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  Letteratura  »  Grazia Giordani ha recensito La bussola di Noè, di Anne Tyler, edito da Guanda 01/10/2009
 

La bussola di Noè di Anne Tyler, Guanda

 

Ancora una storia minimalista dell'agrodolce Anne Tyler


«La bussola di Noè» (titolo originale: Noab's Compass, Guanda, pp.253, euro 16, traduzione di Laura Pignatti) è il nuovo romanzo agrodolce della scrittrice statunitense Anne Tyler che nel 1989 ha guadagnato il Pulitzer Prize col suo undicesimo romanzo «Lezioni di respiro» e che continua a mietere successo con la sua impietosa ironia, costellata da intuizioni illuminanti.
Questa volta protagonista maschile è un uomo in tono minore, Liam Penniwell, un forzato al pensionamento che – sessantenne – con l'accorpamento delle due quinte elementari, dove insegnava a Baltimora, perde il posto, soffiatogli da un maestro più giovane. Ma Liam non fa tragedie, rassegnato alla legge della vita, poiché sa bene, per esperienza, che in queste fusioni qualcuno deve rimetterci le penne. Anzi, l'idea della pensione dai più temuta come una fase mortificante della vita, lo induce a fare progetti “con un entusiasmo che non provava da anni”. Ora spera di potersi dedicare alle sue letture, riconquistando spicchi di vita perduta. Comincia col cambiare casa, scegliendo un appartamentino in zona popolare. E mal gliene incolse, perché uno sconosciuto lo aggredisce di notte con un colpo alla testa, regalandogli un amaro risveglio in un letto d'ospedale. Amnesia assoluta dell'accaduto per lo sventurato insegnante che ha completamente rimosso l'incidente, divenendo ossessivo nei confronti della memoria. Quella rimozione del fatto doloroso equivale, ai suoi occhi, a un furto di un pezzetto della sua vita. L'agognata solitudine su cui tanto aveva costruito speranze, gli è sempre più insidiata dalla seconda moglie da cui aveva divorziato, dalle figlie che gli ronzano intorno, la primogenita corredata di prole nata e nascitura. Kitty, la figlia minore decide addirittura di stabilirsi in pianta stabile a casa sua, visti i litigi con la madre. Non c'è pace per l'anziano professore che si figurava di trascorrere l'incipiente vecchiaia soprattutto a pensare, visto che”per il suo ultimo lavoro aveva usato a malapena il dieci per cento del suo cervello”.
Per soprammercato, come se non bastasse, c'è l'incontro con Eunice, una prosperosa e ingenua ragazza, complessata dal non aver potuto mettere a frutto la sua laurea in biologia, contentandosi del ruolo di “rammentatrice”, ovvero di memoria esterna ad un anziano imprenditore che sta diventando smemorato, prendendo per lui appunti alle riunioni e ricordandogli impegni e scadenze, ma anche i nomi dei clienti per mascherare il suo increscioso deficit. Alla Tyler piacciono queste situazioni surreali a cui sa regalare normalità, divertendo il lettore. E così Liam che pensava di aver definitivamente chiuso con amore e sesso, si sente preso da questa donna che potrebbe essergli figlia. Quindi non mancano certo le note divertenti, viste le continue intrusioni nel bilocale delle donne di famiglia, tutte prese dal procurargli una nuova occupazione. Eunice si spinge addirittura a confezionargli un curriculum, divenendo irritante con le sue pressanti e non richieste premure.
Al sopraggiungere dell'estate, l'amore si scioglie, finisce nel nulla, ultimo raggio di sole nella vita spenta e monotona dell'insegnante in pensione. Quando meno ce lo saremmo aspettati, il nostro professore – che aveva prestato servizio alle scuole elementari, ma in realtà vantava una laurea in storia e filosofia-, sente spontaneamente l'esigenza, non più manipolato e pressato da altri, di svolgere il ruolo di zayda che nella lingua yddish, significa maestro d'asilo. Ed è qui che si accorge di saperci fare coi bambini piccoli, quasi rinascendo a nuova vita.
Impossibile riassumere degnamente un romanzo della Tyler, costretti a privarlo delle sue puntatine ironiche, del suo humour dolce-amaro che sa vivacizzare situazioni apparentemente irrilevanti, traducendo in personaggi succosi uomini e donne che sarebbero di per sé antieroi. Già in «Turista per caso», divenuto poi soggetto di un celebre film, o in «Un amore paziente” o ne «La figlia perfetta» avevamo rilevato gli stilemi puntuti di questa originale e vivacissima autrice.

Grazia Giordani

 

www.graziagiordani.it

 

 

 
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