Fuori
gioco. Vita bruciata di un calciatore di provincia
di Salvatore Scalia
Marsilio Editori
Narrativa romanzo
Collana Gli specchi
Pagg. 125
ISBN: 8831797425
Prezzo: € 12,00
Il primo aggettivo che mi
viene in mente, finito di leggere questo nuovo romanzo di Turi Scalia, è: impietoso. Forse
persino brutale. O semplicemente: umano. Perché la vita stessa sa essere
impietosa e brutale con i più deboli. (Fuori gioco, di Salvatore Scalia, Marsilio Editori,
pagg. 125, € 12,00). Ho rivissuto le stesse sensazioni che mi ha trasmesso
quell'immenso capolavoro di Dino
Buzzati, “Il deserto dei
tartari”. L'attesa perenne dell'evento che dovrà servire a
riscattare un'intera esistenza, a darne un senso. Lo sgocciolio lento dei
minuti che si consumano, così come la fiammella della vita, fino a spegnersi
senza aver rischiarato nulla. Sentiva il battito del tempo scandire avidamente
la vita. L'attesa. L'infinita attesa che dovrà dare una svolta alla nostra
vita, quell'evento che invano aneliamo e invece ci sfugge inesorabilmente come
sabbia stretta dentro il pugno. Scalia
ha la capacità di assemblare in maniera superba fiuto giornalistico e vena
narrativa e i risultati sono sempre romanzi di profondo spessore introspettivo,
che scavano dentro le miniere di un microcosmo provinciale per estrarne pepite.
Come nel primo romanzo pesca nel torbido della sua provincia: mafia,
corruttela, personaggi melliflui. Gioca a intrecciare sentimenti di ricche signore
annoiate e aspirazioni di ragazzi bramosi di prendere a morsi il futuro, anche
con mezzi poco leciti. La parlata catanese, certi modi
di dire persino gloriosi, vanto ed espressione linguistica di una sicilianità
che si trincera a protezione del tempo che avanza, infarciscono il testo di
ingredienti saporiti e stuzzicanti. U pacchiu, per un ragazzo delle zone popolari,
non evoca sentimenti di tenero amore, ma è un trofeo da conquistare, di cui
fare pettegolezzo sottovoce negli spogliatoi di un campo di calcio, tra una
gomitata e uno sfottò. E se una volta tanto non è quello prezzolato della
bagascia di turno ma appartiene alla moglie del presidente, diventa scalata
sociale, pacchio d'autore in cui inebriarsi e
perderci il senno. E Paolo, il protagonista del romanzo, persona realmente
vissuta, il senno lo perde veramente, affranto dal gravoso peso dei suoi
fallimenti. Il campo da gioco assurge a metafora della vita. L'arbitro fischia
l'inizio e si dà il via alla competizione, si tenta di superare gli avversari,
con una finta o uno scatto fulmineo. Paolo ci prova, ha talento da vendere ma
il destino beffardo ha deciso di giocargli un brutto tiro. Arriva il momento
delle disillusioni, le amarezze si accumulano e alla fine decide di rinunciare,
va in fuori gioco, si estranea, si tira fuori dalla mischia. E il finale è
drammatico. Sulla copertina la foto di Petruzzu Anastasi, indimenticabile gloria calcistica degli anni
settanta, dolce chimera per gli assetati. Ma per un ragazzo che alza la testa,
altri cento dovranno piegarla e magari elemosinare un posto di elettricista
all'onorevole di turno, in cambio di servilismo e sottomissione. Scalia non
esita a denunciare, a indignarsi, ad alzare forte la voce contro questa società
malata i cui modelli da imitare sono diventati letterine e veline. E le isole
dei famosi, i quiz e le ruote della fortuna. Tutto ciò che abbaglia e ammalia.
Luci fosforescenti e nastrini colorati.
Salvatore Scalia, etneo di Mascalucia, vive di giornalismo e dirige le pagine
culturali del quotidiano “La Sicilia” di
Catania. Ha scritto per il teatro e i suoi lavori sono andati in scena alla
rassegna internazionale Taormina arte e allo Stabile di Catania. Ha pubblicato Teatro, Trilogia del malessere e Appunti
e per Marsilio nel 2006, La punizione, due edizioni.
Salvatore Scalia è nato a Mascalucia, provincia di
Catania, il 16 gennaio 1950. Laureato in Lettere classiche presso l'Università
di Catania con centodieci e lode con una tesi di letteratura moderna e
contemporanea su “Senilità” di Italo Svevo, è giornalista professionista. Dal
1986 è caposervizio Cultura e spettacoli del quotidiano “La Sicilia” di Catania, cura
essenzialmente la pagina culturale. E' corsivista e fondista e, nella pagina
dei commenti, tiene una rubrica quotidiana di varia umanità, “Appunti”. E' autore di cinque libri: “Il vulcano e la sua anima”, “Processo a
Bixio”, “Teatro. Trilogia del malessere”,
“Appunti” e il romanzo “La punizione. Catania 1976: quattro
ragazzi spariti nel nulla”. Il 5 agosto 2001 ha esordito come
autore teatrale alla rassegna internazionale Taormina arte con il monologo
“Confessione di un pentito” prodotto dalla compagnia Qp
di Milano. Un altro suo dramma “L'estorsione” è andato in scena al Teatro
Stabile di Catania, prodotto dallo stesso Stabile. Ha vinto diversi premi: da
quello letterario Città di Randazzo per “Il vulcano e
la sua anima” al premio Simpatia che si dà a Roma in Campidoglio, dal Telamone
di Agrigento al Martoglio di Belpasso
per “Trilogia del malessere”. Per “La Punizione” ha vinto il premio Vittorini sezione
Opera prima.
Salvo Zappulla