Fine
di secolo -
Marco Sterpos -
Romanzo storico - Edizioni Setteponti, Castelfranco Piandiscò
(Arezzo) 2023 - Pagg. 246 - ISBN 9791281005570
- Euro 14,00
Fine
di secolo, l´ultimo romanzo di Marco Sterpos, è incentrato
sulle vicende del secondo Ottocento, dall´Unità d´Italia alla
fine del secolo, da cui è possibile capire sia cosa non ha
funzionato subito dopo l´annessione, sia quali sono stati in nuce i
punti di forza che hanno permesso alla nascente nazione di crescere e
di consolidarsi.
Romanzo
"misto di storia e di invenzione" alla maniera manzoniana, Fine
di secolo presenta la vicenda di Carlo Tonelli, un ragazzo del
popolo, figlio di un barbiere di un piccolo paese, Castelbosco,
collocato presumibilmente in area fiorentina. Ma le spiccate doti del
ragazzo e il suo amore per la lettura finiranno per convincere il
padre ad assecondare il suo desiderio di divenire maestro, e tale
Carlo resterà fino all´ultimo giorno, nonostante gli avanzamenti
di carriera conquistati per merito. A Firenze, che visita una prima
volta grazie all´aiuto di uno zio che ha preso a cuore la sua
situazione, conoscerà Pietro Thouar, ai cui principi pedagogici si
ispirerà una volta divenuto maestro, e incontrerà per la prima
volta nella famosa stamperia del Cellini il giovane Carducci che, con
molto acume, si interesserà alla storia del ragazzo.
Viene
poi il primo incarico in una scuola rurale e proprio qui conoscerà
Sandra che, dopo essersi ribellata alle angherie del padre che la
vorrebbe sposa "titolata" con un nobile, sceglie Carlino. al
quale darà due figli maschi, Gino e Luigi, e ciò farà di loro una
famiglia completa dove regnano amore e comprensione.
La
storia dei due giovani si muove sullo sfondo della grande Storia che
parte dall´Unità d´Italia e giungerà fino all´uccisione di
Umberto I a Monza. Ne emerge un quadro della situazione italiana
alquanto tragico, specie durante il governo della Destra che pensa di
soffocare i moti di protesta inasprendo le condizioni di vita del
popolo con continue tassazioni o con la repressione come nel caso del
brigantaggio. In questa prima fase domina soprattutto la figura di
Garibaldi le cui imprese, viste con gli occhi di Carlino, sono
fondamentali per costruire quell´Italia che da tempo lui sogna
unita. E mentre la sua storia di maestro lo fa conoscere e apprezzare
sempre più, le delusioni per quell´Italia che non vedeva nascere
si fanno sentire maggiormente in lui anche attraverso le vicende del
grande Carducci che, da posizioni anticlericali e sovversive,
lentamente finisce per esaltare quella monarchia che aveva sì fatto
l´Italia, ma aveva lasciato intatte le sue profonde lacerazioni.
Tra queste una delle più diffuse era quella dell´analfabetismo
popolare, della mancanza di scuole, ma soprattutto di maestri in
grado di assumersi una responsabilità educativa sentita come
problema sociale e, insieme, nazionale. Sarà questo lo spirito con
cui lavorerà Carlo per tutta la vita, impegnandosi anche nella
formazione e nell´alfabetizzazione degli adulti che all´epoca era
compito davvero difficile!
Gli
ultimi anni dell´Ottocento, con l´ascesa dalla Sinistra al
potere, vedono l´Italia sempre più chiusa in un gretto
nazionalismo ed impegnata ad affermarsi anche in campo coloniale.
Sono gli anni di Depretis e Crispi, caratterizzati dal triste
fenomeno dell´emigrazione e poi delle prime sconfitte in Eritrea,
come quella di Abba Garima (Adua), che rivelano la mancanza di
preparazione della classe dirigente militare; a questo proposito
basti pensare al generale Baratieri che sottopose il nostro esercito
a sanguinosi disastri, uno per tutti l´Amba Alagi! È questa parte
della nostra storia quella che, a mio avviso, risulta più
avvincente, sia perché meno conosciuta, sia perché l´Autore l´ha
analizzata a fondo mettendo in risalto l´arretratezza culturale e
politica della classe dirigente al governo e sottolineando il fatto
che Crispi arrivò ad impartire ordini da Roma ai suoi generali sul
campo, mandando a morire migliaia di giovani italiani. Fra questi
troveremo Gino, il figlio di Carlo, e sarà proprio questa perdita a
fare del protagonista un uomo diverso, apatico e indifferente a
tutto. Solo il finale costituirà un motivo di riscatto per lui. Come
afferma il figlio Luigi parlando con la madre e ricostruendo le
principali tappe del giovane Regno d´Italia: «Subito dopo il
raggiungimento dell´unità si era dovuto constatare che il
Risorgimento era stato tradito, anche da alcuni dei suoi
protagonisti, come Crispi»; per questo nel ´98 Carlo era voluto
andare a Milano per una conferenza, nonostante già si presagissero
movimenti popolari, ma «sicuramente le scene a cui ha dovuto
assistere - dice Luigi - gli sono parse tanto incredibili e
atroci da togliergli ogni residua fiducia, questa Italia lui ha
voluto rifiutarla e si è lasciato ammazzare».
Così
la moglie Sandra e il figlio Luigi, riflettendo sulla sua morte, ne
capiranno il significato di scelta e di sacrificio in nome di un
ideale.
Romanzo
complesso, questo di Marco Sterpos, reso agevole dalla «piacevolezza
della narrazione» e dall´ «eleganza stilistica», come nota
Massimo Seriacopi in Prefazione, che rendono interessante la
lettura, ma soprattutto ci fanno riflettere su come questi semi,
gettati anche su un terreno poco fertile, siano poi cresciuti e
maturati e costituiscano una speranza per il domani che ci attende.
Arezzo,
dicembre 2023
Fernanda
Caprilli