Rossovermiglio
di Benedetta Cibrario
Feltrinelli Editore
Pagg. 213
ISBN: 9788807017346
Prezzo: € 15,00
“Il movimento oscillante della memoria
è diventato sempre più ampio, finché non sono più stata capace di arginare un
fiume di parole che facevano rissa per uscire, per spiegarsi ciascuna all'aria,
al sole, come tanti pezzetti di carta – brandelli di lettere che non sono mai
arrivate, o più probabilmente non sono mai state scritte -, parole che
s'allargano come le ali degli uccelli di passo quando arriva l'ora di tornare”.
Resto sempre molto perplessa dinanzi ai premi Campiello o Strega, ma ammetto che
dovremmo (per chi come me è agnostico sulla letteratura contemporanea),
superare lo scetticismo e gli inevitabili luoghi comuni e aprirci al fatto che,
forse, la letteratura contemporanea non è fatta solo di libri mediocri, o di
spietate corse alla pubblicazione, ma è anche di libri meritevoli di fiducia.
Vincitore del premio Campiello 2008 “Rossovermiglio” di Benedetta
Cibrario è una storia di profonda
solitudine, la solitudine di una donna che si racconta consapevole che
nonostante la sua ribellione resta sempre un passo indietro rispetto ai suoi
desideri, alle sue attese e speranze.
L'infelicità di un matrimonio combinato da una famiglia “ingabbiata” dentro il rigore
dell'aristocrazia, l'avventura di una relazione con un uomo enigmatico e affascinante
e la decisione di ricominciare da sola in una proprietà in disarmo della
campagna senese lasciatagli in eredità dal fratello. Intorno, la bufera della
Seconda guerra mondiale, la caduta del fascismo.
Il desiderio di rinascita di un intero paese coincide con la trasformazione
della fattoria in un'azienda vinicola di successo, ma non siamo mai abbastanza
forti da dare un taglio netto al nostro passato perché ci portiamo dentro i
suoi retaggi, ” Ogni tanto le decisioni
bisogna prenderle e lasciare che accada quel che deve
accadere” e ci vuole tutta una vita per comprendere che il
confine tra realtà e apparenza, torto o ragione, verità è menzogna è talmente
sottile da essere impercettibile, la protagonista concreta solo alla fine che
la sua, di vita, è stata tutta una menzogna.
Ho trovato molto belle le descrizioni di una Torino che si sta “sviluppando”, l'ambiente incerto
dell'industria che fiorisce piano piano imponendosi
sempre più; meno incisive le descrizioni della campagna toscana, non si riesce a
percepire i colori e le sfumature che oltretutto le appartengono.
Certo non si può definire un “capolavoro”,
un vocabolo che userei per ben pochi scrittori attuali, ma ha una sua grazia
stilistica, una narrazione semplice ma non banale, o almeno si distingue nel
nugolo di nullità.
Un libro che mi ha affascinato.
Benedetta
Cibrario è nata a Firenze. È
cresciuta a Torino ed è vissuta a lungo in Inghilterra, ma la sua vera
residenza, per dedizione e amore della terra, è la Toscana.
Katia Ciarrocchi