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  Letteratura  »  L’orto americano, di Pupi Avati, edito da Solferino e recensito da Aurelio Caliri 24/11/2023
 

L´orto americano - Pupi Avati - Solferino - Pagg. 176 - ISBN 9788828213192 - Euro 16,00



E´ uscito il nuovo romanzo di Pupi Avati, "L´orto americano", Solferino editore. Giorni addietro ne ho parlato per telefono con l´Autore, e quindi c´è stato uno scambio di messaggi, che in parte riporto. Ciò per capire meglio, soprattutto riguardo l´ultimo mio quesito rimasto in sospeso.

Caro Pupi, ho cercato in libreria il tuo libro e ho scoperto che esce il 31 ottobre. Mi piacerebbe sapere quanto di autobiografico c´è in esso. Grazie. Aurelio

No, non c´è nulla se non il parlare mio con i miei morti. Tutte le sere dico i loro nomi, forse 250 o di più, li ho scritti sul computer e loro vengono da me. Sono qui e io non ho paura. Dobbiamo loro la nostra esistenza e tutto quello che di magnifico ci hanno lasciato. Come ci hanno allevati e protetti e nutriti e quello che hanno costruito per il nostro benessere... Pupi

Caro Pupi, tutto il giorno ho pensato ai 250 nomi delle persone a te vicine che tieni sempre presenti: mi sembra una cosa bellissima, poetica, anche se inusuale. Aurelio

Credo che siano i nostri morti i soli a occuparsi seriamente di noi. Ti abbraccio forte.

Pupi

Se hai un attimo, mi dici di questa tua supposizione? Anch´io ti abbraccio forte. Aurelio


Pupi non risponde a questa mia ultima domanda. So che è molto impegnato.


Oggi 31 ottobre mi arriva dalla libreria l´avviso che il libro prenotato è arrivato, corro in Ortigia, il mio passo non è più quello di una volta. Torno a casa, stanco, incomincio a leggere, impaziente.


La storia inizialmente è ambientata a Bologna, nel 1946. Un giovane aspirante scrittore si trova presso la bottega di un barbiere, quando sull´uscio s´affaccia una ragazza in divisa da ausiliaria americana per chiedere un´informazione. E´ tanta la sua bellezza e il suo fascino che il giovane rimane scombussolato: sente che è la donna della sua vita, e la sua immagine lo insegue notte e giorno, diventa quasi un´ossessione. Passano così due anni tra malinconie e rimpianti e per vincere l´ansia che non gli dà requie decide di andare a cercarla in America e scrivere magari un romanzo. Per una serie di coincidenze, riesce a trovare la casa dove la ragazza abitava prima della guerra, ma ci abita la madre, rimasta sola, disperata a causa della figlia dispersa in Italia, probabilmente morta. Dinanzi alla casa c´è un orto, da cui di notte provengono urla e lamenti, e il giovane, che alloggia in un appartamento limitrofo a quello della donna, nottetempo lo perlustra e scavando in un punto dove la terra era stata smossa, fa una scoperta macabra che pensa lo colleghi a Barbara, la ragazza scomparsa. Approfittando poi dell´assenza della madre, ricoverata in ospedale, s´introduce in quella che era stata la camera di Barbara e trova una sua foto. La mette in una cornice dove sono già esposte altre foto di persone scomparse a lui care. E bisogna precisare che fin dall´infanzia aveva quest´abitudine, era qualcosa che lo preservava dalla paura, ma suscitava anche delle preoccupazioni che avevano spinto i parenti a ricoverarlo per un periodo in manicomio.

Il giovane rientra in Italia, sempre nella speranza ossessiva di ritrovare Barbara, e le sue tracce lo portano ad Argenta, alla foce del Po, dove sta per svolgersi un processo

In cui sono coinvolti due fratelli accusati dell´omicidio efferato di tre donne.

Questa è un breve accenno della trama che non dà minimamente l´idea del romanzo, che è sconvolgente, con un ritmo serrato e un incalzare di eventi che non dà respiro, dove l´orrore pervade la scena e anche la mente del lettore, con un finale sconcertante, disarmante, che lascia sbigottiti.

Non mi soffermo quindi sulla trama, che spero più in là di capire meglio, capirne la profondità del messaggio, forse quando uscirà il film le cui riprese cominceranno a breve. Piuttosto, voglio analizzarne due elementi fondamentali: l´importanza delle foto delle persone care morte, che il protagonista tiene sempre in evidenza perché allontanano la paura; quindi, l´amore per una ragazza la cui ricerca diviene l´obiettivo primario della sua vita, pur nella sua evanescenza. Entrambi questi elementi sono basilari nella vita dello stesso Autore: l´amore sconfinato per i suoi cari, che se pur scomparsi sono sempre vicini a lui, come in simbiosi, in parallelo col protagonista del romanzo. E infine, la constatazione della grande umanità e sensibilità di Avati che pone a livello ideale e poetico un amore unico, sogno che a volte può essere inseguito per una vita intera. Questa purezza di sentimenti, un po´ romantica,è nelle corde di Pupi. Ne sono convinto.

Nella chiusa del libro, nei ringraziamenti, egli scrive: "debbo molto a nostra madre, che ci ha insegnato l´impensabile". Sono d´accordo con lui, ma i due aspetti che ho messo in rilievo trascendono secondo me "l´impensabile", fanno parte del divino che c´è nell´uomo, che è l´impensabile dell´impensabile.

Concludo con una conferma molto importante che illumina finalmente questo modesto mio scritto, conferma che aspettavo, sebbene non ci sperassi molto. Ecco il messaggio di Pupi, tracciato stamattina all´alba:


Caro Aurelio, credo che i nostri morti - ognuno ha i propri - rappresentino simultaneamente quel territorio dell´assensa/presenza che dilata la nostra vita. Sta albeggiando e la casa è immersa in una rassicurante penombra. La prima presenza che ho avvertito è quella della zia Teta che è venuta a farmi gli auguri. Era nubile e mi teneva in braccio tutto il giorno. Quando mi posava al suolo piangevo. Ma sta arrivando mio padre e mia madre e la zia Lilla a rassicurarmi. Non resterò mai solo. Pupi.


Caro Pupi, quanto è bello ciò che scrivi! "L´assenza/presenza che dilata la nostra vita" è qualcosa di così inedito, delicato, grande, che mi fa venire i brividi. Io avevo intuito, sebbene lontanamente, questo tuo presentimento che ha una sostanza di realtà vera, struggente, commovente. Per questo motivo ho insistito con la mia domanda. Ora che mi sono chiarito, sono d´accordo con te: la nostra esistenza va oltre la morte se siamo in simbiosi con i nostri cari scomparsi: tuo padre, tua madre, sono sempre presenti, vivi, in questa tua alba misteriosa, nella tua casa "immersa in una rassicurante penombra". Anche mia madre, le persone a me care, sono sempre vive, e non resteremo mai soli, anche quando non ci saremo, perché saremo sempre presenti per le persone che oggi ci avvolgono col loro affetto. E così di generazione in generazione: il nostro dialogo sarà eterno.

Credo che tu, con la tua testimonianza unica e strepitosa, abbia toccato le vette più alte di poesia. Grazie. Aurelio

"...l´assenza/presenza che dilata la nostra vita..."

Aurelio Caliri


 
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