Il
signor Cardinaud - Georges Simenon - Adelphi -
Pagg. 136 - ISBN 9788845934568 - Euro 16,00
Leggiamo
un romanzo di ordinaria infelicità. Questa volta il grande belga
Georges Simenon (Liegi1903-Losanna 1980) non ci parla di delitti, di
storie criminali, ma ne "Il Signor Cardinaud" (Adelphi editore,
pp.136, euro16 nella bella traduzione di Sergio Arecco) ci conduce
dentro la vita di un borghese, un uomo che fin dalla prima giovinezza
aveva amato Marthe, una popolana molto avvenente. Non aveva ancora
quindici anni e già l´amava, non come si ama una donna, ma come si
ama un essere inaccessibile. Come al tempo della prima comunione
aveva amato la Madonna. Alla fine Hubert Cardinaud era riuscito a
sposarla quella Marthe "di cui tutti dicevano che si dava delle
arie". Figlio di un cestaio, di origine modesta, il nostro
protagonista era riuscito a diventare un distinto impiegato, uno che
la domenica all´uscita dalla messa, parla e saluta con i
conoscenti. Dopo essersi fermato in pasticceria torna a casa dove la
moglie cuoce l´arrosto con le patate. Tutto sembrerebbe scorrere
sulle rotaie della più completa normalità. Ma una domenica il
nostro Hubert trova l´arrosto bruciato, la casa vuota e i tre mila
euro messi da parte, spariti. Non tarderà a capire che Marthe è
scappata con un mascalzone, un certo Emile, detto Mimile, che lei
amava da tempo. In città tutti conoscevano questa tresca e pensano
che sia un uomo finito, distrutto dall´umiliazione e dal dolore. E
invece no. Hubert assume una ragazza che gli custodisca i bambini,
decide di ritrovare la moglie a tutti i costi di "bere il calice
fino alla feccia". Simile a "una formica ostinata che segue
ostinatamente la sua strada, il suo destino, e che ogni volta che il
carico le sfugge, lo afferra di nuovo, pur essendo quel carico più
grosso di lei". Molti avrebbero potuto aspettarsi un proposito di
vendetta, da parte del marito offeso e tradito, invece Hubert andrà
a cercare Marthe perché ritiene che il suo posto sia lì, "accanto
a lui e ai bambini", perché confida nel trionfo del bene sul male,
della supremazia dell´ordine sul disordine, nell´inevitabile
fatale armonia. L´originalità del romanzo sta proprio nella sua
banalità, anche se questa potrebbe apparire una contraddizione. Non
ci sono colpi di revolver, non c´è sangue in queste equilibrate
pagine. Addirittura Hubert regalerà del danaro a Mimile per aiutarlo
a fuggire e riprenderà con sé la fedifraga con l´amore di sempre.
Simenon, con la sua solita acuta penna, ci racconta di un amore
eroico, capace di non indietreggiare di fronte al tradimento e alla
vergogna. Scritto a Fontenay-le-Comte nel 1941, "Il Signor
Cardinaud" apparve a stampa l´anno seguente; nel 1956 Giles
Grangier ne trasse un film "Sangue alla testa", con Jean Gabin
nel ruolo del protagonista.
Grazia
Giordani