Lo schiaffo, di Luigi Carletti –
Baldini Castoldi Dalai editore – pagg. 350 - € 16,80
E' un vero piacere
imbattersi in narratori italiani ancora capaci di raccontare storie che
trasmettono emozioni. Luigi Carletti, giornalista di
carta stampata e multimediale, è uno scrittore con la esse
maiuscola, razza che in Italia credevo estinta. Alla larga dai comunisti
(2006) era un intenso romanzo di formazione ambientato in una città di mare
sferzata dai venti di scirocco e libeccio. Lo schiaffo (2008) è la storia di
Eddy Della Nave, regista di origini elbane che sfonda
nel mondo del cinema a cinquant'anni e vede cambiare la sua vita. Eddy vive a
Roma, fa cinema indipendente, gira porno in Ungheria, pellicole commerciali,
corti e lavori mal retribuiti. Il suo agente lo esorta a non mollare, fino al
giorno in cui arriva l'idea giusta con La scelta di Alfio, pellicola che
lo porta a lottare per rappresentare l'Italia agli Oscar. La vita di Eddy
diventa problematica, tra una moglie che vuole un figlio, una ministra che lo
insidia sessualmente, un agente ebreo che odia i palestinesi, i parenti elbani che cominciano a considerarlo, gli scrittori
arroganti che lo criticano, il passato che torna alla ribalta, i pettegolezzi,
le rivalità del mondo cinematografico, le perdite, i dissapori, i tradimenti e
i sogni infranti. Eddy è un regista che non vuole aver niente a che fare con
il passato che non passa, vuole vivere nel presente, raccontare
storie di oggi, di come siamo, magari di come saremo. Eddy è un uomo che
vive aggiustando il sapore della vita, sopravvive alle delusioni, alle
frustrazioni, alla precarietà negli amori e negli affetti. La madre gli ha
insegnato a vivere e a crederci sempre, nonostante si sia spesso sentito un
quarantenne sradicato alla ricerca del suo posto nel mondo. La scelta
di Alfio nasce proprio durante un soggiorno elbano,
alla ricerca delle radici, e viene fuori da tutte le sue insoddisfazioni. Eddy
sa di essersi giocato la parte migliore della vita per inseguire un futuro, si
volta indietro, vede la strada percorsa e spinge il lettore a fare un bilancio
della sua esistenza. Ed è questa la forza di un romanzo che non ha paura di
affrontare neppure il tema dell'eutanasia. Lo schiaffo è una commedia amara che ricorda il cinema di Nanni
Moretti, soprattutto La messa è finita e Caro diario, ma anche la
commedia all'italiana classica, quella che non deve avere per forza un lieto
fine, ma che è capace di raccontare grandi storie facendo sorridere.
Gordiano Lupi