Il
partigiano Johnny -
Beppe Fenoglio - Einaudi - Pagg. 576 - ISBN 9788806253097 -
Euro 14,00
Sapore
di eroe
Un
romanzo imprescindibile, un´esperienza di lettura impegnativa ma
unica. Nonostante l´edizione da me letta sia accompagnata da un´
interessantissima introduzione di Pedullà, la versione proposta è
quella di Isella (1992) che, nel lungo percorso filologico che ha
accompagnato la stampa di queste carte, ora chiamiamo "Il
partigiano Johnny" . In particolare è un montaggio delle due
redazioni del romanzo ritrovate presso le carte dello scrittore; i
primi venti capitoli sono quelli presenti nella prima redazione, i
restanti nella seconda; per chi non lo sapesse la prima redazione è
quella più ancorata all´originaria lingua inglese in cui tutto il
romanzo fu scritto, la seconda invece è quella maggiormente
sottoposta a processo di revisione e riscrittura, una riscrittura che
spesso, ci dicono i critici, interessò non solo l´aspetto
strettamente linguistico ma anche quello più strutturale, con
rivisitazione di interi episodi. Abbandonando le questioni meramente
filologiche, dalle quali in realtà non si può prescindere, si può
parlare di questo romanzo in termini di esperienza di lettura e
tentare di condividere le sensazioni provate e le emozioni suscitate.
Pur essendo un testo non licenziato dal suo autore mi sento di
annoverarlo tra i capolavori della letteratura italiana e non solo di
quella strettamente resistenziale, e non per pura simpatia ideologica
( posizione davvero difficile da sostenere senza avere contezza del
complesso fenomeno resistenziale che dovrebbe essere maggiormente
studiato da tutti prima di farne una bandiera da sventolare o una
questione divisiva ancora oggi, pur ribadendo una mia ferma posizione
antifascista) quanto piuttosto per il suo valore strettamente
letterario. Ho letto la storia di Johnny gustandomi ogni singola
pagina, ogni parola, ogni gioco linguistico, nonostante le difficoltà
dovute alla mia scarsissima conoscenza dell´inglese e armandomi di
tutta la pazienza necessaria per colmare il gap linguistico che
interrompe, soprattutto nella prima parte, il filo narrativo a più
riprese. Questo è stato possibile perché si è creato un forte
meccanismo di compensazione dettato dall´arditezza linguistica in
lingua italiana, molto spesso ho dovuto ricorrere al dizionario per
introiettare lemmi mai incontrati prima, scoprendo sovente, oltre
alla mia ignoranza lessicale, le acutezze linguistiche fatte di
neologismi, latinismi, vere e proprie fusioni linguistiche. Altro
motivo di compensazione è stato il perdersi in una prosa arricchita
da insolite giustapposizioni di nomi e aggettivi in una sintassi mai
pesante, a titolo esemplificativo potrei citare l´incontro del
protagonista con il professor Chiodi: "Chiodi si era alzato, nella
sua orsina massiccità di montanino corretto da anni di esistenza
pianurale. Gli diede un abbraccio filosofico...". Quanta
immaginazione e quante informazioni passano nel tripudio giocoso di
questi accostamenti, mi si sono impressi nell´immaginario, nella
loro incisività, più di qualsiasi ricco inserto descrittivo. Una
prosa studiata, voluta, capace di amplificare le scarne informazioni
in un universo immaginifico tale da farmi apprezzare quasi tutte le
pagine del romanzo, non ce n´è più una al netto dei miei ripetuti
segni di matita e di note a margine. A ciò si è aggiunta una
narrazione avvincente quasi completamente incentrata su Johnny che,
rientrato fortunosamente da Roma, dopo lo sbandamento dell´esercito
regio, abbandona la comoda tana del coniglio in collina, dove i suoi
lo hanno confinato per proteggerlo, per abbracciare la scelta
partigiana e inizia la sua peregrinazione tra le colline delle Langhe
e del Monferrato. L´incontro con i suoi ex professori del liceo,
Chiodi e Cocito, già segna il passo della narrazione: diventare un
partigiano non sarà una questione semplice, a detta di Cocito non è
solo una questione legata alla difesa della libertà ma necessita di
un´ideologia precisa, comunista per la precisione, altrimenti si
rischia di essere dei Robin Hood. Nonostante queste premesse, la
forza di Johnny sarà la sua continua incapacità di adattarsi a
situazioni eticamente non condivisibili, il suo tormento interiore,
parte verso le colline "la terra ancestrale che lo avrebbe aiutato,
nel vortice del vento nero, sentendo quanto è grande un uomo quando
è nella sua normale dimensione umana".Trova le prime formazioni
partigiane ma subito capisce che si trova dalla parte sbagliata:
"Really, I´m in the wrong sector of the right side", le
formazioni comuniste sono improvvisate, zeppe di ignoranti e di
giovanissimi, marmocchi inesperti dal punto di vista militare, votati
miseramente all´errore e in bilico sulla corda della vita. Johnny
si muove, cerca, non si accontenta, progredisce nel suo percorso
umano, interiorizza gradualmente la dura legge della vita partigiana,
cambia formazione, si adatta alla collettività per giungere poi a
combattere solitario, nell´inverno più solitario della sua vita.
La narrazione si snoda in modo avvincente con un ritmo episodico e un
andamento cronologico scandito soprattutto nella seconda parte da
capitoli titolati che rimandano alla Città, la presa di Alba e la
subitanea perdita, al preinverno e al terribile lunghissimo inverno.
si è con Johnny sempre e lo si lascia a malincuore.
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