Dio
mio, grazie - Bernard Malamud - Minimum fax -
Pagg. 241 - ISBN 9788875217808
- Euro 16,00
Presunzione
umana
Dopo
aver letto quasi tutti romanzi di Malamud, "Il migliore"", Il
commesso", "Una nuova vita", "L´uomo di Kiev", "Le vite
di Dubin" e perfino il postumo "Il popolo" non potevo esimermi
dal terminare il ciclo con questo "Dio mio, grazie" ( 1982),
l´ultimo pubblicato in vita, anche se ancora mi manca "Gli
inquilini", mentre la produzione breve è quasi interamente da
esplorare.
Avevo
messo in pausa Malamud, ma ritrovarlo è stato, come sempre,
piacevole anche se questo romanzo è davvero spiazzante.
Esso
si regge infatti su quelli che sembrerebbero essere i pilastri della
storia dell´essere umano e della sua capacità di raccontarsi in
storie più o meno veritiere: un uomo, un diluvio post apocalittico,
una sopravvivenza oltre ogni possibilità, alcuni primati, la
riscrittura del paleolitico e del neolitico con annesse le sue
scoperte fondamentali, il logos generosamente possibile anche nella
specie animale, la riproduzione e gli istinti sessuali, le gelosie,
la convivenza, la necessità di un´etica fondante un mondo
nuovo.
A
prima vista sembra un romanzo distopico, ma non lo è .
Cohn
è un paleontologo che per puro caso sopravvive perché, mentre si
scatena l´ennesima guerra termonucleare tra uomini che generano la
distruzione totale e un conseguente diluvio universale, di matrice
tutta divina, si trova in immersione dentro un sommergibile. A stento
capisce cosa gli è successo ma Dio subito gli si palesa a spiegare
che lui è vivo per mero errore di calcolo, sarà anche lui presto
distrutto e invece, sopravvive diventando un novello Robinson Crusoe.
Non bisogna però temere una riscrittura delle avventure del mitico
naufrago perché Cohn è figlio di un rabbino, è un ebreo che ha
preferito lo studio scientifico alla narrazione biblica fondante la
storia del genere umano e ora oscilla tra il timore reverenziale di
questo Dio che è sola luce e parola e obblighi e castigo e
punizioni, e la sua presunzione tutta umana. Quello che inizia come
una felice distopia si tramuta presto in romanzo di avventura per poi
rivelare la sua vera natura apologica anche se a tratti blasfema: con
arguzia e ironia vengono riecheggiati nomi ed episodi biblici
affibbiati ai diversi personaggi che via via compaiono, altri
sopravvissuti, nessun essere umano mentre Cohn recupera nel suo
quotidiano sopravvivere tutti i rituali ebraici, per quanto
possibile, e non ammette altra religione, tanto meno quella cristiana
professata da Buz, lo scimpanzé ritrovato nell´imbarcazione che
fungeva da supporto al sommergibile.
Cohn
si nasconde da Dio, Cohn sfida Dio, Cohn si sostituisce a Dio, Cohn
ha dimenticato che l´etica senza l´amore porterà il genere umano
a morire definitivamente.
Sebbene
a tratti disturbante quanto il migliore Saramago, ne consiglio
vivamente la lettura.
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