, l´amore verso se stessi e verso il prossimo; l´abisso
delle proprie vergogne, il sentimento religioso: ricchezza o limite
al pensiero umano, "la forza fangosa dei Karamazov": una sorta di
Fato familiare, quasi un patrimonio genetico difettoso; il peccato in
senso cristiano, il trascendente e la spiritualità. Su tutto un
realismo (" - Che orribili tragedie combina agli uomini il
realismo") che cerca ostinatamente di sconfiggere la spiritualità;
è l´eterna lotta del Bene e del Male , perchè in fondo "tutti
siamo crudeli, tutti siamo dei mostri" come ricorda Mitja al
momento dell´arresto.
Il
delitto, il castigo. Il sottosuolo. I demoni. Un cerchio che si
chiude con l'ennesimo giro di valzer delle due massime forze
antagoniste in una partita che non avrà mai un vincitore.
Un
gioco per un giocatore incallito, compulsivo e a tratti epilettico.
Buona lettura!
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