SKYLAND:
LA TERRA DI
UN FUTURO DISTOPICO
Skyland è ciò che resta della terra nel cielo. Una terra
frammentata e in tante “isole” della crosta terrestre che galleggiano in aria,
trattenute da una forza gravitazionale misteriosa. “Come la buccia di
un'arancia”, nelle parole del prof. Tibald, uno dei
protagonisti del romanzo, che sia stata separata dalla polpa interna. Perché la
polpa, ovvero gli strati inferiori del pianeta, nucleo compreso, assieme ai
mari e agli oceani, non ci sono più. Dispersi nel nulla.
In questo scenario apocalittico non
troppo lontano da noi – solo un paio di secoli in avanti – vive un'umanità
divisa in due caste biologicamente diverse: i “jinsei”,
gli esseri umani “normali”, addetti ai lavori più umili e caratterizzati dalla
presenza di capelli, e i “seijin”, geneticamente
modificati, che hanno sviluppato poteri superiori e che si riconoscono per il
capo rasato. Retaggio, questo, di un analogo scenario distopico
che ci ricorda la società del lontano futuro immaginata da H. G. Wells nel suo The
Time Machine
(1895).
Ma Skyland
è reso ancor più affascinante per le straordinarie illustrazioni a colori dei
paesaggi terrestri sospesi nel vuoto, che accompagnano il volume in patinate
tavole fuori testo, inquietanti lacerti del nostro mondo strappati dalle sue
radici, in cui si possono riconoscere i tratti di Venezia e di Kyoto, di New
York e di Parigi, di Washington e delle Dolomiti.
La scomparsa delle masse d'acqua ha
lasciato gli abitanti di questo oscuro futuro privi del prezioso liquido
vitale, la cui ricerca e conservazione rappresenta il problema maggiore per
garantire la sopravvivenza. L'acqua è infatti il bene
più raro, attorno al quale si scatenano intrighi politici e si muovono
strategie complesse.
Come in tutte le storie sulla falsariga
del “romance”, anche in Skyland
si gioca sul rapporto tra i due giovani e puri protagonisti, Lorenzo,
ardimentoso “jinsei” alla ricerca dell'acqua assieme
al padre, e Valery, sedicenne “seijin”
dall'intelligenza superiore alla media, che si vota alla causa dei ribelli
contro il dominio della Sfera, il misterioso potere che controlla le “isole”.
E, come in tutte le storie a carattere seriale, anche Skyland
s'interrompe senza una vera conclusione, lasciando irrisolti molti
interrogativi, di fronte a una svolta intuita nel trasferimento dei
protagonisti su Atlanty, un'isola sperduta, un
frammento del mondo che, a somiglianza di Laputa, la
sua più antica antenata, nata dalla fantasia di Jonathan Swift
(nei Gulliver's
Travels, 1726), si sposta nel cielo
spinta dal vento.
Del resto Skyland
nasce come film d'animazione, prodotto in Francia dalla Onyx
Film nel 2005, a
cui l'autore di questo romanzo deve essersi ispirato, secondo il ben noto
processo di novelization, che passa dal cinema al
libro.
Ma, a parte lo scenario di fondo e i
necessari presupposti, la storia si diversifica dal cartoon,
cambiando i nomi e le caratteristiche dei personaggi, così come risulta assai
più complessa la stessa trama. L'autore è tale David Carlyle
(uno pseudonimo?) di 38 anni, che si definisce biologo specializzato in
ecologia, appassionato di motori e di viaggi. Quando non è impegnato a
esplorare il pianeta o a costruire mongolfiere, studia il futuro della sua
famiglia, che gli offre l'ispirazione per i suoi romanzi. Per il resto intende
mantenere uno stretto riserbo attorno alla sua reale identità. Skyland è pubblicato in Italia
dalle Edizioni Piemme, nella sezione “Freeway”, che è
espressamente indirizzata a un pubblico più giovane, ma non per questo
sconsigliabile a un pubblico adulto.
Se si prescinde da certe ingenuità e da
un linguaggio volutamente semplificato e ridondante, la forza sprigionata
dall'invenzione di un mondo così insolito e inquietante, in cui si coagulano
gran parte delle paure per il nostro futuro, è capace di affascinare il lettore
di tutte le età e di tenerlo inchiodato fino all'ultima pagina. Aspettiamo il sequel,
secondo la miglior tradizione del fantastico.
David Carlyle, Skyland. Isole nel vento, Milano, Piemme Edizioni, Collana Freeway, 2009, pp. 263, € 17,50
Carlo Bordoni
www.micromegas.splinder.com