Attraversamenti verticali
di Cristina Bove
Prefazione di Renzo Montagnoli
Edizioni Il Foglio Letterario
www.ilfoglioletterario.it
ilfoglio@infol.it
Collana Autori Contemporanei Poesia
Poesia Silloge
Pagg. 110
ISBN: 978 - 88 - 7606 - 238 – 4
Prezzo: € 10,00
Il volume di poesie di Cristina Bove, Attraversamenti verticali (Edizioni Il Foglio, pp.109, euro 10) è
la chiara conferma del talento di una donna poeta (detesto il vocabolo poetessa!)
di cui conosciamo da tempo la vibrante capacità espressiva.
Sottolineando, con acume
critico, l'impegno artistico di Cristina, Renzo Montagnoli ne mette in luce,
fra l'altro, “la produzione costante, senza cadute, in una continua evoluzione
dello stile, dapprima più semplice e ora un po' più complesso, con versi anche
secchi, troncature e concentrazioni del messaggio, il che finisce per
avvicinarla ancor di più alla corrente ermetica”.
Quindi, proprio in linea
con l'analisi estetica di Montagnoli, ci vien fatto di pensare alla pittura di
Picasso, partita dal figurativismo puro, per approdare in fine
al traguardo difficile del cubismo, di lettura più arcana, ma denso di
un'originalità tortuosa e ricca di significati.
Ellittici, ablativi, i
versi della Bove s'imprimono nel nostro immaginario, lacerando, a volte, i
nostri pensieri, con quei fendenti obliqui, musicalmente addolorati. Vedasi in Ritmi quel martellare di “Tum- tum –tumtum/è lei/ho paura/avanza a piedi scarni,ha/la testa didietro e guarda in basso/nulla di umano,
anzi/proprio il contrario…” E ancora in p-Recisione dove si
accentua, persino nel titolo, la tendenza dell'autrice al jeux
de mots, “ Vorrei tagliare adesso il tutto
incluso/prima che mi sia d'obbligo/falciare il sangue senza andare a capo.”
I frequenti accenni alla
fine dei nostri giorni mortali, non possono non farci pensare – anche se è
lapalissiano rilevarlo – ai grandi pericoli affrontati da Cristina, inerenti la salute.
Forse, la Nostra – napoletana di
nascita e romana d'adozione - si fa ironicamente scaramantica con questo suo
evocare una fine a cui nessuno di noi potrà sfuggire, affermando con baldanza,
nella lirica di cui più sopra: “Allora eccomi a voi, mi porto fuori/le
masserizie infinitesime, gli scarti/nemmeno c'è bisogno di smaltirli:/un giorno
scalerò con decisione/la vetta di un vulcano”.
Ancora un
jeux grafico ne L(‘)Una di notte, dove
in quel "cartellino scaduto" c'è tutta l'amara essenza della
poesia.
Per quanto riguarda la
bella poesia che dà il titolo alla silloge Attraversamenti verticali,
siamo toccati dalla complessità intrinseca dei versi, tendenti alla libertà di
una lirica pura dove “Lune dipinte erettili/mi navigano il dorso e
fluttuo lenta/nell'ondeggiare delle posidonie”.
Riteniamo che l'ermetismo
di Cristina si farà ancora più affilato e penetrante, nel tempo, pur sapendo
bene che gli artisti sono flessibili, mai tutti
d'un pezzo, quindi la nostra donna poeta può concedersi qualche
nostalgico ritorno, anche se fuggevole e appena accennato, alla sua prima
maniera, come avviene e non solo in Quadri e cornici quando scrive: Non
sono un pittore d'interni/ amo le nuvole e benché/mi soffermi sulle cose
minime/adoro il vento/e le braccia degli alberi/il fulmine che mi prende in
petto/mentre squassa il mio nucleo”.
Siamo certi che Emily
Dickinson e Ungaretti non sono estranei alla formazione artistica di Cristina
Bove che ha saputo vestire questa sua terza silloge di un elegantissimo
fiammante abito rosso, tratto da “Onde ascensionali”di Walter Piretti, per la ricerca grafica di Elena Migliorini.
Grazia
Giordani