Una donna tra due mondi
(La mia vita
all'ombra di Saddam Hussein)
di Zainab Salbi con Laurie Becklund - ed. TEA
ISBN 978 -88-502-1754-0
€ 16,60
Zainab Salbi ha avuto lo sfortunatissimo privilegio di essere la
figlia del pilota personale del dittatore iracheno e, insieme con la sua
famiglia, di essere accolta nella cerchia degli amici più vicini alla vita di
palazzo. Con la strana caratteristica, tuttavia, di essere considerata dai più
intimi del Presidente qualcosa di meno di loro e dai suoi stessi amici come
qualcosa di più di loro, così da appartenere contemporaneamente a due mondi che
in qualche modo le risultavano estranei o che tale la facevano sentire.
Questo
libro è una testimonianza terribile delle atrocità commesse dal dittatore Saddam,
non soltanto a danno del suo stesso popolo, assoggettato fin nella possibilità
di pensare, ma anche della stessa Zainab e dei suoi
familiari (genitori e due fratelli minori di lei), in questo caso con ferite
gravissime nell'anima mai più rimarginabili, nonostante il “disgraziato”
privilegio di vivere a stretto contatto con lui e con tutto il suo entourage ed
evidentemente ancora di più proprio per questo. L'autrice racconta particolari
agghiaccianti del comportamento di Saddam, il cui tenore di vita è sempre stato
improntato ad un lusso sfrenato consentito da circostanze astutamente e
malvagiamente create a danno di tutti gli iracheni.
Noi
probabilmente conosciamo alcune situazioni la cui eco è risaltata attraverso i
media nelle nostre case al tempo della Guerra del Golfo, ma le informazioni a
suo tempo trasmesse in TV e riportate sui giornali sono una minima parte di
quanto avveniva nella realtà quotidiana in Iraq. L'autrice è stata talmente
segnata in profondità che non riusciva neppure a pronunciare il nome del
dittatore, fin quando egli era in vita, anche dopo il suo allontanamento dal
potere (e dall'Iraq) ad opera di Bush. Scrivere questo
libro l'ha aiutata a recuperare tratti del proprio passato che aveva cercato
non di rimuovere ma addirittura di cancellare, relegandoli nel punto più
profondo e distante della mente, rispetto alla consapevolezza, per poterli
rielaborare.
La sua
esistenza è stata devastata dalla paura a tal punto che aveva paura della sua
stessa paura.
È stata
derubata dei suoi princìpi, sostituiti con le sole
idee che tutti gli iracheni indistintamente dovevano avere, e che erano le idee
di Saddam. Le torture fisiche subite da moltissimi suoi connazionali anche per
futili motivi probabilmente potrebbero essere prese come un paragone con le
torture psicologiche subite da Zainab e da tutta la
sua famiglia, ma queste ultime hanno avuto esiti molto più tragici, perché
l'anima ferita in profondità è inguaribile.
Zainab è
riuscita a sfuggire alle grinfie del dittatore che su lei appena giovanetta
aveva messo gli occhi, come aveva fatto con moltissime altre donne giovani e
meno giovani, sottomesse con violenza in molti modi, solo grazie alle
sofferenze a cui ha dovuto andare incontro la madre di
lei nel tentativo di sottrarre la figlia ad esperienze ancora più terribili di
quante ne avesse già subite.
La
storia che l'autrice racconta è la sua personale e quella della sua famiglia e
delle persone a loro più vicine, ma inevitabilmente è anche la storia di
Saddam. Non vengono trascurati dettagli importanti, pur se ignobili, per dare
il senso pieno e profondo di un trentennio di tirannia che forse non ha uguali
nella storia.
Con il
definitivo trasferimento di Zainab negli Stati Uniti,
e solo dopo la morte del dittatore iracheno, ha potuto prendere forma questo
libro-testimonianza, anche grazie al lavoro svolto dall'autrice che ha fondato
l'Associazione “Donna per la donna” con lo scopo di aiutare tutte le donne
vittime di tirannie nei propri stessi paesi. In quanto Presidentessa di questa
Associazione no profit, la Salbi è venuta a conoscenza di storie
terribili in diverse altre parti del mondo oltre che in Iraq e ha aiutato le
vittime a raccontarle, finché si è resa conto che aveva paura di raccontare la
sua storia altrettanto terribile.
A sua volta
con l'aiuto di una giornalista che l'aveva conosciuta molti anni prima e del
suo “dolcissimo” marito che l'ha sempre affiancata nel condurre l'Associazione,
è riuscita a raccontare moltissime cose di sé, della sua sfortunata e travagliatissima vita “all'ombra di Saddam Hussein”, ma le
è costato un enorme sforzo psicologico.
Leggere
questo libro rende ancora più consapevoli (se ce ne fosse bisogno) non solo di
realtà che spesso i media non ci sottopongono o, se lo fanno, lo fanno in modo
tanto superficiale da risultare inutile e vano, ma dà anche il senso della forza
e determinazione di molte donne, da un lato, e dell'infimo degradarsi di certi
uomini, dall'altro.
In
questi giorni in Italia si continua a parlare di stupri, e non ci si indigna
mai abbastanza.
Ma
l'autrice ci racconta che sono stati istituzionalizzati appositi campi di
stupri in zone martoriate da guerre assurde e nessun governo forte (Stati Uniti
in testa) non solo non ha prevenuto azioni tanto turpi e disumane, ma neppure le
ha condannate né eliminate, se non al termine delle guerre (Bosnia, Kossovo, ecc..).
Non ci
si indigna mai abbastanza finché questi orrori non verranno ritenuti dei
crimini peggiori delle stesse torture, per i quali
dovrebbero essere previste le pene più severe.
L'avere
scritto questo libro fa onore all'autrice, perché esalta la sua dignità di
donna e quella di tutte le donne la cui umanità esula dal “genere” per essere una
caratteristica strettamente individuale. E va dato merito e onore anche a
quegli uomini che insieme a lei si occupano attivamente di debellare questo
endemico crimine che degrada coloro che se ne macchiano al di sotto del livello
delle bestie.
Le
testimonianze della Salbi sono tanto nette e
dettagliate che il libro può essere considerato un vero documento storico, da
cui si evince purtroppo molto chiaramente quanto ho fin qui scritto.
Non ho
voluto di proposito, in questa recensione, soffermarmi su particolari di
maggior rilievo, perché il libro intero ne è pieno e pertanto merita solo di
essere letto integralmente.
Carmen Lama