RITRATTO
DI UN ASSASSINO Jack lo squartatore. Caso chiuso.
di Patricia
Cornwell
© 2002 Arnoldo Mondatori Editore
S.p.A.
ISBN 978-88-04-53276-7
€ 8,80 - pag. 400
Chi non ha sentito almeno una volta
il nome “Jack lo squartatore?” Riferito all'omicida che nel
1888 uccise e mutilò 5 prostitute nell'East
End londinese.
Quanti film, quanti libri, quante
parole spese per risolvere un caso che, forse proprio per l'impren-dibilità
dell'assassino, è giunto fino ai giorni nostri quasi come una leggenda.
Patricia Cornwell,
scrittrice nota per i suoi gialli con la protagonista Kay
Scarpetta, ha scritto questo saggio asserendo di avere scoperto, a più di 100
anni da quei crimini, la vera identità di Jack.
Avvalendosi delle tecniche di
investigazione odierne, la Cornwell ha voluto
dimostrare che Walter Sickert, passato alla storia
per i suoi quadri, è stato l'autore dei crimini di Whitechapel
e non solo.
La scrittrice ha analizzato la
personalità del pittore, la sua storia personale, scoprendo i gravi disturbi di
cui aveva sofferto in tenera età. Ritrovando nei tratti dell'uomo adulto
elementi che possono ricondurre al profilo psicologico di Jack lo squartatore.
Ha esaminato tutte le lettere ancora
conservate, sia quelle accertate come scritte dalla mano dell'
assassino, sia le altre centinaia a lui riconducibili.
La Cornwell
ha fatto esaminare la carta, l'inchiostro, la grafia. Scoprendo che la carta è
la medesima che utilizzava il pittore e che l'inchiostro, che allora si era
creduto fosse sangue, è una miscela di colori.
Inoltre, la penna utilizzata, pare essere stata un pennello dalla punta
sottile.
Con pazienza sono stati ripercorsi i
movimenti di Sickert e quelli della moglie.
La scrittrice ha comprato diversi
suoi quadri, distruggendone anche uno per cercare delle impronte digitali e
altro.
Le prove del dna non hanno portato a
nessuna certezza.
Il libro è un saggio degli omicidi,
della vita di Sickert ed è scritto con perizia e
dovizia di particolari.
La Cornwell
si dice certa della colpevolezza del pittore e in tutto il libro accatasta una
prova indiziaria all'altra, ma nessuna certezza.
Gli omicidi seriali non smettono di
uccidere, a meno che non vengano imprigionati per
altri motivi o si tolgano la vita.
La scrittrice narra di altri delitti
avvenuti in seguito, in quel periodo e in quella zona. Ma sono delitti diversi
da quei famosi 5 e coinvolgono bambini o delle donne che non erano prostitute.
I serial killer non cambiano il loro
modus operandi, proprio perché frutto di una personalissima
costruzione e necessità.
Questi due importanti elementi mi
fanno dubitare della tesi della Cornwell. Mentre in
alcuni tratti del libro appaiono troppe le coincidenze per poterle mettere da
parte con leggerezza; dall'altra sembrano solo un accanimento a voler fare di una opinione una certezza.
Il libro è comunque ben scritto e
documentato, le teorie in esso contenute meritano
almeno la nostra lettura.
Nonostante tutto,
la fatica delle ricerche fatte è destinata a rimanere solo pura teoria,
a meno che un giorno, non si possa trovare qualche frammento che l'odierna
scienza possa tramutare in un elemento certo.
Inoltre, se davvero dovessimo
scoprire la vera identità di Jack, forse perderebbe un poco del suo inquietante
fascino di chi colpisce e scompare fra la nebbia del tempo.
© Miriam Ballerini